Moonscars – Recensione del metroidvania più brutale del secolo

Moonscars porta una ventata di aria nuova nel mondo dei giochi in stile metroidvania con elementi soulslike: tutto sotto una luna crescente.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 7 minuti
8.5
Moonscars

Ci sono generi che superano le barriere del tempo e si impongono come un elemento imprescindibile del panorama videoludico: i metroidvania sono certamente tra questi. Moonscars nello specifico, sorpassa tutto questo e si spinge fino ai limiti del soulslike, andando a miscelare i due stili con una ricetta semplice e brutale a nostro avviso. Se la grafica in pixel art vi farà venire in mente che vi trovate davanti ad un gioco “old style” e per questo abbasserete la guardia, non siete mai stati più lontani dalla verità: il gioco vi masticherà per bene fino a sputarvi spolpati!

La Fame del Risveglio

 

L’Icore: vera fonte della vita ed essenza di tutti gli esseri viventi. Il mondo ne è di fatto permeato ed è qui che il nostro protagonista si sveglia, avvolto da una insaziabile fame per questo particolare elemento. Il nostro eroe non ricorda nulla del suo passato eccezion fatta per il suo nome, Grey Irma, che gli sovviene mentre ascolta un vecchio parlare, il quale si fa chiamare Lo Scultore e si professa il creatore dei Clayborn ovvero dei golem di carne ed ossa nei quali l’uomo riversa anime. I Clayborn sono l’esercito dello Scultore stesso, che ha deciso di costruire questa forza armata da spedire contro le tenebre che attanagliano il mondo. Nel corso del suo viaggio, Grey Irma incontrerà non solo nemici, ma anche alleati in questa sua caccia contro il male, anche se all’effettivo lo scopo dell’anima perduta che incarna i diversi corpi è quello di rifuggire dalla mera fame dell’Icore e tornare a vivere una vita normale. Il contesto narrativo sebbene pretestuale all’inizio si evolve di pari passo col gameplay. Questo è molto interessante, in quanto non ci troviamo dinnanzi al solito soulslike in stile metroidvenia dove la storia è scritta al contrario e ci sono pagine mancanti di un libro capovolto, ma linearmente e serenamente si scoprono retroscena e colpi di scena stessi nei panni di un protagonista che accresce il suo carisma pian piano.

L’attacco: la miglior difesa

 

In Moonscars, Grey Irma ha a disposizione un attacco pesante ed un leggero, oltre ad una schivata (che sarà probabilmente la vostra migliore amica) ed una parata che verrà sbloccata come skill nell’albero delle abilità. Per ottenere le abilità vi verrà richiesto di spendere la risorsa Icore che otterrete uccidendo (o famando consecutivamente) i vostri nemici. Sempre attraverso l’Icore, potrete anche lanciare magie, curarvi e sbloccare le abilità passive di gioco che verranno rilasciate mentre giocate e saranno utilizzabili sono fin che non sopraggiungerà la morte. Morirete spesso, quanto meno all’inizio del gioco: sia perché obbiettivamente i nemici saranno in grado di infliggervi diversi danni, sia perché dovrete imparare a combattere in una frenesia di colpi che non vi lascerà un attimo di tregua. Attraverso l’hub definito Moonforsaken Workshop, lo Scultore vi consentirà di creare uno “stampo” per il Clayborn che rafforzerà il protagonista, dando anche accesso ad un attacco speciale che vi verrà donato sotto forma di arma secondaria. Questi attacchi speciali variano, possono essere ad area o singolo bersaglio, possono infliggere del sanguinamento al nemico oppure renderlo passivamente più debole agli attacchi magici scatenati con l’Icore. L’attacco speciale può avere appunto la forma di un’ascia, una lancia o spade lunghissime fin anche armi da tiro come archi e balestre.

Gli specchi saranno il collegamento con l’hub dello Scultore e vi permetteranno di usarli come punti di teletrasporto o come i “falò” nei più rinomati souls di casa Ban-Bai/Namco. Morendo perderete la valuta chiamata Bone Powder (sebbene il gioco non possieda attualmente una traduzione in italiano, possiamo tranquillamente definirla Polvere d’Ossa). Potrete recuperare la vostra Bone Powder andando nel punto della morte ma se perirete nel tragitto, come qualsiasi souls che si rispetti, le perderete. Se doveste morire previo il raggiungimento della Tomba, il gioco attiverà la modalità Luna Famelica che renderà dannatamente più potenti i vostri nemici e creerà un vostro doppio che vorrà uccidervi ad ogni occasione. Attraverso un rituale potrete ripristinare il livello di gioco. Tenete presente che ogni volta che salterete da uno specchio all’altro si creerà un tuo doppio allo specchio che avrai lasciato alle spalle e vi toccherà ucciderlo se non vorrete che sia lui a farvi la pelle: e questo comporta no pochi pensieri, in quanto saltare alla cieca da una zona all’altra potrebbe non essere la soluzione ottimale. No fosse abbastanza il gioco vi consente anche di migliorare gli Spite, piccoli potenziamenti che non restano con voi alla morte ma che possono essere aumentati mentre si gioca. Importantissimo è l’albero delle abilità, che vi darà accesso a magie e potenziamenti di ogni genere, fermo restando che non vanno dimenticati nemmeno gli oggetti equipaggiabili, dando spazio a diverse build.

Infine giunse l’alba

Moonscars è un gioco complesso, stratificato e ben costruito: sebbene il colore del titolo sia quasi sempre tendente al grigio, al rosso ed a toni scuri, il gioco ci spinge a mettere del colore con la fantasia mentre lo si vive. Nemici di diverso tipo offrono una scoperta costante e il valore intrinseco delle scorciatoie rende il gioco davvero fluido e interessante. Le armi sono parte integrante della scoperta, vivrete per la diversità di quest’ultime e le diverse interazioni che genereranno con le magie che equipaggerete. Sostanzialmente il gioco è una vera perla nel mondo dei metroidvania con elementi soulslike, ma non prendiamoci in giro: non è per i deboli di cuore. Dovrete abituarvi al ritmo di gioco ed alle frequenti situazioni mortali che vi si paleseranno.

Moonscars
8.5
Voto 8.5
Condividi l'articolo
Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.