Primordia – Recensione

Luciana Perrucci
Di Luciana Perrucci - Contributor Recensioni Lettura da 6 minuti
6.9
Primordia

Facciamo un piccolo viaggio nel tempo e torniamo nel 2012, l’anno in cui il mondo sarebbe dovuto finire secondo le “antiche profezie” dei Maya. Fortunatamente (o sfortunatamente?) nessun meteorite si è schiantato sulla Terra e nessuna pestilenza ha decimato tutta la popolazione mondiale. Ma se ciò fosse accaduto, probabilmente lo scenario sarebbe stato molto simile a quello di Primordia, avventura grafica cyberpunk dal gusto leggermente post-apocalittico, uscita nel dicembre 2012 e creata dai ragazzi di Wadjet Eye Games.primordia_01

Il mito dell’uomo

L’avventura comincia con l’introduzione dei due protagonisti, Horatio Nullbuilt e Crispin Horatiobuilt. Entrambi vivono come eremiti nel relitto di un’astronave, la UNNIIC, e sopravvivono grazie a un nucleo di energia. Intorno a loro regna un deserto rossastro, reso ancora più malinconico dai rottami grigi che affiorano come fossili tra le dune. L’unico contatto con la società esterna sembra essere una radio, eternamente sintonizzata sulla frequenza di Metropol, una remota città che trasmette incessantemente proclami di eterna felicità come ogni buona dittatura sa fare. Tutto cambia quando un misterioso robot, ruba il nucleo di energia costringendo i due protagonisti ad avventurarsi nel mondo esterno, fino ad arrivare a Metropol, meta tanto agognata da Crispin e disprezzata da Horatio. Riusciranno i nostri eroi a recuperare il nucleo? Sin dall’inizio del gioco, è chiaro che la ricerca del nucleo di energia è solo un pretesto per esplorare l’universo di Primordia e contemporaneamente gli oscuri segreti del passato di Horatio. Siamo immersi in un mondo popolato dai robot, dove la figura umana è accostata al mito e viene venerata (da ricordare il primo incontro con Ever Faithful Leobuilt, il predicatore del credo dell’Uomo). La società dei droidi sembra sopravvivere ed è anche capace di “riprodursi”, e quindi di portare avanti la specie robotica costruendo nuovi robot. Curiosa la tradizione di lasciare il proprio nome in eredità alle creazioni come nel caso di Crispin il quale ha come patronimico “Horatiobuilt”. Lo stile grafico in pixel art che ci propone Victor Pflug è ben curato, nonostante i contorni dei PNG poco netti. Il mondo devastato di Primordia ha un forte impatto visivo e, in alcuni momenti, riporta alla mente le atmosfere cupe di I Have no Mouth and I Must Scream, un altro diamante splendente nella storia delle avventure grafiche. La prevalenza dei grigi e marroni non è per niente monotematica, grazie alla cura dei dettagli sia dei personaggi che delle ampie ambientazioni, che probabilmente creeranno un lieve senso di agorafobia atto ad immergere sempre più il giocatore nel mood del gioco.primordia_02

Uno humor poco richiesto

Nonostante le ambientazioni così d’impatto, non si può dire lo stesso della trama e degli enigmi. Il prologo è decisamente coinvolgente e le prime ore di gioco intratterranno non poco, invogliando il giocatore ad esplorare ogni oscuro anfratto. Ma nella prima parte del gioco vengono presentati, in maniera molto frettolosa, molti elementi importanti che potevano essere sviluppati passo passo. Le figure mistiche vengono palesate senza lasciare alcun dettaglio oscuro e questo potrebbe lasciare qualcuno con l’amaro in bocca. Sembra quasi che Primordia spari le sue cartucce migliori durante le prime tre ore di gioco, ma fortunatamente le dinamiche migliorano nella seconda parte, soprattutto grazie all’aggiunta di vari comprimari ricorrenti e di obiettivi di grande importanza; il tutto supportato da una sceneggiatura discreta che non manca di citare famosi film e videogiochi. Le storie dei personaggi rimangono però poco approfondite, relegate ai margini della storia principale, come se fossero degli elementi di scarsa importanza.

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Un’altra nota dolceamara riguarda il drone Crispin: sin dall’inizio, il suo personaggio svolge il ruolo dell’aiutante dalla battuta pronta, ma a lungo andare la sua comicità sembra quasi stonare con il cupo universo che lo circonda. Un po’ di humor non fa male, soprattutto in uno scenario così desolato… ma basta poco per sfociare nella ridondanza e nell’umorismo forzato. Crispin non è un personaggio di contorno, eppure i siparietti con Horatio lo intrappolano irrimediabilmente nel ruolo di mera spalla comica. Gli enigmi sono intelligenti e molto tradizionali, incentrati sulla ricerca di codici e congegni da riparare, ma l’uso ripetitivo di alcuni oggetti (come ad esempio l’utilizzo di Crispin nella maggior parte dei rompicapi) spezza l’atmosfera e può creare non pochi fastidi. I rompicapi di decrittazione, al contrario, sono molto soddisfacenti e per nulla scontati. Un altro interessante appunto è il finale, o meglio i finali. Le nostre scelte, durante il gameplay, influenzeranno in modo significativo l’esito della nostra avventura, risolvendo alcuni misteri della trama in maniera più o meno esaustiva. In uno dei finali, uno dei punti oscuri della trama non viene sviscerato completamente, dando un senso di sospensione e, nel peggiore dei casi, insoddisfazione.

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L’interazione con l’ambiente avviene con il tradizionale “punta e clicca” che piacerà a tutti gli appassionati del genere. Viceversa il macchinoso inventario potrebbe risultare un problema per alcuni: sarà necessario aprirlo da menu, poi selezionare l’oggetto necessario, premere OK e dunque poterlo usare nella schermata. Questo meccanismo rallenta di molto lo svolgimento degli enigmi, causando non poche noie a un giocatore poco paziente. Generalmente le avventure grafiche richiedono tempi molto distesi (e questo i giocatori lo sanno bene) ma quando questi momenti vengono consumati inutilmente può essere un problema. Da segnalare anche qualche situazione di “pixel hunting”, non esclusivamente attribuibile alla monocromia della grafica, che rende ancor più difficoltosa la combinazione degli oggetti.

Primordia
6.9
Voto 6.9
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Contributor
Traduttrice e revisora (anche) di videogiochi, tra il lavoro, il gaming il suo podcast e le recensioni, Luciana ha deciso che dormire non fa per lei. È fermamente convinta che non arriverà ai 40 anni di questo passo. Tra i suoi generi videoludici preferiti ci sono gli horror, le avventure grafiche e i gestionali. È allergica ad Animal Crossing.