Eccoci ritornati in Inghilterra con le avventure di Otis e di tutti i ragazzi della Moordale Secondary School. La serie Netflix torna sul sito di streaming con la sua terza stagione, a distanza di un anno e mezzo dalla seconda. Eravamo rimasti ad un punto cardine della storia: molti rapporti si erano sviluppati, altri si erano interrotti, ed in generale c’era molta aria di cambiamento; saranno riusciti gli autori a continuare con la stessa costanza e qualità che avevano contraddistinto le due stagioni precedenti? Andiamo subito a leggerlo nella nostra recensione di Sex Education 3.
Grandi cambiamenti e new entry
Facciamo un piccolo recap della situazione in cui erano rimasti i protagonisti della storia: il preside Michael Groff (Alistair Petrie) è stato cacciato dall’istituto e dalla sua famiglia, Adam (Connor Swindells) e Eric (Ncuti Gatwa) sono divenuti finalmente una coppia a tutti gli effetti, Jackson (Kedar Williams-Stirling) ha affrontato almeno in parte le sue ansie e le apprensioni delle madri, Jean (Gillian Anderson) aspetta un figlio inatteso, mentre, con il colpo di scena finale, Otis (Asa Butterfield) aveva dichiarato il suo amore per Maeve (Emma Mackey) tramite messaggio, ma questo viene ascoltato e cancellato immediatamente da Isaac (George Robinson), impedendo ai due di avere un reale confronto con i propri sentimenti reciproci.
Fanno quindi fin da subito la loro comparsa in scena dei nuovi personaggi molto importanti per la trama: la prima è la nuova preside della scuola di nome Hope, un nome incredibilmente peculiare per il ruolo che deve ricoprire. Infatti si ritroverà a dover prendere le redini di una scuola che è stata in primis gestita da una persona che aveva come unico scopo quello raccogliere fondi, trattando gli studenti unicamente come numeri, e successivamente ritrovatasi nel caos più totale dopo tutte le vicende accadute nelle scorse stagioni. Dobbiamo ammettere che il personaggio della nuova preside, è riuscito ad inserirsi molto bene con il resto del cast, portando un nuovo modo di vedere le cose sia per lo spettatore, sia per gli stessi studenti della serie.
Il secondo invece che fa la sua comparsa tra i personaggi principali in questo Sex Education 3 è Kal, ragazz* non-binario che si identifica con i pronomi they/them, e che sarà il fulcro principale di una delle questioni importanti affrontate in questa stagione: l’identità di genere. Infatti, se nella seconda avevamo come punto più focale l’orientamento sessuale e la sua comprensione, questa volta ci troveremo a cercare di capire “chi una persona si sente” piuttosto che “cosa le piace”. Il personaggio è ben riuscito a nostro parere, si riesce ad inquadrare bene, a capire che tipo di personalità abbia, e come questa vada in contrasto con la nuova preside ed in generale con il resto della scolaresca. Forse, però, poteva essergli dato giusto un pochino di spazio in più, perché alla fine la sua presenza non riempie troppo, ma magari glie ne verrà ritagliato ancora nella prossima stagione.
Vecchi personaggi che continuano ad evolversi
Oltre a nuovi membri del cast, però, non dimentichiamoci di quelli affermati, che non rimangono statici ma anzi si evolvono in continuazione lungo tutta la stagione – riprendendo appunto il periodo adolescenziale in cui si continuano a provare emozioni ed esperienze nuove ogni giorno. Primo fra tutti Otis, il nostro protagonista infatti, avendo pian piano mosso i primi passi fuori dal guscio già nelle scorse stagioni, in questo Sex Education 3 riuscirà a capire molto più sé stesso e ciò che cerca dalla vita. Così come Adam che in questa stagione, molto più di Eric che già aveva avuto un notevole sviluppo nella precedente, riesce non solo ad accettarsi a pieno, ma dal momento che non ha più il padre col fiato sul collo cresce e matura davvero molto.
Un altro personaggio che non riceve un grande sviluppo è Maeve. Dettato sicuramente dall’enorme salto che ha dovuto compiere nella seconda stagione, in questa la vediamo molto più rimuginare sul come vivere la sua attuale vita, piuttosto che maturare in maniera effettiva, ma questo non è un punto a sfavore. Sex Education infatti è una serie che riesce a far prendere ai vari personaggi il proprio tempo: non allunga le storie solo per aumentare il numero delle puntate senza un vero perché, e non le affretta solo perché altrimenti lo spettatore potrebbe annoiarsi. I protagonisti della serie sono molto verosimili, e quindi verosimilmente si “muovono” nel loro mondo.
Conclusioni finali di recensione su Sex Education 3
Il pregio di questa serie targata Netflix è riuscire a descrivere uno specchio del mondo in maniera abbastanza veritiera senza però scadere nel banale o nel già visto. Questo non vuol dire che la serie sia perfetta o che tutte le situazioni al suo interno siano estremamente originali, anzi, non mancano sia scenette comiche al limite del cringe, sia rapporti sociali e amorosi classici già presentati in altri film. Ma non importa, perché viene tutto contestualizzato e reso marginale ai fini della trama vera e propria, andando a puntare il proprio focus sulle questioni davvero importanti. Inoltre continua a servire delle nozioni utili che molto spesso vengono sottovalutate dai ragazzi adolescenti in ambito sessuale, il tutto trattato sempre con la giusta importanza e rispetto.
Sex Education non è la serie migliore di tutte, e nemmeno la migliore in fatto di regia o sceneggiatura, ma sicuramente è un prodotto valido e godibile da chiunque, in grado sia di far divertire sia di far riflettere su sé stessi e sul mondo che ci circonda in un’età in cui ci si ritrova spesso incompresi, soli o confusi. Come avrete notato durante la recensione, la qualità continua a rimanere alta anche in questo Sex Education 3 nonostante le stagioni passino, dimostrando come, quando ci sono impegno, lavoro e passione in quello che si fa, i risultati non tardino mai ad arrivare, anche con il passare del tempo e l’avanzare della storia. Se invece foste interessati a scoprire anche cosa pensiamo dell’ultima stagione di Lucifer appena uscita, vi lasciamo di seguito la nostra recensione al riguardo.