Mutant Year Zero: Road to Eden – Recensione dello strategico ispirato a XCOM

Giuseppe Fragola
Di Giuseppe Fragola News Lettura da 8 minuti
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Mutant Year Zero: Road to Eden

Sviluppato dai ragazzi di The Bearded Ladies (team composto, in parte, da ex sviluppatori di Hitman e Payday), edito da Funcom, e pubblicato su PlayStation 4 (versione provata), Xbox One e PC, ecco a voi Mutant Year Zero: Road to Eden, un clone post-apocalittico di XCOM, con un carattere tutto suo. Mutant Year Zero: Road to Eden narra di un mondo in cui il genere umano ha confermato tutta la propria stupidità, auto-distruggendosi a colpi di testate nucleari: le esplosioni hanno fissato il punto, quello (quasi) definitivo sulla storia degli uomini, e quando la polvere si è posata, sul pianeta nuovi esseri hanno iniziato a prendere il sopravvento: i Mutanti.

Mutant Year Zero: Road to Eden

La strana coppia (mutante)

Il papero Dux e l’uomo-cinghiale Bormin fanno parte di questi nuovi esseri, e sono protagonisti delle avventure narrate in questo intrigante titolo d’avventura strategico. Dux e Bormin sono “Stalker“, esploratori incaricati di raccogliere risorse di vario genere per la sopravvivenza della propria comunità. Essa è raccolta in un enorme accampamento conosciuto con il nome di Arca, il cui concetto di “salvezza” è di biblica ispirazione. I due particolari eroi sono dotati di due armi ciascuno. Dux è contraddistinto da un carattere che definire vulcanico è riduttivo, Bormin è addirittura esplosivo nell’esteriorizzare tutta la sua rabbia (guai a chi intralcia il suo cammino!). Nel corso dell’avventura, ai due si unirà Selma ad una manciata di altri personaggi. Ai giocatori, però, sarà concesso prendere il controllo soltanto di Dux e del suo amico Bormin.

Il gameplay di Mutant Year Zero: Road to Eden si ispira chiaramente (per non voler dire “è una copia perfetta di…”) alla serie XCOM sviluppata da Mythos Games (prima) e Firaxis Games (poi). Si tratta di un titolo d’avventura strategico dove la particolarità consiste nell’avere fasi di esplorazione, stealth ed appostamento in tempo reale, al contrario degli scontri diretti con gli avversari, gestiti interamente secondo i cliché dei combattimenti a turno. Il modo in cui i propri eroi vengono gestiti durante gli scontri è perfettamente identico a quanto visto nei titoli della serie XCOM: 2 punti azione e un convincente sistema di coperture gestiscono saggiamente il ritmo tra “respiro” e “balzo”, entusiasmando gli appassionati del genere.

Mutant Year Zero: Road to Eden è un titolo particolare, come detto già prima, ma purtroppo tale affermazione non può (e non deve) essere intesa esclusivamente con accezione positiva. Sebbene gli scontri siano realizzati in maniera “strategicamente” impeccabile e l’impianto grafico risulti essere convincente e ben studiato, e nonostante i protagonisti dell’avventura (e tutti gli NPC di rilievo) siano caratterizzati in maniera decisamente convincente, sono presenti in questo gioco alcuni elementi che non riescono a decretarne il successo in senso assoluto. L’approccio stealth, ad esempio, sarebbe un bene che fosse offerto ai giocatori solo come una delle possibilità di approccio alle situazioni ricreate a schermo. In questo titolo invece agire furtivamente diventa legge, imposizione assoluta e categoria, previo disastroso, preannunciato e sistematico fallimento. Ciò accade a causa di uno sbilanciamento evidente della difficoltà a sfavore del giocatore, che non può osare scontri diretti faccia a faccia col nemico se prima il team non sia stato in grado di agire, in maniera strategicamente perfetta, in assoluto silenzio, tra le ombre, ottenendo un vantaggio sull’iniziativa che darà vita allo scontro.

Mutant Year Zero: Road to Eden

Esplorare (ma neanche tanto)

Come in ogni titolo d’avventura che si rispetti, troviamo immancabili varie abilità da sbloccare, con l’aumentare dei punti esperienza. Nonostante il titolo si vanti di una componente d’esplorazione in tempo reale, non riusciamo a comprende la scelta degli sviluppatori di rendere le suddette abilità utilizzabili esclusivamente in fase di combattimento. Limitazioni simili (probabilmente presenti a causa di un budget non proprio eccezionale messo a disposizione degli sviluppatori per realizzare il titolo) le troviamo anche in altre fasi di gioco. Ad esempio, non possibile esplorare l’Arca: il rifugio dove i nostri eroi tentano di sopravvivere, giorno dopo giorno, può essere “visitato” soltanto attraverso un freddo menù, che ci fa spostare (virtualmente) dall’Anziano (il “Saggio” della situazione) all’Emporio, passando per l’Officina e per una rapida sosta in un Bar. Parte delle meccaniche che regolano l’economia del gioco sono bloccate da un’altra scelta poco comprensibile: non è possibile vendere il materiale che non occorre, rendendolo di fatto completamente inutile con il crescere della forza dei protagonisti. La cura risposta dai grafici nel ricreare a schermo un mondo post-apocalittico convincente è da applausi, ma il sorriso del giocatore un po’ si spegne in volto quando scopre che le aree di gioco son davvero molto ristrette, Seppellendo ogni velleità di riproposizione a schermo di un concetto di “esplorazione” che sia vagamente convincente.

Mutant Year Zero: Road to Eden dà il suo meglio soltanto quando a schermo prendono vita gli scontri: quelli si, convincenti, ben studiati. A livelli di difficoltà alti il titolo è in grado di dare del filo da torcere anche ai più esperti del genere. Tra la scelta delle azioni da compiere e degli spostamenti da effettuare sul campo, abbiamo gradito un buon livello di interattività degli ambienti: è possibile, infatti, abbattere mura ed edifici scatenando nella squadra avversaria una buona dose di confusione, da sfruttare a proprio vantaggio non appena se ne presenterà l’occasione. Convincente il sistema di loot, in grado di offrire una buona dose di varietà. in termini funzionali ed estetici, al gameplay che regole i combattimenti a turno, tra catapulte improvvisate a fucili di precisione, grazie ai quali non dar scampo agli agguerriti nemici (peggiori tra tutti, i ferocissimi Ghoul).

Mutant Year Zero: Road to Eden

Occasione (in parte) mancata

Mutant Year Zero: Road to Eden richiede circa 15 ore per essere completato al livello di difficoltà standard (che è già bello tosto di suo). Purtroppo, gli sviluppatori (almeno per ora) non hanno implementato il “New Game +“, spegnendo presto l’interesse nell’ottica di una seconda run, che non offrirebbe nulla di nuovo, né in termini di gameplay puro, né in quanto a narrazione.

Mutant Year Zero è in definitiva un titolo in grado di convincere esclusivamente sotto il profilo puramente strategico (dove l’I.A. sa bene cosa fare, e quando farlo). Riesce solo in parte a brillare sotto tutti gli altri aspetti. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, i dialoghi vi strapperanno più di un sorriso, ma finisce un po’ tutto lì. Un po’ troppo presto. Si sarebbe potuto (e dovuto) fare di più.

Mutant Year Zero: Road to Eden
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Voto 7
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Dall'ormai lontano 1997 abbatto Draghi virtuali, salvo Principesse, mando in visibilio gli stadi di mezzo mondo a suon di gol e anniento avversari con ogni mezzo a disposizione (dagli hadouken alle spade infuocate). Non vedo ragione per smettere, quindi continuo!