Il 2020 sarà l’anno della nona generazione videoludica. Le ultime due generazioni, quella che stiamo vivendo attualmente e la precedente, ci hanno regalato grandi emozioni grazie a titoli incredibili e capolavori indiscussi. Sono stati dieci anni memorabili… ma non sempre le cosa vanno come previsto. Il mondo non è fatto di soli capolavori, ma anche di progetti finiti male per motivi di budget o discrepanze creative, di giochi usciti fuori tempo massimo o di titoli imbarazzanti e basta. Scopriamo quindi insieme quindi quali sono i quindi peggiori giochi usciti in questi ultimi dieci anni!
Prima di iniziare, vi ricordiamo che questa è una classifica personale e che i vostri gusti potrebbero non coincidere con quelli della redazione. Per cui se doveste trovarvi in disaccordo, diteci il perché nei commenti, magari stilando anche una vostra personale classifica!
Resident Evil 6
Oggi la saga di Resident Evil sta vivendo una seconda giovinezza, tra il sorprendente Resident Evil VII, l’incredibile remake del secondo capitolo e il rifacimento del terzo che uscirà l’anno prossimo. Ma c’è stato un periodo dove sembrava non esserci speranza per la celebre saga horror creata da Capcom. Questo sesto capitolo nello specifico sembrava più un pessimo GearsLike che un capitolo canonico della serie. Persino i due Revelations erano riusciti a fare meglio di questo, a livello di gameplay e atmosfera. Personaggi esagerati (Chris Redfield raggiunge livelli di trash imbarazzanti), zombi che restituiscono il fuoco da dietro copertura. Insomma, un disastro, e non è nemmeno l’unico (o l’ultimo), della bipolare saga Capcom.
Lightning Returns: Final Fantasy XIII
I giochi legati a Final Fantasy XIII hanno fatto parecchio discutere i fan nel corso degli anni, tra chi li ha apprezzati e chi odiati. Su una cosa, però, sono tutti d’accordo: Lightning Returns è davvero terribile. Sembrava quasi che Square si stesse prendendo gioco dei suoi fan. Loro si lamentavano per un gameplay troppo lineare? Bene, allora facciamo un intero Final Fantasy con la restrizione del fattore tempo. Se questo non bastasse, trama, ambientazioni e personaggi sono davvero ai minimi storici per la saga di Final Fantasy, segno di come nemmeno Square Enix credesse tanto in questo terzo capitolo dedicato al discusso personaggio di Lightning. Pessimo modo per dire addio all’universo della Fabula Nova Crystallis.
Umbrella Corps
Come già detto per Resident Evil 6, c’è stato un periodo davvero buio per la saga di Capcom, e in questo scenario un titolo come Umbrella Corps non ha di certo aiutato. Avete presente il problema alla base di Metal Gear Surive, ovvero la pesante eredità che portava sulle spalle? Bene, qui il tutto è amplificato all’ennesima potenza, perché se almeno il titolo di Konami aveva delle idee interessanti e una struttura ludica non male, Umbrella Corps è brutto e basta. Non ha nulla a che vedere con il resto della saga, si basa su un multiplayer spoglio e noioso ed è privo di una campagna in singolo (a parte delle terribili missioni che fungono da tutorial). Speriamo che Capcom non ci ricaschi, anche se fare peggio di così è davvero difficile.
Silent Hill: Downpour
Silent Hill è una di quelle serie morte senza un perché. O meglio, il perché si sa, ma non è chiaro come si sia arrivati a questo tracollo con una tale potenza. Homecoming aveva già gettato una cattiva luce sulla serie, ma Downpour riuscì persino a fare peggio. I combattimenti erano davvero frustranti e la narrativa era fin troppo superficiale, molto lontana dagli standard ai quali la serie ci aveva abituati. Si era vista una luce in fondo al tunnel che prendeva il nome di Silent Hills, ma le diatribe tra Kojima e Konami hanno messo la parola fine a questa saga. Anche se alcuni rumor negli ultimi giorni hanno riacceso la campanella di allarme, difficilmente vedremo un nuovo capitolo di Silent Hill, e sapere che questo potrebbe davvero essere l’ultimo capitolo della serie rende ancora più triste il tutto.
WWE 2K20
Un bug con dentro un gioco. So che può sembrare banale, ma non si può definire in altro modo questo scempio videoludico. I ricordi di capolavori del genere come Here Comes The Pain o SmackDown vs Raw 2006 sono lontani, e i piccoli passi fatti con WWE 2K19 sono già spariti. Ok i problemi produttivi, ma vendere un gioco in queste condizioni è davvero inaccettabile. Sperando che questo disastro serva da lezione alla 2K, anche se questo dovesse significare la morte della serie.
The Walking Dead: Survival Instinct
Le potenzialità c’erano, viste alcune interessanti idee alla base del gameplay, peccato per la pessima realizzazione del tutto. L’approccio survival era ottimo come concept, ma per evidenti limiti di budget tutto è andato in malora. Un comparto tecnico vecchio di almeno una generazione, una campagna breve e per nulla memorabile e meccaniche non approfondite hanno reso questo titolo una grandissima occasione sprecata. Unica nota positiva le voci originali di Reedus e Rooker.
Sonic Boom
La saga dedicata al porcospino blu è probabilmente pure più schizofrenica di quella di Resident Evil. Abbiamo visto Sonic diventare un lupo mannaro, innamorarsi di principesse e altre pessime idee che poco o nulla avevano a che fare con Sonic. Ma Sonic Boom: l’Ascesa di Lyric ha superato ogni possibile aspettativa negativa. Il titolo targato BigRedButton è carente sotto tutti i punti di aspetti, da un gameplay ridicolo a una realizzazione tecnica piena di problemi. Una serie di scelte sbagliate che hanno decretato l’insuccesso artistico del titolo e messo ancor più in cattiva luce il povero Sonic. Sperando che il film con Jim Carrey non mette una definitiva pietra tombale sul brand, possiamo goderci una buona ripresa con Sonic Mania e Sonic Forces.
Postal 3
Postal 3 è il classico esempio di gioco che per far parlare di sé cerca di trattare in maniera più politicamente scorretta possibile varie tematiche, dalle malattie sessualmente trasmissibili all’integrazione sociale. In questo non c’è davvero nulla di male, anzi (anche se il tipo di ironia raggiunge livelli di imbarazzo e fastidio non da poco). Il vero problema del titolo in questione è che, oltre ad essere volutamente scorretto, non ha nulla. Pessimo nel lato tecnico, a livello di meccaniche di gameplay è il nulla. Per non parlare dell’Intelligenza Artificiale praticamente inesistente. Volete produrre dei giochi politicamente scorretti? Nessun problema… ma almeno sviluppate dei giochi quantomeno decenti.
Duke Nukem Forever
Vi dirò, chi scrive questo articolo non ha odiato Duke Nukem Forever, anzi. Ma analizzando in maniera oggettiva il gioco, non si può non definire questa operazione un autentico disastro. Dopo 15 anni di sviluppo quello che ci siamo trovati tra le mani è un gioco uscito semplicemente fuori tempo massimo, con l’ironia alla base che, se fosse uscito in questo periodo storico, avrebbe sicuramente portato a guerre mediatiche riguardanti il maschilismo. Arrivato troppo tardi per essere apprezzato appieno e troppo presto per creare scalpore, Duke Nukem Forever è uscito nel momento sbagliato, e il pessimo comparto tecnico e artistico non ha di certo aiutato il titolo. È stato comunque bello rivedere (forse per l’ultima volta) il Duca in azione.
Ride to Hell: Retribution
Su questo gioco c’è davvero poco da dire. Di base è un titolo che comprende vari generi videoludici, ovvero sezioni in sella sulla propria motocicletta, quick time event, sezioni beat ’em up, sparatutto in terza persona, personalizzazione del veicolo e fasi gestionali. Dicendolo così sembrerebbe essere il miglior videogioco mai creato, peccato che ogni singolo elemento sia stato sviluppato con i piedi. Non funziona nulla in questo titolo, nemmeno le scene “piccanti”. In alcune fasi il nostro protagonista avrà dei rapporti sessuali con alcune donzelle, peccato che queste scene più che sensuali risultino (involontariamente) ilari, visto che i due copuleranno con indosso tutti i vestiti! Originariamente, il gioco era stato annunciato nel 2008 per poi essere cancellato nel 2009. Successivamente il progetto fu ripreso in mano dai ragazzi di Eutechnyx e pubblicato nel 2013. Uno di quei casi in cui è meglio lasciar morire un progetto.
Rambo: The Videogame
Rambo è un’icona del genere action anni ’80 ma, seppur le premesse ci fossero, non è mai riuscito ad avere una trasposizione videoludica all’altezza. Questo Rambo: The Videogame non fa eccezione e anzi, è a tutti gli effetti il peggior videogioco dei vari sviluppati a tema Rambo. Uno sparatutto sui binari (dove non è possibile utilizzare una lightgun, follia!) che ripercorresse le peripezie di John Rambo sarebbe anche potuta essere un’idea interessante, peccato che la realizzazione sia atroce. Pessimo il comparto grafico, pessimo il feeling con le armi, pessimo anche il comparto audio. Probabilmente gli sviluppatori avevano speso così tanti soldi per ottenere la licenza dei film di Rambo che, ritrovatisi al verde, non sono riusciti a fare di meglio.
Alien: Colonial Marines
Pubblicità ingannevole. Ecco la perfetta descrizione di questa truffaldina operazione commerciale. Perché questo gioco non ha nulla di quanto visto nei vari trailer di presentazione, né nel gameplay né nel comparto tecnico. Complice uno sviluppo travagliato, Alien: Colonial Marines è un videogioco fatto con pressapochismo in praticamente tutti i suoi reparti. Graficamente non è nulla di che e presenta diversi bug, la trama è davvero poco interessante, e gli xenomorfi non saranno i veri nemici dell’avventura se non per alcune brevi sezioni. Inspiegabile come questo gioco sia stato un successo commerciale nel Regno Unito (al primo posto come vendite totali). Se cercate un bel videogioco ambientato nell’universo di Alien provate Isolation, il quale merita davvero.
The Quiet Man
Un titolo talmente brutto che fa il giro e diventa bellissimo. The Quiet Man ha di base un’idea interessante, peccato che sia stata buttata alle ortiche. Il protagonista è un ragazzo sordo il cui handicap è parte integrante della narrativa. Se lui non sente, allora nemmeno voi sentite. Come detto, l’idea era interessante e innovativa ma ancora una volta la realizzazione è stata disastrosa, a tratti comica. Il gioco è suddiviso in (interminabili) filmati con attori reali e fasi di gameplay simili ad un picchiaduro a scorrimento. Il problema alla base di questo videogioco è che tutto è fatto male e con pressapochismo. I filmati sono mal recitati e totalmente privi di audio (quindi non capirete nulla della trama) e le fasi di combattimento sono poco ispirate e mal realizzate, con animazioni ridicole e bug onnipresenti. La beffa finale è il poter rigiocare l’avventura una volta terminata l’esperienza, ma con la possibilità di attivare l’audio. E la cosa ancor più bella è che la trama, finito per la seconda volta il gioco, continuerà a non avere alcun senso. Se avete soldi da buttare giocateci con qualche amico al vostro fianco, giusto per farvi due risate. Perché è davvero difficile fare un film e un gioco brutto in un colpo solo, ma gli sviluppatori ci sono riusciti. Triste pensare che a produrre questo titolo sia stata la Square-Enix.
Agony
Anche in questo caso parliamo di un gioco finanziato tramite una campagna kikstarter e ancora una volta parliamo di attese non rispettate. Agony è un gioco perfettamente riassunto dal suo stesso titolo. Un titolo dove non funziona nulla, dal comparto grafico aberrante ad un gameplay monotono. Gli ambienti, inizialmente cupi, diventano man mano semplicemente bui in maniera artificiosa (e scomoda per esplorazione). L’idea di base era intrigante, immergere il giocatore in un inferno fatto di carne, ossa e sesso, ma la realizzazione è imbarazzante. L’art design c’è, è tutto il resto che manca all’appello.
Fallout 76
Non è di certo il gioco più brutto di questa lista, ma Fallout 76 è di certo il titolo più offensivo. Al lancio il gioco risultava essere stato sviluppato in maniera pigra, con un Engine vecchio di almeno dieci anni, asset riutilizzati dai lavori precedenti di Bethesda e una presenza di bug devastante. Oltre a questo ci eravamo ritrovati tra le mani un gameplay snaturato rispetto ai precedenti capitoli della saga. Nessun NPC, nessuna possibilità di dialogo e una trama inconsistente. L’unico aspetto che avrebbe potuto salvare Fallout 76, ovvero il comparto Multiplayer online, risulta quasi un’aggiunta forzata e inutile. Oltre a questo, a peggiorare la situazione, il comportamento di Bethesda verso i propri clienti è stato a dir poco inaccettabile. Poco importa che si siano (In parte) redenti con i successivi aggiornamenti. Non siamo dei Beta-Tester, ed è ora che le varie aziende capiscano questa realtà.