School Girl/Zombie Hunter Recensione

Alberto "Allister" De Lorenzis
Di Alberto "Allister" De Lorenzis Recensioni Lettura da 6 minuti
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Esattamente un anno fa veniva rilasciato in Giappone un nuovo videogioco ispirato allo storico universo di Onechanbara. Stiamo parlando del controverso School Girl/Zombie Hunter. Con questo nuovo titolo, la famosa serie videoludica ideata da D3 Publishing torna alle sue origini, rilasciando in occidente un altra delle sue perle stile Zombie Zone. Se negli scorsi capitoli impersonavamo una succinta spadaccina alle prese con orde di zombie, questa volta invece, vestiremo (e svestiremo) i panni di un gruppo di studentesse liceali alle prese con l’occupazione del proprio istituto da parte di un esercito di non-morti.

Ripetizioni serali

Sopravvissute a questa incursione notturna le nostre protagoniste dovranno armarsi fino ai denti per farsi largo tra le folte schiere di zombie che infestano il loro istituto e scoprire l’origine di questo male. Partendo dalla giovane Sayuri faremo la conoscenza del ristretto manipolo di ragazze che andranno a comporre la nostra sparuta compagnia di fortuna. Ognuna di queste sarà particolareggiata dall’utilizzo di una specifica bocca da fuoco e da un suo attacco in mischia ispirato al club sportivo di riferimento. Nel corso dei vari livelli utilizzeremo:

  • Sayuri Akiha  leader del gruppo e ultima discendente di una famiglia di maestri nelle arti marziali, Sayuri combatte grazie alle sue abilità nel kendo utilizzando una spada di legno ed una pistola convenzionale.
  • Risa Kubota – orfana e cresciuta dalla famiglia di Sayuri, la giovane è stata istruita nelle medesime discipline e padroneggia perfettamente la spada lunga insieme ad un fucile d’assalto.
  • Enami Kamijo – veterana del gruppo e promessa del calcio, utilizza i suoi devastanti calci quando la distanza per utilizzare il suo fucile da cecchino risulta troppo ravvicinata.
  • Mayaya Himeji – giovane ed ingenua studentessa modello, preferisce evitare lo scontro, ma se costretta adopera una mitragliatrice leggera e la sua inseparabile mazza da softball. 
  • Rei Kanazaki – famosa e popolare idol dal brillante futuro, è particolarmente propensa allo scontro e per combattere brandisce un potente fucile a canna liscia insieme a delle portentose mosse di karate.

Sostanzialmente il gioco è un frenetico sparatutto dove avremo a disposizione munizioni illimitate per completare degli obiettivi precisi in un tempo limitato. Durante l’intera durata della storia principale alterneremo l’utilizzo di questi personaggi in brevi missioni singole o di gruppo. Soddisfacendo i requisiti di ogni scenario riceveremo un voto finale (assegnato in base al punteggio ottenuto) e sbloccheremo l’episodio successivo. I valori presi in considerazione per la valutazione saranno velocità di esecuzione e conteggio dei nemici abbattuti.

Per rendere il tutto ancora più stimolante saranno presenti anche dei colezzionabili sparsi per le varie mappe di gioco. Inoltre per spezzare la monotonia degli incarichi assegnati, ogni tanto capiterà di sbloccare dei livelli secondari non fini alla trama, ma utili per fare pratica e svagarsi, e mettendosi alla prova in minigiochi alquanto peculiari. Una volta conclusa la trama principale, la modalità multigiocatore ci permetterà di riaffrontare le varie prove presenti, accompagnati fino ad un massimo di quattro amici (che sicuramente si riveleranno più utili di quelli fittizi) senza aggiungere nulla in particolare a quanto già visto.

Per concludere

School Girl/Zombie Hunter purtroppo non è un gioco ben realizzato né godibile. Si vede perfettamente che il lavoro degli sviluppatori non è esattamente al massimo delle proprie capacità né frutto del proprio impegno. Il fatto stesso che il comparto grafico adoperato in questo titolo sia stato inalteratamente ripreso da quello degli scorsi capitoli della saga è tutto dire. Scelta stilistica o meno, è impensabile che per un gioco sviluppato in esclusiva per PlayStation 4 venga riutilizzato un motore grafico di vecchia generazione. La pigrizia nella realizzazione si nota anche nei contenuti interni come armi e nemici riproposti con medesimi modelli ma con nomi e colori cambiati di volta in volta. Stesso discorso per quanto riguarda i vari livelli presenti all’interno. Dopo un certo periodo, questi sottoporranno sempre gli stessi incarichi in contesti diversi, risultando noiosi e ripetitivi.

Le scene che si alterneranno ad ogni conclusione, non risulteranno minimamente interessanti (se non in certi e particolari casi), distogliendo la nostra attenzione il più delle volte e non rimanendoci impresse minimamente. Fortunatamente all’inizio della partita tutto scorrerà molto velocemente, ma procedendo a nostra volta, ci imbatteremo in frustranti rallentamenti. Uno sbilanciato sistema di gestione della difficoltà e tediosi incarichi di ricerca, allungheranno il brodo… ma non in meglio. Certamente School Girl/Zombie Hunter non ha grandi pretese, ma anche all’interno del particolare pubblico al quale si rivolge, avrà difficoltà nel trovare delle note di merito e un seguito adeguato ad un’esclusiva.

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco dopo aver completato per intero la sua storia principale.

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Nato e cresciuto nel panorama videoludico con e da mamma Sony. Nonostante la forte passione per il retrogaming, è sempre aggiornato sulle ultime novitá e pronto a condividerle con gli appassionati come lui.