A più di cinque anni dal rilascio di Nintendo Switch abbiamo visto il rilascio di titoli che mai ci saremmo immaginati potessero giungere sull’hardware della Grande N. Non parliamo di capolavori dal calibro di The Legend of Zelda: Breath of the Wild o Super Mario Odyssey, bensì di tutti quei titoli di terze parti che hanno fatto innamorare milioni di giocatori sulle altre piattaforme. Nel tempo abbiamo visto Doom (2016), The Witcher 3: Wild Hunt e adesso anche No Man’s Sky. Parliamo di tutte produzioni che, lo sappiamo benissimo, richiedono hardware piuttosto performanti e pensavamo che difficilmente sarebbero potute girare – nativamente – su Nintendo Switch. Tra le tante abbiamo potuto provare e analizzare in recensione anche NieR:Automata nella sua The End of YoRHa Edition dedicata a Switch, rilasciato pochi giorni fa e che rappresenta uno dei porting più incredibili visti finora su di essa.
Mettiamo subito le mani avanti: rispetto ai titoli sopracitati, il gioco di Square Enix e Platinum Games subisce tutta quella serie di downgrade che non potevano mancare in un porting così ambizioso.
Tuttavia, rispetto al rilascio originale dell’opera, datata 2017, i compromessi raggiunti sono decisamente minori rispetto quanto visto con altri giochi come The Witcher 3. Vi diremo di più, siamo rimasti sorpresi nel vedere come siano state addirittura fatte alcune migliorie, seppur minori. Facciamo quindi una piccola premessa prima di partire con l’intera analisi tecnica di NieR:Automata The End of YoRHa Edition per Nintendo Switch.
Prima di tutto, come suggerisce il titolo, quella giunta sulla console ibrida è ovviamente l’edizione definitiva che include tutti i contenuti rilasciati precedentemente. Troveremo quindi il DLC “3C3C1D119440927”, i costumi di NieR:Replicant e tutte le altre introduzioni giunte negli anni. Un pollice in su per tutti coloro che non avevano ancora potuto scoprire questa grande perla di Square Enix e Platinum Games, e che ora possono farlo in grande stile.
Passiamo quindi alla fatidica domanda, che la maggior parte di coloro che stanno leggendo questa recensione stavano aspettando da tempo: come gira NieR:Automata su Switch? Stavolta, rispondere è molto semplice e immediato, perché possiamo confermare che il titolo di Square Enix si comporta molto bene sulla piattaforma di Nintendo. Non abbiamo davanti un porting che soffre in modo evidente delle limitazioni tecniche dell’ibrida giapponese ma, anzi, quello che ci siamo trovati tra le mani è un prodotto raffinato in ogni modo possibile.
Il segreto per un porting di successo
Il processo di porting è stato effettuato dal team di sviluppo Virtuos, che già in passato aveva dimostrato di avere grandi conoscenze e capacità con l’hardware di Nintendo Switch, portando su di essa titoli come Dark Souls Remastered o Dying Light: Platinum Edition. Questi due titoli sono riusciti a brillare in termini tecnici nonostante le limitazioni e allo stesso tempo dimostravano che la piattaforma poteva dare il meglio di sé, se il lavoro di porting veniva effettuato con cura e nei giusti tempi.
NieR:Automata si aggiunge alla lista dei successi di Virtuos e probabilmente ne rappresenta la punta di diamante. Questo perché in modalità TV è stato possibile raggiungere i 1080p, mentre in portabilità arriva a 720p, e toccando quindi i limiti della console in termini di risoluzione. Su schermo, il mondo creato da Yoko Taro quasi non ha lacune e può ancora far vanto della direzione artistica unica che ha contraddistinto il titolo cinque anni fa.
Questo grazie all’aggiunta ponderata di una tecnica di antialiasing, che migliora in modo considerevole la qualità delle immagini, soprattutto sulle lunghe distanze. Il problema più evidente resta però la qualità delle texture e la precisione del loro posizionamento. In alcune situazioni si può notare molto come il compromesso più grande sia stato proprio relativo a questo aspetto e non siamo per nulla riusciti a chiudere un occhio tanto bassa è la loro risoluzione.
Compromessi inevitabili
A non esserci piaciuto molto è anche il terribile effetto di pop-up che si crea nel momento in cui ci avviciniamo a strutture molto grandi. In alcuni casi, soprattutto quando ci trovavamo nel mondo aperto, abbiamo potuto vedere come alcuni edifici ottenessero dettagli sotto i nostri occhi. Questo succede chiaramente per via delle limitazioni hardware della console e non crediamo che si sia potuto fare più di tanto, anzi.
Non siamo stati felici neanche della riduzione dell’occlusione ambientale da parte del team di sviluppo, sebbene riconosciamo sia una piccola mancanza che potrebbero notare solo coloro che hanno giocato molte ore a NieR:Automata in passato. Ancor meno positivo è però un problema piuttosto frequente di rarefazione delle ombre, dove vengono caricate in modo incorretto in alcuni punti specifici. Su questo punto speriamo in un aggiornamento che risolva questo problema, dato che è davvero difficile non notarlo, e vi garantiamo che è anche piuttosto fastidioso.
Ribadiamo quanto il lavoro fatto da Virtuos sia stato impeccabile aprendo la parentesi del framerate. Su Nintendo Switch NieR:Automata gira a 30 fps, e se pensate che il risultato sia poco soddisfacente, ricordate che la risoluzione resta quasi completamente ancorata ai 1080p in modalità TV e 720p in portatile. Peraltro, sottolineiamo che anche sulle altre piattaforme l’opera mostrava qualche incertezza nel frame rate, toccando il picco dei 60 fps con non poche difficoltà.
In questo caso, il team di sviluppo ha preferito impostare l’asticella sui 30 fps, limitando in modo considerevole anche possibili sbalzi. Non possiamo dire di non aver notato riduzioni nella frequenza di fotogrammi: è ovvio che in alcune occasioni, come in scene con tanti effetti o poligoni su schermo, ci saranno dei cali. Ciò che vi possiamo garantire è che l’instabilità del framerate non è un problema tanto accentuato da ritenerlo un vero e proprio difetto del porting.
Piccola parentesi che apriamo, per omaggiare ancor di più il lavoro fatto da Virtuos, e per farvi capire quanto sia stato minuzioso, è una novità che non ci saremmo aspettati. Nella versione per Nintendo Switch di NieR:Automata c’è la possibilità di effettuare schivate utilizzando il giroscopio dei controller. Si tratta chiaramente di un’aggiunta che passa in secondo piano rispetto al porting in sé, ma è un elemento che riteniamo di precisare in fase di recensione, sebbene sia qualcosa che abbiamo disattivato dopo la prima ora di gioco, tanto sia imprecisa.