Non uno tra i migliori periodi per la Disney, eppure, lo storico colosso dell’animazione ha deciso di riprovarci con una saga che non aveva conosciuto molto successo in passato. È tempo infatti di un nuovo tentativo con Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, serie TV che oggi analizziamo in recensione.
Questo avviene dopo i primi tentativi al cinema di qualche anno fa. Il primo, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: il ladro di fulmini nel 2010 e il secondo, Percy Jackson: il mare dei mostri nel 2013, non avevano goduto di particolare successo tra pubblico e critica, nonostante la parte di Percy affidata all’attore Logan Lorman e la produzione e regia del primo capitolo di Chris Columbus (Mamma ho perso l’aereo, i primi due Harry Potter, ed una sterminata produzione di pellicole soprattutto per ragazzi).
https://www.youtube.com/watch?v=sdGKx582v2c
La storia di Percy Jackson è tratta da una saga di ben cinque romanzi di Rick Riordan che, invece, di successo ne ha avuto parecchio nel corso degli anni. Proprio per questo, i fan attendevano con impazienza una trasposizione che potesse rendere giustizia agli scritti. Un po’ come l’HBO sta provando ad approfondire la storia di Harry Potter riadattandone tutti i romanzi utilizzando il formato serie TV, dall’ampio respiro e minutaggio ed unico modo per rimanere fedele al materiale originale, ecco che anche la Disney prova la stessa operazione con Percy Jackson.
Su Disney+ è infatti ora disponibile Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, serie TV di otto episodi con protagonista Walker Scobell (The Adam Project), basata principalmente sul primo romanzo della saga (Il Ladro di Fulmini).
Percy Jackson è un ragazzino di dodici anni che sente di essere diverso dai suoi compagni di classe. Non del tutto accettato, anche bullizzato da alcuni, si ritrova dal nulla a vivere un’inconsapevole avventura. Figlio di Sally Jackson, mamma umana, scopre di essere un semidio. Suo padre è un Dio e il suo nuovo posto è un vero e proprio campus dove i semidei che lo frequentano si allenano a diventare eroi. Qui troverà nuovi amici, mentori, ma anche difficoltà che lo faranno crescere e lo porteranno a vivere viaggi ed avventure alla ricerca di qualcosa… o qualcuno.
La forza della recitazione dei giovani
Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, almeno per quanto riguarda gli episodi disponibili e che abbiamo potuto vedere in anteprima, è una serie che naturalmente non bada a spese per quanto riguarda il comparto tecnico. Quando il prodotto viene da materiale di ampio respiro, quindi romanzi, ed il pubblico è principalmente giovane, si sa che la qualità tecnica possa passare in secondo piano a vantaggio della trama.
In questi episodi – ognuno della durata di circa mezzora – la storia scorre con relativa velocità e con scioltezza… forse troppo a volte, specialmente quando servirebbe approfondire questioni che riguardano la sfera psicologica dei personaggi. Il protagonista infatti, interpretato da un ottimo Walker Scobell (che abbiamo già visto in The Adam Project in precedenza), avrebbe molto da dire se solo gli fosse dedicato un po’ di minutaggio in più. Un personaggio che soffre di dislessia, con dei problemi a scuola e con la socialità, con una famiglia particolare ed uno sconvolgimento totale che vive in una manciata di ore. È un personaggio sveglio, seppur dodicenne, e fortemente sarcastico, di spessore; tuttavia manca l’approfondimento della sofferenza sia fisica che mentale.
Quello che vive Percy già a partire dai primi due episodi non è certo cosa da tutti i giorni, ma viene presentato allo spettatore con troppa leggerezza. Un po’ si perde anche con il doppiaggio italiano. Walker Scobell è molto bravo ed interpreta un personaggio che è 1 o 2 anni più piccolo della sua età. La voce originale, ancora abbastanza alta per l’età, lo aiuterebbe, ma nella versione italiana viene affidato il compito ad un doppiatore con una voce “troppo cresciuta”.
Emerge comunque una buona potenza della recitazione da parte dei giovani, a discapito degli attori un po’ più navigati che forse non trovano il giusto valore tramite la scrittura, buona ma non eccezionale. I compagni di viaggio e di avventure di Percy, quindi Annabeth e Grover, si difendono e conquistano una buona credibilità, appoggiata sempre da una recitazione buona (ma non quanto quella di Scobell). La sensazione generale, senza poter spoilerare avvenimenti troppo avanzati nella storia, è che il formato serie ben si adatta a questa saga, sicuramente più dei formati cinematografici. Si potrebbe quindi finalmente dare giustizia al materiale cartaceo ed inaugurare un nuovo piccolo capitolo di Disney+, e più in generale della Disney, sperando che in futuro non venga tutto rovinato dalla fretta (visto che gli attori crescono) o dalla necessità di spremere al massimo la storia.