Nell’industria videoludica ci sono generi che, per un motivo o un altro, iniziano a perdere rilevanza per il grande pubblico. Uno di questi è l’avventura grafica, uno stile che ha spopolato per i giocatori degli anni 80′ e 90′, ma che negli ultimi anni ha iniziato a lasciare spazio alle avventure più “cinematiche”. Nonstante le aziende abbiano iniziato a investire sempre di meno in questo genere di progetti, abbiamo assistito a qualche ritorno al passato, come per l’acclamato Return to Monkey Island. In questa situazione i ragazzi di Red Martyr Entertainment hanno deciso, attraverso una campagna Kickstarter, di creare un’opera che omaggia proprio questo genere di giochi, Saint Kotar, che trattiamo oggi in recensione.
Un luogo maledetto
L’opera racconta la vicenda di due uomini ospiti nella cittadina di Sveti Kotar, in Croazia. L’idea iniziale è quella di partecipare a un rito annuale e conoscere l’ambiente locale, ma ben presto, come da copione, succederà qualcosa, e i misteri dell’oscuro villaggio vengono alla luce.
La descrizione della trama è volutamente generica, visto che gli sviluppatori hanno creato un prodotto fortemente incentrato sulla sua narrazione. L’intento è quello di permettere all’utente di scoprire tutti i colpi di scena, così come il vasto cast di personaggi, in un continuo racconto che non vuole abbassare il ritmo fino ai titoli di coda. La forza del prodotto è quindi legata alla sua scrittura e la costruzione del mondo, attraverso continui rimandi alla religione e ad alcuni dei momenti oscuri dell’umanità. In questo senso il contenuto del prodotto è fortemente indicato per un pubblico adulto, sia per gli argomenti trattati, sia per la violenza visiva di determinate sequenze.
Purtroppo, la sceneggiatura proposta non raggiunge l’impatto desiderato dal team di sviluppo. L’intreccio orchestrato riesce sicuramente a tenere la curiosità a buon livello dall’inizio alla fine, ma i diversi personaggi sono abbastanza banali, prevedibili nelle azioni e in alcuni casi anche stereotipati. La scrittura generale ha delle cadute, dove in certi momenti ci sono delle ripetizioni o qualche pezzo non spiegato a dovere. Il doppiaggio è perfino di pessima qualità, non tanto per la bravura del cast quanto per la qualità stessa dei microfoni. Non di rado capitano momenti dove il missaggio audio è mal calibrato, con la musica che alterna momenti in cui è troppo alta o troppo bassa. Dal lato della localizzazione, siamo contenti che il titolo sia tradotto anche in italiano (solo testo).
Un ritorno al passato?
Il gameplay di Saint Kotar omaggia continuamente i punta e clicca. Il titolo si presenta con la telecamera tipica del genere, in modo da mostrare l’ambiente circostante, dove l’utente deve selezionare un punto d’interesse per attivare un dialogo o un qualche genere di evento. In questo senso è evidente come il porting su console necessitasse comandi facilitati, visto che sin da subito sono mostrati i punti d’interesse da premere. Una scelta sicuramente comprensibile per l’utilizzo con comandi da console, ma che mina quel senso di esplorazione try and error delle avventure grafiche. In questa riedizione è perfino presente il comando libero dei personaggi giocabili, una scelta che probabilmente viene ignorata dall’utente finale visto una sua inutilità pratica e scomodità.
Il maggiore difetto della produzione è però legato al suo non saper evolvere il gameplay, oltre a una presenza davvero minima di enigmi ambientali da risolvere.
Sembra che Red Martyr Entertainment abbia messo da parte la giocabilità per concentrarsi sulla narrativa, una scelta che sicuramente rende l’opera accessibile a un grande pubblico, ma al tempo stesso un’occasione sprecata. L’ingegno della persona non è mai messo alla prova, in un racconto dove l’interattività sembra messa praticamente in secondo piano e un modo per allungare la longevità.
In pratica, il giocatore non ha quasi mai il controllo delle disavventure di Benedek e Nikolay. La volta che cerca di essere maggiormente interattivo porta a un’occasione sprecata, visto che le scelte morali spesso nascondono un qualche genere di game over e non diramazioni della trama principale.
In tutto questo possiamo comunque affermare che l’elemento esplorativo di Saint Kotar è ben realizzato, almeno secondo il nostro parere in recensione. La curiosità di scoprire tutti gli edifici, le strade e i cimiteri di Sveti Kotar è sempre presente, creati con una ricerca stilistica di un certo spessore. Quest’ultimo elemento permette così di affrontare le missioni secondarie, ovvero delle interazioni che permettono di scoprire gli oscuri segreti degli abitanti. In questa parte il titolo riesce a brillare, visto che è qui la sceneggiatura riesce a portare dinamiche molto interessanti.
L’ibridazione
La versione di Saint Kotar analizzata in questa recensione è quella per Nintendo Switch, uscita dopo la precedente per PC del 2021. Purtroppo, dobbiamo immediatamente informare che il lavoro effettuato è assolutamente insufficiente. Il titolo non solo presenta lunghi caricamenti ma anche una serie di bug come quello che fa sentire i dialoghi in contemporanea, la schermata che rimane nera, oppure i dialoghi che dall’italiano si trasformano magicamente in inglese.
I veri problemi sono però le ultime ore di gioco, dove personaggi si muovono a meno di dieci FPS, tanto da far sembrare il tutto una collezione di foto. In questo senso sconsigliamo di utilizzare il movimento libero precedentemente menzionato, visto che apparentemente questo è una delle cause di questo particolare bug. Lo stesso difetto si presenta però nelle sporadiche cutscene in CGI, per un’esperienza mal ottimizzata per i giocatori Nintendo.
Queste prestazioni così negative su Switch, sia in modalità portatile che casalinga, non si spiegano, visto l’utilizzo di Unity e una grafica molto semplice per le capacità tecniche attuali. Anzi, per certi versi sembra un “titolo del passato mancato” con texture in bassa risoluzione, animazioni robotiche, scene mancanti e inserite solo con sfondo nero, e altre soluzioni del genere.
L’edizione in questione presenta perfino di giocare l’intero prodotto in touch screen. Purtroppo bisogna specificare come i comandi sono pochi intuitivi, tanto che non sempre funzionano a dovere. Un’ulteriore mancanza è quella del DLC gratuito The Ritual, una storia prequel pubblicata a ottobre 2022 per l’edizione PC di Saint Kotar.