Tra le innumerevoli IP che in qualche modo hanno segnato la storia di PlayStation, figura anche l’epopea di LittleBigPlanet, brand che puntò tutto su un’idea tanto semplice quanto geniale, ovvero permettere a chiunque volesse di dar forma ai propri livelli di gioco per poi renderli disponibili al pubblico. Oggi tale meccanica si è consolidata in produzioni più o meno famose (Mario Maker tra tutte), ma ai tempi una simile premessa seppe rappresentare un’importante brezza d’aria fresca in un panorama che soffriva particolarmente per una generale mancanza di coraggio. La saga di LittleBigPlanet è andata così evolvendosi grazie alle sapienti mani di Media Molecule, un capitolo dopo l’altro, almeno fino a quando la software house non ha voluto puntare su altro lasciando nel mentre l’onere di un terzo episodio del suo fortunato brand ai ragazzi di Sumo Digital. Giunti al momento della verità, però, LittleBigPlanet 3 non seppe purtroppo far gridare al miracolo e anzi, in molti ne rimasero scottati, un duro colpo che non ha demoralizzato il team di sviluppo, il quale dopo una veloce rimboccata di maniche si è messo al lavoro su Sackboy: A Big Adventure, intrigante spin-off cross-gen della saga che oltre ad essere uscito su PlayStation 4 è andato anche ad arricchire la line-up che ha caratterizzato il lancio di PlayStation 5. Noi di Game Legends abbiamo avuto l’opportunità di toccar con mano proprio quest’ultima versione e ora siamo finalmente pronti a darvi il nostro responso finale a riguardo.
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Un mondo da salvare
Nel corso di quella che sembra essere una giornata come tutte le altre, la vita dei nostri ben noti pupazzi di pezza viene sconvolta dall’arrivo del malvagio Vex, il quale in pochi secondi riesce a rapire tutti gli amici di Sackboy – il protagonista di questa avventura – per metterli ai lavori forzati sullo Sconquassatore, una temibile arma potenzialmente capace di distruggere il mondo intero. Il nostro improvvisato eroe si ritroverà così suo malgrado a dover affrontare una pericolosa missione di salvataggio per liberare i suoi amici e sventare i piani di Vex. Come facilmente immaginabile, narrativamente parlando Sackboy: A Big Adventure punta a offrire un’esperienza adattata a tutti e dai toni leggeri, senza colpi di scena particolarmente meritevoli di nota o momenti capaci d’imprimersi con forza nel cuore del pubblico. Bastano pochi secondi in-game per notare le forti tonalità giocose e spensierate che andranno seguendoci dall’introduzione fino ai titoli di coda, con simpatici personaggi e situazioni capaci di farci scappare qualche piacevole sorriso.
La strizzata d’occhio ai più giovani è insomma evidente, ma questo non vuol certo dire che i più anzianotti non troveranno piacere nel seguire quella che è una storia adatta a tutte le età, con apprezzabili intermezzi e un mood particolarmente colorato a fare da sfondo. Come detto in apertura, la creatura targata Sumo Digital si configura come spin-off della serie LittleBigPlanet e, in quanto tale, si prende delle importanti libertà per discostarsi pesantemente dai capitoli principali. Sackboy: A Big Adventure può essere infatti catalogato come un classico platform 3D in cui dovremo esplorare vari livelli raccogliendo nel mentre delle peculiari sfere necessarie per poter avanzare nell’avventura. Il gioco mette quindi completamente da parte qualsivoglia elemento ludico votato alla creazione, vera colonna portante della saga d’appartenenza, puntando piuttosto su un’esperienza più in linea con i tanti prodotti del genere di riferimento. Ciò comunque non vuol certo dire che la produzione abbia perso il suo carisma e anzi, man mano che si prosegue nell’avventura si riesce a sentire con forza lo spirito che da sempre contraddistingue l’IP, basti pensare agli innumerevoli costumi nascosti in giro tra i livelli o acquistabili tramite la valuta di gioco con cui personalizzare il nostro amico di pezza.
In totale, sono presenti cinque mondi con specifici biomi ricchi di livelli per un totale di circa dieci ore per completare l’avventura, le quali possono però aumentare considerevolmente nel caso in cui voleste ottenere ogni collezionabile, e tutti caratterizzati da colori accesi e riusciti fondali che invogliano all’esplorazione, tra fitte foreste amazzoniche e futuristiche città i cui grattacieli toccano le nuvole, senza poi dimenticare un ottimo level design fatto di segreti e aree nascoste. Come se ciò non bastasse, il team ha puntato particolarmente sulla varietà di situazioni, con livelli sufficientemente vari ma non particolarmente aperti dove dovremo affrontare una moltitudine di situazioni differenti pensate per variegare il quanto più possibile l’offerta. Certo, si parla di tante soluzioni ludiche già viste in mille altri titoli ed effettivamente manca qualche idea realmente originale che possa far spiccare il volo al gioco, ma nonostante tutto l’avventura prosegue spedita con estremo piacere, senza un momento di monotonia o ripetitività. In tal senso, figurano inoltre tutta una serie d’abilità che andremo sbloccando di mondo in mondo, nuove possibilità che contribuiscono ad arricchire ancor di più il viaggio che vivremo insieme a Sackboy. L’opera non mancherà poi d’offrire livelli bonus nascosti, sfide a tempo e una modalità cooperativa fino a quattro giocatori con cui affrontare l’intera campagna. Parlando proprio di quest’ultima opzione, appare chiaro che il team abbia puntato molto sulla coop – online o “da divano” – con tanto di stage aggiuntivi affrontabili solo giocando con un qualche amico.
Uno splendido pupazzo di pezza
Considerando quanto detto fino a questo punto, dispiace quindi constatare come Sackboy: A Big Adventure soffra per un paio di problematiche fattesi sentire con un certo fastidio nel corso della nostra partita. In primis, l’attenzione posta nella creazione dei vari mondi di gioco sembra essere sfortunatamente venuta meno nelle boss-fight, le quali ci sono parse non particolarmente ispirate e a tratti ridondanti. Secondariamente, la sfida generale tende molto verso il basso, una scelta sicuramente dettata dal desiderio di rendere l’esperienza accessibile al pubblico più giovane ma che al contempo rende il lavoro fin troppo facile ai giocatori con qualche anno in più sulle spalle. Qualche malus più “sentito” in caso di game over o un livello di sfida tarato – anche solo leggermente – maggiormente verso l’alto non ci sarebbe affatto dispiaciuto.
Da un punto di vista squisitamente tecnico, non possiamo far altro che applaudire il lavoro portato alla luce da Sumo Digital. Su PlayStation 5 il colpo d’occhio generale appare davvero piacevole, con texture dettagliate, animazioni fluide e una convincente realizzazione generale dei materiali utilizzati per la creazione di ogni mondo, i quali appaiono tutti ben diversificati e ricchi di dettagli. La presenza di un frame rate graniticamente ancora ai 60FPS chiude un cerchio ottimo e che merita tutti gli elogi del caso. Nota di merito anche per ciò che concerne il comparto audio, caratterizzato da un convincente doppiaggio in italiano e da una buona colonna sonora, la quale presenta tra l’altro diverse canzoni su licenza che sono state sfruttate all’interno di alcuni livelli musicali particolarmente riusciti. Infine, ci sentiamo di aprire una piccolissima parentesi nei confronti del Dualsense di PlayStation 5, caratterizzato da un sapiente utilizzo delle funzioni di vibrazione e dello speaker integrato ma privo di particolari funzioni per ciò che concerne i grilletti.