Rebel Moon: la Figlia del Fuoco è un film del 2023 diretto da Zack Snyder e disponibile dal 20 dicembre sulla piattaforma di streaming Netflix, ed oggi ve ne parliamo in recensione. Si tratta del primo capitolo appartenente alla nuova saga Rebel Moon di stampo fantascientifico, a cui seguirà poi da La sfregiatrice, atteso per aprile 2024. Inoltre, i creatori hanno previsto anche un videogioco di ruolo, una serie animata e una collana di fumetti, con l’intento di espandere l’universo narrativo.
Il progetto, a detta dello stesso regista, è davvero ambizioso: inizialmente infatti, si era addirittura pensato ad un sequel della nota saga fantascientifica Star Wars, ormai divenuta vero e proprio cult. Zack Snyder ha dichiarato di volerne fare una trilogia.
Amorevole tributo o copia spudorata?
La trama è molto semplice: quando una comunità ai confini della galassia è minacciata dal sanguinario Atticus e dal suo infido esercito pseudonazista in nome del perfido Reggente Balisarius, Kora (Sofia Boutella), una donna dal passato misterioso salvata e protetta da un’anziano del villaggio, parte alla volta dell’intero universo alla ricerca di guerrieri per difendere la colonia. Sarà il gentile contadino Gunnar (Michiel Huisman) ad accompagnarla ed aiutarla nell’impresa.
Il richiamo esplicito alla saga di Star Wars ci lascia immaginare lo stampo da cui prenderà le mosse Rebel Moon, regalandoci un vero e proprio tributo a una delle saghe più famose del mondo. Già dai primi istanti, infatti, tutto sembra strizzarle l’occhio: dalle ambientazioni, alla scelta dei personaggi, addirittura alla costruzione stessa del film.
Ribelli, automi, cacciatori di taglie e navette sono protagonisti in quello che sembra a tutti gli effetti un chiaro richiamo alle vicende di Luke e della sua famigerata nemesi Darth Vader.
Non mancano perfino riferimenti ancora più marcati alle armi utilizzate, ai costumi e al make-up, una sorta di volontà di risvegliare un vecchio immaginario ormai fissato nella memoria collettiva. Nonostante sia divenuto un film a sé stante, con un proprio universo alternativo e una propria storia per nulla riconducibile a quella degli Skywalker, è impossibile – anche per i meno esperti – non notare gli espliciti riferimenti.
Da omaggio a copia spudorata, infatti, la linea è assai sottile e i seguaci più incalliti potrebbero restare delusi o insoddisfatti da questa nuova proposta Netflix.
Non manca nessuno all’appello
Molto Interessante la costruzione della protagonista dal passato misterioso, con carattere e backstory dalla necessaria declinazione, utile ad adattare questa tipologia di narrazioni ai nuovi tempi che corrono. Anche il villaggio dalle connotazioni norrene, cultore di Dei benevoli e votati all’amore e alla gentilezza, è una chicca che rimanda furbamente a prodotti pop molto amati e seguiti (e questo Netflix lo sa bene!).
All’appello non manca davvero nessuno: abbiamo l’eroina al principio riluttante, l’aiutante buono, lo Han Solo della situazione, perfino il Millennium Falcon e la Morte Nera. Per non parlare poi della presenza dei ribelli, intenti a rovesciare il nuovo ordine universale.
I momenti sono a grandi linee tutti al loro posto, nonostante spesso si avverta la fastidiosa sensazione che il film non si apra e dispieghi mai. Sensazione che può essere giustificata solamente dall’attesa del capitolo successivo. Spesso, soprattutto nei primi momenti di setup, il film tende alla dispersione rischiando così di confondere lo spettatore, che si troverà a dover tirare goffamente le fila del discorso.
Nota dolente sono alcuni personaggi poco approfonditi e alcune situazioni alla stregua del prevedibile. Siamo ormai anestetizzati da storie che prendono tutte la stessa piega, purtroppo non è facile lasciare a bocca aperta, soprattutto con prodotti di questo tipo. L’epilogo finale però è molto interessante e – a tratti – decisamente inaspettato: fortunatamente lascia col desiderio di sapere quale destino sarà riservato ai protagonisti.
Stimolante l’aspetto Cyberpunk rivisitato in chiave moderna: impossibile non notare alcune allusioni allo stesso Matrix, padre di tutta la filmografia del genere. Un mash-up che incuriosisce, senza infastidire troppo.
Una menzione speciale alla colonna sonora
Colonna sonora e musiche spaziali, accompagnano le ben costruite coreografie d’azione, ma anche i momenti meno violenti, regalando intensità e ritmo. Sono davvero notevoli gli istanti in cui questa diviene protagonista indiscussa, a tratti emozionando chi sta assistendo alle vicende. Innegabile, infatti, riconoscere negli aspetti tecnici e visivi il vero punto di forza di Rebel Moon. La fotografia, curata dallo stesso direttore, è costruita a puntino, seguendo le regole della fantascienza più contemporanea. La stessa firma di Snyder, il famoso slow motion, è utilizzato a dovere e mai stucchevole.
Anche il cast fa la sua parte: tutti sono più o meno al loro posto, con un affascinante e controverso Charlie Hunnam (conosciuto soprattutto per la serie Sons of Anarchy) e un perfido Ed Skrein nei panni dell’ammiraglio Atticus. Piacevole ritrovare la star di Hill House Michiel Huisman interpretare il gentile e coraggioso contadino, e la bravissima Sofia Boutella nei panni dell’impavida eroina.
I momenti morti sono pochi, nonostante la durata. Non sarà sicuramente la saga dell’anno, nonostante l’esplicita volontà di farne un prodotto di punta, ma il film è godibile e Zack Snyder si può tranquillamente riconfermare uno degli attuali registi a cui affidare il genere. Vi ricordiamo di nuovo che Rebel Moon: la Figlia del Fuoco è disponibile su Netflix a partire dal 20 dicembre.