Sono passati ormai molti mesi da quando Riot Games ha ufficializzato il fatto che il potenziale di League of Legends sarebbe uscito dalle pareti dell’enorme MOBA, per approdare anche sotto diversi altri ambiti. Ne abbiamo appena avuto una dimostrazione con Arcane, serie Netflix di estremo successo che è riuscita a conquistare anche i fan che non avevano mai abbracciato l’esperienza principale targata Riot – trovate a questo link la nostra pagina dedicata con tutti i dettagli -, ma c’è ancora molto da esplorare a riguardo anche per quel che concerne dei nuovi videogiochi. Parliamo nello specifico delle storie legate al mondo di LoL che vengono approfondite da altre opere, tutte realizzate sotto l’enorme etichetta di Riot Forge da studi esterni. Arrivati come un fulmine a ciel sereno, i primi due titoli di questa saga di storie potenzialmente infinita sono Hextech Mayhem e Ruined King, ed è proprio del secondo che vogliamo parlarvi in questa recensione, spiegandovi le potenzialità della nuova esperienza targata Airship Syndicate che abbiamo giocato su PlayStation 5.
A spasso fra pirati e maledizioni
La storia ha inizio a Bilgewater, posto che da sempre nella lore del gioco è a metà fra il regno pirata e delle oscure forze che si annidano direttamente risalendo dal mare. A introdurre l’utente nella storia, sin da subito in grado di colpire grazie al comparto grafico sopraffino e a dei dialoghi doppiati in italiano alla perfezione, troviamo personaggi del calibro di Miss Fortune e Illaoi, con Gangplank che è appena stato ucciso dalla piratessa e viene visto come un’entità nemica da non dover neanche nominare, al fine di non incorrere nella furia delle pistole della donna dai capelli rossi. In questo scenario, però, il capitano non si trova a “godersi” la propria supremazia dopo aver sconfitto il nemico, visto che un qualcosa di decisamente più oscuro si presenta dal nulla e inizia ad attaccare la sua ciurma, pretesto che la porta a voler incontrare Illaoi e combattere il male grazie all’aiuto della sacerdotessa.
In realtà, nel corso dell’esperienza non mancheranno di mostrarsi diversi personaggi noti, ma è bene chiarire un dubbio sin da subito in questa recensione di Ruined King: proprio come fatto con Arcane, lo sviluppatore ha avuto modo di realizzare un’esperienza che possa piacere maggiormente a chi ha vissuto la lore e le avventure di League of Legends, ma che è totalmente comprensibile e godibile anche senza che ci sia stato alcun pregresso dietro. All’infuori di qualche chicca e curiosità, che ovviamente tende a sorprendere maggiormente chi ha già conoscenza dei personaggi protagonisti e dello scenario di gioco, non c’è poi molto da temere per chi non si è mai immerso nelle lande degli evocatori o non ha approfondito il tutto per molto tempo.
Per quel che concerne il gameplay, ci troviamo davanti a un’esperienza che innegabilmente strizza l’occhio al precedente lavoro di Airship Syndicate, Battle Chasers: Nightwar, ovvero uno strategico a turni che permette di sbizzarrirsi con varie attività anche all’infuori dei combattimenti. Per contesto, è bene specificare che lo sviluppatore è stato l’autore anche di Darksiders Genesis (qui la nostra recensione), e che è nato proprio dalle ceneri di Vigil Games, software house che con Joe Madureira ha realizzato i primi due capitoli del brand di Darksiders. Tornando a parlare dello scorrere della nuova esperienza realizzata nel mondo di League of Legends, specifichiamo che la trama procederà in maniera abbastanza lineare e per fortuna comprensibile, con interessanti chicche qua e là che non mancano di certo e un comparto narrativo che sa farsi apprezzare sempre di più con l’accumularsi delle ore, creando la giusta curiosità per voler continuare a giocare.
Mentre le vicende – legate alle missioni principali di Ruined King – seguono però un filo abbastanza lineare, c’è da dire che l’opera approfondita in questa recensione offre moltissime attività secondarie di rilievo con cui perdersi nelle lande di gioco, purtroppo non particolarmente varie per via degli ambienti trattati, ma nonostante tutto estremamente piacevoli da vedere e realizzate alla perfezione. Non mancano missioni secondarie con vere e proprie storie di contorno, seppur nella maggior parte dei casi non chissà quanto profonde, come anche diverse opzioni per il grinding (purtroppo, spesso necessario al fine di proseguire con l’esperienza, che già a difficoltà normale tende spesso a mettere in difficoltà il giocatore). Tirare dritto verso la trama non è sempre la scelta più saggia e c’è anzi da dire che, seppur abbia leggermente esagerato con la questione grinding, lo sviluppatore ha realizzato delle attività piacevoli e divertenti in quasi tutti i casi, che quindi invogliano a scoprire di più sul mondo di gioco e a ottenere i potenziamenti per la propria banda di personaggi. Considerando poi l’assenza d’indicatori e la sola mappa a risultare utile per orientarsi con le missioni, il tutto resta un ottimo pretesto per respirare più aria della terra dei pirati.
Strategia e divertimento con Ruined King
I combattimenti si strutturano con un sistema a turni che – per restare al passo con i tempi e non risultare stantio – utilizza un sistema di corsie, formate da attacchi più veloci, bilanciati o potenti. Utilizzando le abilità dei personaggi, infatti, ci si trova a dover calibrare le proprie potenzialità proprio per posizionarsi in queste 3 fasce, che si tratti di voler risultare più veloci dei nemici, rischiare tutto al fine di massimizzare la forza delle proprie skill o cambiare corsia per ottenere dei bonus durante il combattimento. Il tutto risulta estremamente tattico e ragionato, seppur divertente, e le combinazioni ottenibili con le abilità dei personaggi (tra l’altro sviluppabili con un mini albero delle abilità per ognuno) sono davvero piacevoli e interessanti. Per fortuna, il lato positivo di un sistema di progressione tutt’altro che veloce, come accennato in questa recensione, è quello di lasciare al giocatore il tempo per imparare, senza che debba trovarsi davanti a personaggi sin da subito troppo sviluppati e difficili da gestire per quel che riguarda combinazioni e risorse presenti in Ruined King.
Parlando del lato grafico, come accennato in apertura, siamo davanti a un’opera davvero ben realizzata. La direzione artistica dell’esperienza è infatti superlativa, e mentre gli scenari appaiono incantevoli da guardare, i personaggi e le loro animazioni li rendono inconfondibili da tutti gli altri, vuoi anche per una scelta dei colori piuttosto azzeccata e pronta a dare il giusto carisma all’esperienza. La vera iperbole qualitativa è da ricercarsi però nei dialoghi, sempre interessanti e ben stratificati, grazie alla possibilità di poter spesso porre ulteriori domande a chi si incontra, scegliendo anche talvolta chi della propria banda si trova a interagire, il che porta quindi a dei risultati diversi. Le scene di intermezzo, per fortuna non molto rare durante l’esperienza, sono poi realizzate con una cura a dir poco sorprendente, e riescono a valorizzare vicende che in altre salse risulterebbero banali.