Continua l’ascesa della tecnologia, ed inesorabili aumentano sempre di più i titoli dedicati alla virtual reality. Crytek timbra di nuovo il cartellino, ed il 9 novembre sarà disponibile al pubblico il loro secondo titolo in VR: Robinson The Journey. Il gioco è stato sviluppato per PlayStation 4 e PlayStation 4 Pro, e sarà disponibile sia in copia fisica sia in formato digitale, e sarà dunque necessario disporre anche del visore PSVR e della PlayStation Camera. Si tratta di un titolo esplorativo in prima persona ambientato su un pianeta incontaminato chiamato “Tyson III”, del quale ci troveremo a scoprire i segreti più reconditi immersi in una atmosfera enigmatica e circondati dalla natura. Per quanto riguarda il visore di Sony, si tratta di uno dei primissimi titoli con una trama abbastanza longeva a vedere la luce, e dunque ancor più sotto i riflettori. Siete pronti a vivere questa avventura? Vi prepariamo noi!
Il paradiso dell’esploratore
Il piccolo ragazzo che impersoneremo si chiama Robin, che scampato allo schianto della nave Esmeralda grazie ad una capsula di salvataggio, si ritrova su un pianeta verdeggiante con scorci spettacolari, chiamato Tyson III. Rimasto da solo con una IA della nave, chiamata HIGS (che ci ricorda lontanamente un certo Wheatley), stabilisce un campo base nell’attesa dell’arrivo di una squadra di soccorso… che non è mai arrivata. In loro compagnia arriverà anche una graditissima new entry: in un nido di tirannosauri, Robin e il suo amico meccanico trovano un uovo non ancora schiuso e che si schiuderà poco dopo. Qual è il pensiero più puro che può fare un bambino? Ovviamente tenerlo come animale domestico! O meglio, come amica. Laika non sarà solamente una “creaturina” che ci seguirà, ma sarà parte integrante del nostro team e sarà indispensabile per poter procedere nel gioco in alcuni frangenti. Dopo un anno di attesa e dopo aver preso le giuste precauzioni, Robin decise di mettersi alla ricerca dei suoi genitori.
Uno degli aspetti peculiari di Robinson The Journey, è che ci ritroveremo a visitare ed esplorare ogni angolo del pianeta che potremo raggiungere e, grazie all’immersione permessa dal visore, le sensazioni di “sconosciuto” e la curiosità saranno tangibili. Il movimento libero ci permetterà dunque di visitare più volte gli stessi luoghi, come quasi non fosse un titolo con una storia lineare. Parte integrante dell’esperienza che vivremo nel gioco, è la conoscenza di tutto quello che ci circonda, che siano dati scoperti tramite HIGS, o tutte le forme di vita animali presenti, fino ad arrivare a quella che era la vita su Esmeralda prima che la nave si schiantasse. Sarà dunque una gioia sia per gli occhi sia per il vostro senso di avventura aggirarvi per tutti i sentieri più nascosti, e con la possibilità di trovare anche degli oggetti molto rari.
Questione di testa
I comandi da imparare in Robinson The Journey non sono moltissimi, e potremo tranquillamente controllarli premendo il tasto triangolo del vostro controller qualora ce li dimenticassimo. Ovviamente dovrete coordinare il movimento del personaggio con le levette analogiche, insieme alla telecamera controllata dalla vostra testa. Già nel menù, ad esempio, sarà proprio “puntando” le icone con il visore che selezionerete le varie modalità. Esplorare gli splendidi paesaggi di Tyson III richiederà per i vostri primi passi un pochino di “rodaggio”, dopotutto parliamo di un’esperienza nuova. Muoveremo Robin utilizzando una telecamera in prima persona: con la testa potremo guardarci intorno, in alto e in basso; con la levetta analogica sinistra semplicemente metteremo “in moto il nostro giovane ragazzo”, e con quella destra lo ruoteremo per cambiare direzione. Nel menù delle opzioni è possibile configurare il movimento secondo le proprie esigenze anche perché, ad esempio, la velocità immediata del cambio di direzione potrebbe provocare motion sickness (e non è certo il miglior modo di incominciare un’avventura). Una volta presa dimestichezza coi comandi di movimento, ci verrà insegnato come interagire con l’ambiente e con in nostri compagni.
Robin sarà in possesso di uno strano marchingegno che terrà costantemente nella sua mano destra, chiamato “multi-tool”. Con questo potremo fare praticamente tutto (tranne arrampicarci, per quello serviranno solo senso dello spazio, buon uso della testa e delle mani), e dovremo imparare a sfruttarlo al meglio per risolvere gli enigmi e le ricerche necessarie per proseguire per la nostra strada. Il primo potere che ci verrà mostrato è quello della levitazione, tramite il quale sposteremo a distanza oggetti anche pesanti, che possono essere ad esempio ostacoli che ci intralciano o pezzi di tecnologia che dobbiamo spostare da una parte all’altra. Altra utilità di questo arnese è il puntamento laser, che servirà ad indicare ai nostri compagni dove effettuare una certa azione o dove spostarsi. Il tasto X invece sarà semplicemente utilizzato come tasto azione. La nostra adorabile Laika avrà dei comandi tutti per sé, corrispondenti alle freccette alla sinistra del controller, che ci permetteranno di nutrirla, ordinarle di spostarsi, di ruggire, di attaccare e così via. Ultima, ma non per importanza, è la funzione del multi-tool di analizzare la fauna del pianeta, carpendone le caratteristiche analizzandone più e più esemplari.
Conoscenza a portata di click
Come vi abbiamo accennato in precedenza, tutte le notizie importanti riguardanti ciò che scopriremo in Robinson The Journey finiranno in un database che potremo aprire dal nostro menu, chiamato “Infotarium”. Qui potrete riprodurre ad esempio tutte le comunicazioni che avete trovato e scannerizzato con il vostro multi-tool, analizzare tutte le unità HIGS e leggere tutte le informazioni e le analisi degli animali e dei dinosauri che sempre con il vostro device avete studiato. Le creature di diverso tipo che abitano Tyson III sono circa 30 e tutte quante avranno le loro caratteristiche; le incontreremo in occasioni diverse, specialmente in base al loro habitat ideale. Di certo ci sono creature dalle quali sarà bene guardarsi, come ad esempio pericolosi predatori che in alcuni casi dovremo aggirare silenziosamente per non farci individuare. Per ottenere informazioni su esse con il nostro multi-tool, dovremo attivare la funzione con il tasto R1, cliccare il tasto solitamente utilizzato per la levitazione, ed “unire i vari puntini” verdi. Queste fasi per alcuni animali si riveleranno molto facili, mentre per quelle creature più “agitate” sarà un problema più grande. Vi ricordo che il sistema di puntamento funzionerà con la testa, e dovremo dunque essere precisi (magari non essendo proprio abituati al VR). Ad ostacolarci di più inoltre in alcune specie saranno presenti anche dei pallini rossi, che se raccolti per sbaglio cancelleranno tutti quelli già appresi su quell’esemplare.
Un nuovo mondo
Andando a parlare del lato tecnico tanto caro a molti, Robinson The Journey parte con molti punti a favore. A parte il motion sickness che può presentarsi in alcune circostanze, i comandi e la fluidità del gioco rispondono bene, riuscendo nell’intento principale del gioco di immergere totalmente il giocatore. Ricordiamo che tramite le opzioni possiamo anche scegliere di cambiare la modalità di rotazione della telecamera, e scegliere quella che meno ci darà fastidio a livello fisico. Il motore utilizzato da Crytek è ovviamente il Cryengine, che ha svolto egregiamente il proprio lavoro. Buone le modellazioni 3D, anche se alcuni soggetti risultano leggermente spigolosi. Splendide le riproduzioni ambientali, che riescono a regalare paesaggi veramente belli in ogni zona che ci troveremo a visitare; non neghiamo che il colpo d’occhio renda molto meglio sulle grandi distanze, mentre pecca un pochino su quelle ravvicinate. Alcuni cavilli tecnici purtroppo non sono stati limati e il titolo presenta alcuni bug (anche se di un numero ridotto), come ad esempio qualche errore di compenetrazione. Come vuole la prassi, stiamo guardando il pelo nell’uovo, ma se preso nella sua totalità, Robinson The Journey riesce senza dubbio a compiacere il giocatore. Il comparto audio è di buona fattura (anche se non eccelle), e ci dà la possibilità (sempre grazie al menù delle opzioni) di adattarlo all’esperienza di gioco che stiamo cercando. Unico neo, il doppiaggio di Robin, che in lingua nostrana pecca un pochino. Questo titolo insomma punta molto al voler farci giocare come vogliamo, prendendo le dovute precauzioni per chi soffre le prime avventure in realtà virtuale, e cercando inoltre di premiare coloro che vogliono tuffarsi sul pianeta di Tyson III come se la loro stanza non esistesse più.