Le faide tra i vari generi musicali esistono da moltissimo tempo: con l’avanzare dell’arte della musica, e conseguentemente la diversificazione dei vari generi (e la creazione dei sottogeneri), si sono formate molte spaccature, che possono essere tutte raccolte in due grandi insiemi: i generi commerciali e quelli alternativi. Sembra riduttivo, ma in realtà ogni singolo genere (salvo rare eccezioni) può essere inserito all’interno di una di queste due macrocategorie. Andando sempre per semplificazione, nei generi commerciali rientrano tutte le mode, mentre in quelli alternativi troviamo le varie tipologie di Rock. No Straight Roads parte proprio da questo assunto.
In Vinyl City vige il predominio di NSR, che impone l’ascolto di musica definita come EDM e bolla come inutili tutti gli altri generi. Nell’EDM ci rientrano quelle canzoni facenti parti di stili commerciali, vendibili e profittabili: Reggae, Pop, musica da Boyband, Idol e da discoteca. La storia ci farà giocare nei panni di Zuke e MayDay, due provetti rockettari che, con la loro band, provano a superare il provino. Dopo il loro successo, comunque bollato con una gigantesca X da parte dei giudici, la musica Rock viene proibita in tutta Vinyl City, costringendo Zuke e May a partire per un lungo viaggio con l’intento di trovare i vari artisti della NSR, sconfiggerli e riportare il Rock.
Prendi il ritmo
No Straight Roads non è soltanto un bel faccino (ovvero una storia interessante): il gioco infatti predispone una serie di gameplay diversi, tutti vicini all’avventura, capaci di rendere le varie sezioni di giochi divertenti. Per quanto riguarda l’esplorazione, il titolo ridurrà al minimo le possibilità lasciando accessibili solo segreti, collezionabili e NPC per qualche parola (una cosa che potrà risultare interessante anche solo per sentire certi discorsi). Per quanto riguarda il vivo del gioco, anche quello è divisibile in due grandi aree: da un lato abbiamo il percorso, ovvero il viaggio che ci porterà verso il boss, ovvero la seconda area. I vari percorsi sfruttano dinamiche platform, scontri con dei mob molto facili da sconfiggere e delle location artisticamente ben curate. In questo frangente dovrete andare a ritmo di musica, prevedendo così gli attacchi nemici e infliggendo i vostri. Molto interessante, se non fosse che dopo un po’ non bastano le trovate platform e l’art direction ad alleviare una leggera monotonia, spezzata solo dalla splendida soundtrack.
La seconda parte focale è costituita dai boss: essi, ognuno esponente di un genere di musica dell’EDM, presenterà dei pattern di vario tipo (che cambieranno con l’avanzare della boss fight), molto belli da imparare e da superare. Come ogni musica, dopo un po’ essi torneranno a ripetersi, e starà a voi sfruttare queste fessure, raccogliere delle note e lanciarle contro il nemico. A prescindere da che tipo di combattimento farete, i due personaggi (che potrete utilizzare in co-op locale) saranno molto diversi in termini di skill e stile: Zuke è un batterista, come tale molto agile con le braccia e capace di infliggere veloci combo, mentre MayDay è una chitarrista, in grado di infliggere potenti riff (e quindi attacchi più lenti ma dannosi). Questa differenza, che dapprima potrebbe sembrarvi una semplice scelta, diventerà invece vitale nel corso del gioco, richiedendo più volte di cambiare tra uno e l’altro personaggio.
La calma prima della tempesta
Ovviamente dovrete anche riprendere fiato tra un’esibizione e l’altra: in No Straight Roads infatti potrete potenziare i vostri eroi, oltre che visitare le varie zone di Vinyl City che liberete. Nel primo caso avrete modo di applicare degli stickers sugli strumenti, potenziandoli momentaneamente nei vari valori. Potrete anche ampliare i vostri attacchi, così come svilupparne di nuovi in combinazione (e rendere sempre più dettagliato il vostro stile di combattimento rockeggiante). Ovviamente queste dinamiche le vedrete molto di più nelle fasi con i mob: le boss fight, di loro, cercheranno invece di farvi adattare al ritmo e allo stile del combattimento, cambiando da genere a genere.
Una cosa che davvero non dovrete farvi sfuggire in No Straight Roads sono i dialoghi: se molti giochi possono tranquillamente essere vissuti senza leggere le righe di dialogo, in questo titolo invece vi perdereste buona parte del significato: parliamo di un gioco che, nonostante proponga tutto con leggerezza, porta un significato tanto banale quanto importante, ovvero che l’arte non deve avere costrizioni. Se andiamo a vedere, nel dettaglio possiamo anche leggere un sottotesto più concreto legato alla musica, dove sempre più, nazione per nazione, sopravvivono generi vendibili, mentre quelli più classici (o comunque più particolari) appassiscono. Non siamo qui per farvi la morale su che tipo di musica ascoltiate, ma se avrete modo di giocare a No Straight Roads, vi consigliamo di non dare per scontato il significato del gioco.
Una dedica al Rock
Se c’è una cosa che risalta subito nel gioco è l’amore verso questo genere di musica che traspare: da un lato lo vediamo nell’art direction, dall’altra nelle musiche e nei richiami. Nel primo caso parliamo proprio della struttura di ogni cosa: personaggi, location, dettagli. Ogni singolo poligono è ispirato, restituisce un feeling interessante e affascinante e riesce ad intrappolare in poco tempo dentro un mondo che non vorremo più abbandonare. La musica, però, la fa da padrona (sia con il cuore che con la testa): se infatti la soundtrack riuscirà a coinvolgervi in ogni singola fase del gioco, c’è anche una forte propensione nel voler omaggiare il Rock originale. Per questo sarà più che facile trovare richiami in linee melodiche, poster, dischi o anche in alcuni dialoghi (che purtroppo nel doppiaggio in Italiano un po’ si perdono).