Promozione e videogaming: marchi e personaggi nel mondo videoludico

Spesso, quando si pensa al videogioco, quelli che vengono evocati sono alcuni tra i più classici stereotipi sull’argomento.

Redazione
Di Redazione Lettura da 6 minuti

Spesso, quando si pensa al videogioco, quelli che vengono evocati sono alcuni tra i più classici stereotipi sull’argomento: scarsa socializzazione, emulazione e così via. Ciononostante, sconosciuti a molti, intorno al mondo videoludico gravitano tutta una serie di aspetti particolarmente interessanti: l’utilizzo del videogaming in contesti turistici o didattici rappresenta solo uno fra gli esempi delle potenzialità trasversali del videogioco. Particolarmente interessanti sono i casi di titoli associati a personaggi famosi o facenti parte di franchise di successo, che dunque appongono il proprio marchio a prodotti spesso considerati ben poco attinenti. Fra i tanti possibili, alcuni esempi meritano particolare menzione.

È il caso di numerosi titoli sportivi, spesso associati al nome di personaggi famosi. Si può pensare ai videogiochi della serie Colin McRae Rally sviluppati da Codemasters: la software house, ben nota per i numerosi titoli di simulazione motoristica, ha legato il suo nome anche alla più realistica rappresentazione videoludica del mondo del rally, facendo uscire fra il 1998 e il 2009 vari titoli. Il Colin McRae che presta il nome alla serie è stato un pilota di rally scozzese, uno fra i più amati di sempre: dall’esordio della serie, e fino alla sua prematura scomparsa nel 2007, ha collaborato con Codemasters come consulente tecnico dei vari titoli. Non a caso lo sviluppatore, in omaggio alla memoria del pilota, ha proseguito i suoi simulatori di rally senza il nome dello scozzese. Più nota invece la figura di Tiger Woods, golfista fra i più famosi del mondo: questi ha sponsorizzato, dal 1998 al 2013, il simulatore di golf Tiger Woods PGA Tour, venendo immortalato sulle copertine dei titoli annuali e associandosi indelebilmente al videogioco di riferimento. In questi casi volti noti dello sport, tramite collaborazioni, hanno promosso dei videogiochi ad essi associati, facendoli distinguere da altri potenziali concorrenti.

Si può poi pensare ad alcuni marchi famosi che hanno trovato la propria strada anche nel videogioco, come nel caso del franchise Hard Rock. Ben nota per i molteplici locali a tema musicale sparsi nelle capitali di tutto il globo, a metà anni 2000 la catena ha associato il proprio marchio anche a una serie videoludica a tema casinò, Hard Rock Casino: il punto centrale dei titoli era naturalmente legato alla presenza dei più classici intrattenimenti da casinò. Tuttavia questi cominciavano già a essere ospitati in apposite piattaforme in rete: per esempio, la roulette online è divenuta iconica proprio grazie alla sua costante presenza in spazi sul web sempre più interattivi e accessibili, e la serie per console si è trovata a dover fare i conti proprio con l’essenza di connettività. Un esempio più longevo viene dal marchio Lego, reso iconico dai suoi mattoncini colorati e, in digitale, anche da numerosissimi titoli videoludici. Il gruppo Lego infatti ha sempre prodotto set legati a famosi film e fumetti: tali diritti di produzione hanno coperto anche svariate versioni videoludiche. Non si contano quindi i videogiochi appartenenti alle serie Lego Batman, Lego Harry Potter e ovviamente Lego Star Wars, il cui ultimo capitolo è stato distribuito negli scorsi mesi. In questi casi emerge come marchi ben noti, operanti in diverse realtà, vedano nel videogioco uno sbocco in grado di accrescere il proprio valore sul mercato.

Non si può fare a meno di pensare alle trasposizioni videoludiche di alcune opere famose: i videogiochi delle serie Tom Clancy’s Splinter Cell, Tom Clancy’s Rainbow Six e Tom Clancy’s Ghost Recon, per esempio, sono insieme ad altri accomunati dal nome incluso nel titolo. Tom Clancy, scomparso nel 2013, è stato insieme a Michael Crichton il precursore del genere letterario detto techno-thriller, ossia un thriller dai forti elementi tecnologici, e nella sua carriera ha ispirato anche film, come Caccia a Ottobre Rosso, e sceneggiato videogiochi. Questi, accomunati proprio dai temi a lui sempre accostati, hanno riscosso successi trasversali, e sono stati in grado di diventare punto di riferimento di un genere, come nel caso di Rainbow Six Siege nel panorama degli shooter tattici in prima persona. In questo caso, il nome famoso è associato al videogioco tanto per motivi di paternità quanto per motivi di garanzia: quale miglior certificato di validità del nome di uno degli autori più apprezzati degli ultimi decenni compreso nel titolo del videogioco?

Infine, uno sguardo al passato rivela come l’unione di personaggio e videogioco sia sempre stata ben presente anche prima dell’odierna rivalutazione del mezzo videoludico: è il caso di Michael Jackson’s Moonwalker o di Michael Jordan: Chaos in the Wind City, rispettivamente del 1990 e 1994. Esempi risalenti, accomunati dall’accostamento di semplici titoli in 2D a un personaggio all’epoca all’apice del successo: una testimonianza di come la tendenza non sia certamente un fenomeno legato al moderno concetto di videogaming.

 

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