Il mercato delle visual novel è estremamente variegato e diversificato, più di quanto si potrebbe immaginare a un primo sguardo. La qualità di scrittura, disegni o gameplay sono in grado di creare prodotti che vanno oltre l’ipotetico pubblico demografico preventivato. Come qualsiasi opera, anche i titoli Otome hanno una loro ambizione e un loro spazio importante nel settore videoludico e, per questo, è piuttosto superficiale considerarli come un qualcosa di “inferiore” o “di poco conto”. Uno dei prodotti che dimostra particolarmente la forza comunicativa ed espressiva del sottogenere è proprio il titolo che oggi analizziamo in sede di recensione, Piofiore: Episodio 1926, finalmente localizzato per il mercato occidentale.
Una città italiana chiamata Burlone
Non è semplice descrivere la trama di questo specifico lavoro di Otomate e Idea Factory, visto che si suddivide in una serie di molteplice storie che proseguono con specifici finali di Piofiore: Fated Memories. In questo senso, preferiamo non entrare eccessivamente nel dettaglio visto il possibile rischio spoiler sin dalla prima linea di dialogo. L’importante è sapere che il titolo è principalmente diviso in tre sezioni principali, due accessibili dall’inizio e l’ultima da sbloccare.
La prima sezione, intitolata Episodio Burlone, si presenta come seguito dei finali positivi dei possibili interessi amorosi del precedente episodio, per un totale di cinque scenari selezionabili. La seconda sezione si chiama Episodio Alternativa ed è il seguito del finale “ending”, come viene definito nel gioco, mentre il terzo preferiamo non anticiparlo per evitare ulteriori anticipazioni. Una suddivisione che rende un titolo più un contenitore di diverse visual novel con protagonisti gli stessi personaggi e ambientazioni, ma con interazioni e vicende distinte.
Impressionante come queste storie differenti riescano a completarsi a vicenda, in un continuo approfondimento in grado di osservare i punti di vista delle diverse figure in gioco. Le diverse linee percorribili riescono così a tenere alto l’interesse dell’utente finale, oltre a una longevità di tutto rispetto visto le circa cinque o sei ore per raggiungere i titoli di coda di ogni scenario.
Una buona durata non sarebbe nulla senza una sceneggiatura di qualità, e Piofiore: Episodio 1926 rappresenta uno dei migliori esponenti attualmente sul mercato. Le caratterizzazioni dei protagonisti, i rapporti rappresentati così come le emozioni e i dubbi della protagonista dimostrano apertamente un seguito coeso che rispetta pienamente le intenzioni del titolo precedente. Alcuni personaggi non raggiungono la stessa qualità di scrittura o risultano perfino fuori luogo, ma in generale lo sceneggiatore Ringo Kazura e il director Asahi Takamura hanno realizzato un ottimo lavoro.
Interessante come l’ambientazione e il periodo storico siano parte integrante della narrativa, con continue citazioni a figure storiche o elementi culturali realmente esistiti. Un’idea che fa sentire gli utenti maggiormente vicini all’universo rappresentato, soprattutto quelli italiani, anche grazie a una funzione dizionario che spiega in breve personalità, libri e perfino cibi.
La perfezione ludica
Il team di Otomate è ormai esperto per questo genere di produzioni e, ovviamente, perfino in quest’ultimo lavoro la formula di gioco è praticamente perfetta. Il gameplay non vuole assolutamente rivoluzionare il mercato degli Otomte, bensì presentare un’esperienza rifinita e curata nei minimi dettagli.
La struttura di gioco si presenta quindi come una serie di dialoghi intervallati, di tanto in tanto, da alcune scelte morali più o meno influenti. Quest’ultime sono l‘unica parte realmente interattiva dell’intero prodotto, vista la possibilità di raggiungere determinati finali in base alle scelte effettuate. Un elemento ormai tipico per i titoli del team di sviluppo in questione, in grado di offrire un ulteriore grado di rigiocabilità. In questo senso è assolutamente apprezzabile la presenza di novantanove slot di salvataggio, così da agevolare l’approfondimento delle differenze nella narrazione e nei dialoghi.
Le fasi di lettura sono l’elemento cardine dell’intera esperienza, non solo per la constatata qualità della sceneggiatura, ma anche per la personalizzazione offerta all’utente finale. In qualsiasi momento è possibile salvare, velocizzare o nascondere il testo, osservare e riascoltare i dialoghi precedenti e perfino automatizzare il proseguimento. Il menu delle opzioni presenta ulteriori caratteristiche in grado di modificare l’esperienza, come la velocità e trasparenza dei dialoghi, il volume della voce dei singoli personaggi o la colonna sonora e gli effetti sonori. Inoltre, il gioco permette una completa personalizzazione delle funzioni dei singoli tasti del controller.
Gli sviluppatori hanno comunque inserito due elementi che contraddistinguono la produzione, chiamate Meanwhile Story e Aria. La prima è ripresa da Piofiore: Fated Memories, e permette di osservare gli eventi che accadono in contemporanea a quelli della protagonista. La seconda, invece, permette di comprendere i sentimenti interiori che uno degli interessi amorosi prova in quello specifico momento, tanto da possedere rimandi a eventi del primo gioco. Il team di sviluppo ha effettivamente pensato comunque agli utenti che si approcciano per la prima volta in questo universo narrativo, ma in questa recensione è evidente come Piofiore: Episodio 1926 sia maggiormente indicato per le persone che hanno già affrontato il prequel.
Interessante anche la caratteristica iniziale di Episodio Alternativa, visto la presenza di un tabella che mostra piccoli sprazzi di vita quotidiana della protagonista. Un elemento che magari sembra secondario, ma che al tempo stesso aumenta ulteriormente il grado d’immedesimazione nei suoi confronti.
Un prodotto artistico
Durante il gameplay per la recensione di Piofiore: Episodio 1926 siamo rimasti sorpresi dalla qualità e quantità degli artwork. Il lavoro realizzato dall’illustratore RiRi nei personaggi e nelle ambientazioni è splendido, pieno di piccoli dettagli seppur in qualche modo contrastanti. Una scelta sicuramente stilistica, in grado di essere apprezzata o meno in base ai gusti personali del singolo.
Lo stesso vale anche per gli artwork che rappresentano momenti chiave della narrativa, dove il rapporto dei personaggi viene ben evidenziato in una rappresentazione visuale che varia dai momenti comici a quelli drammatici. Il numero sorprendente di disegni non fa altro che dimostrare l’impressionante lavoro in questo campo, quasi da far dimenticare quella sensazione di déjà vu presente negli esponenti del genere.
La colonna sonora non è sicuramente da sottovalutare, grazie all’egregio lavoro compiuto da Syunsuke Wada che accompagna piacevolmente il giocatore. Ottime anche le canzoni cantante realizzate per l’occasione, ormai uno dei molti marchi di fabbrica dei titoli realizzati da Otomate. Infine, la direzione del doppiaggio risulta per lo più perfetta e adatta al contesto. Un vero peccato che la protagonista non presenti alcun genere di voce, una scelta sicuramente stilistica ma che non funziona nel suo insieme.
Una localizzazione imperfetta
Il lavoro di ottimizzazione su Switch è sicuramente encomiabile, visto che il gioco non presenta alcun genere di bug o rallentamenti di sorta. Il team di sviluppo è riuscito perfino a sfruttare tutte le caratteristiche della console, visto che in modalità portatile è possibile vivere l’intera esperienza sia con i controller tradizionali che attraverso i comandi touch. Il suo utilizzo impiega perfino un uso moderato della batteria, rendendo così il prodotto in questione adatto per lunghe sessioni di gioco.
Un vero peccato per la localizzazione, visto la presenza di alcune imperfezioni nella traduzione di termini dal giapponese. Il senso del discorso è ovviamente comprensibile, quindi un difetto sicuramente minore che non va intaccare l’esperienza. Inoltre, come tipico delle maggior parte delle produzioni Otome non è presente alcuna lingua scritta oltre quella inglese. Una scelta ovviamente dettata dal mercato, ma che al tempo stesso ne limita ulteriormente l’accessibilità e il possibile interesse.