Stranger Things, la serie statunitense ideata scritta e diretta dai fratelli Duffer, è un fenomeno fin dalla sua prima stagione. Nel cast sono presenti Millie Bobby Brown, Winona Ryder, David Harbour, Noah Schnapp, Sadie Sink, e tutto il resto della squadra. Ora si è arrivati alla quinta ed ultima stagione, di cui è stata distribuita la prima parte (i primi 4 episodi) su Netflix lo scorso 27 Novembre, e la seconda (gli episodi 5, 6 e 7) di cui vi parliamo oggi in recensione è arrivata il 26 Dicembre. La terza (l’episodio finale che chiuderà definitivamente la Serie TV) arriverà proprio domani, il 1° Gennaio 2026. La banda escogita un piano elettrizzante per ricollegare Will alla mente a sciame. La tensione sale alle stelle durante la perlustrazione del laboratorio di Hawkins nel Sottosopra.
Un Volume 2 più blando?
Dopo un Volume 1 ambizioso, preparatorio e adrenalinico, Stranger Things 5 torna a far parlare di sé con il Volume 2. Questi nuovi 3 episodi rappresentano il penultimo movimento di una serie che ha segnato l’epoca dello streaming. Più che un’esplosione narrativa, questo nuovo blocco di episodi sceglie la strada della riflessione, del consolidamento emotivo e della costruzione finale. Una scelta coerente, ma non sempre coinvolgente.
Qui, si rallenta più il ritmo per dare spazio alla mitologia e ai personaggi, trasformando il Volume 2 in un lungo atto preparatorio. Ma un modus operandi che è stato utile per certi versi, ma allo stesso tempo si dimostra blando e meno d’impatto. I nuovi 3 episodi sono serviti più che altro per “allungare il brodo” e tappare i vari buchi di trama rimasti aperti, risultando a tratti un pelino forzato (e in un’epoca dove si vuole tutto e subito e che va sempre veloce, non è sempre una buona mossa). Quindi, il racconto è stato reso più introspettivo che spettacolare. Però, questo ha dato più spazio ai personaggi e all’emozione.

Parola all’emozione
Gli episodi 5, 6 e 7 si sono concentrati più sui vari personaggi e tutti sono stati ben bilanciati, puntando molto sulla parte emotiva e dando a ciascuno di loro il giusto spessore. Quando Stranger Things funziona, lo fa soprattutto sul questo piano: alcune dinamiche tra i personaggi storici riescono ancora a colpire nel segno, ricordando perché il pubblico si è affezionato a loro fin dagli inizi. Questa mossa è stata accettabile. Tuttavia, se c’è stato da un lato il giusto bilanciamento tra i personaggi e la possibilità di emozionarsi, dall’altro la tensione è venuta un po’ a mancare e l’equilibrio non è così evidente.
Il ritmo cala, le spiegazioni abbondano e l’attesa del finale si fa sempre più alta. È come se non si volesse osare più di tanto ed essere più prudenti. I nuovi tre episodi preferiscono accompagnare lo spettatore a piccoli passi, senza scuoterlo per davvero. Questi capitoli quindi si dimostrano solidi, ma non del tutto memorabili. Qui sorge la seguente domanda: era necessaria la suddivisione in volumi?

Ad un passo dal Gran Finale…
Manca solo la puntata finale, ma se si può iniziare a fare una considerazione quasi complessa sulla stagione, si può già dire che questa strategia di Netflix di suddividere in volumi i propri prodotti di punta (o colonne portanti della piattaforma) è stata inutile. Già il pubblico non ha pazienza, ma se poi si adottano strategie non necessarie non è una buona idea. Ormai resta solo l’episodio finale, e ci si aspetta che sia soddisfacente (ci sono buone aspettative), ma forse sta scoraggiando il modus operandi adottato per arrivare ad esso.
Per quanto riguarda il lato tecnico, invece, si è rimasti più coerenti. Si può ancora notare una regia solida, un continuo passaggio tra il paranormale, l’intrigo e l’horror, effetti visivi suggestivi, una fotografia stucchevole e una colonna sonora contestualizzata al periodo in cui si svolge la trama. Se forse c’è stato un passo indietro, c’è stato nella CGI che non è sempre convincente e nel ritmo altalenante e reso lento, in alcuni passaggi.
Ormai la Finale è dietro alle porte e si avvicina lo scontro finale con il temibile Vecna (Henry) nella speranza che si trovino anche tutte le risposte rimanenti. Già non sono mancate su alcuni misteri, ma si è cercato di giustificare un po’ troppo con l’informativa e la mitologia. Ci si aspetta una conclusione che dia una risposta a tutto e che chiuda il cerchio nel migliore dei modi.
