Tornano sul grande schermo i robottoni che combattono contro i mostri giganti usciti dalla costa del pacifico! Invece no: Pacific Rim – La Rivolta narra una storia diversa dal suo predecessore, in centoundici minuti a schermo, di cose ne succedono abbastanza ma la domanda che tutti si pongono all’arrivo di un secondo capitolo è sempre la stessa: sarà più bello o all’altezza del primo episodio della serie? Vediamo come si è comportato dietro la telecamera il regista Steven S. DeKnight.
Novi Jaeger, vecchi Kaiju
Gli eventi a schermo in Pacific Rim – La Rivolta partono ben dieci anni dopo quelli visti nella prima pellicola: ormai la terra è al sicuro, al punto che gli Jaeger sono diventati di dominio pubblico e svolgono la funzione di polizia internazionale. Diverse aziende hanno preso il controllo del mondo, l’economia gira tutta intorno ai resti dei Kaiju uccisi. Il protagonista di questa nuova storia è Jake Pentecost (John Boyega), figlio del compianto comandante Pentecost che ha dato la vita per chiudere la breccia, luogo da dove i Kaiju entravano nel nostro mondo. A differenza del padre, Jake non è il soldato per eccellenza che ci si aspetterebbe dato il suo retaggio anzi, ci tiene proprio a sottolineare le distanze con il genitore, rubando e vivendo alla giornata nei bassifondi di città. Evitando spoiler sulla trama, possiamo dirvi che lo Jaeger protagonista del primo film è stato sostituito dal più snello ed attivo Gipsy Avenger, e al suo fianco troveremo una squadra di nuovi “cacciatori” meccanici, pronti a difendere la Terra da una nuova minaccia: senza rivelare altro della trama, anche perché abbastanza banale.
Nuovi Arrivi e Vecchie Conoscenze
Boyega lascia lo spazio e le guerre stellari per rivestire un ruolo meno impegnato, più scanzonato e senza troppe pretese: l’attore non delude a schermo, rendendo credibile il suo personaggio, con qualche battuta ben piazzata e ben recitata qua e la, smorza bene la tensione e strappa sinceri sorrisi. Rinko Kikuchi torna a vestire i panni di Mako Mori, inspiegabilmente non viene citato il suo compagno d’avventura ed ex protagonista della pellicola, Raleigh Backet (Charlie Hunnam). Charlie Day invece ci ripropone il suo Dott. Newton Geiszler, ancora più schizzato che nel primo episodio ma comunque coerente con il personaggio. Una delle criticità del film è proprio questa: gli attori non sbagliano, interpretano bene il loro ruolo, il problema sta nella scrittura dei personaggi e del contesto fa risultare il tutto piatto, scialbo e senza peso. A differenza del primo capitolo, il comparto creativo fa acqua da tutte le parti, senza dare un vero passato ai protagonisti, tutto evolve molto velocemente, sia i problemi che le soluzioni che sembrano sempre a portata di mano.
Combattere con gli Jaeger
Pacific Rim – La Rivolta cerca di essere un degno successore del suo predecessore, sfortunatamente mancando il bersaglio: la trama è piatta, i personaggi sono poco dettagliati, le grandi assenze del passato si fanno sentire e non poco; manca il personaggio carismatico che invece era presente nel primo capitolo. Triste anche la praticamente inesistente crescita emotiva dei protagonisti, eccetto per qualche piccolo dettaglio. Cosa c’è di buono dunque? I combattimenti in CGI: le scene d’azione degli Jaeger sono ben oltre il livello del primo film; i robottoni si scontrano in zone ampie, senza polvere che impedisce (o maschera) le mancanze tecniche del precedente capitolo, il sole è spesso alto nel cielo permettendoci di scorgere tutti i dettagli dalle armi ben curate e le scintille che si liberano dall’impatto di metallo su metallo. Ottima la fotografia e l’action che imperversa in buona parte della pellicola, male tutto il resto: nel complesso è un prodotto visibile ma non c’è da gridare al miracolo sfortunatamente.