Monster Hunter Rise Sunbreak – Recensione, l’espansione definitiva

Abbiamo giocato per molte ore all'espansione Monster Hunter Rise Sunbreak, e siamo pronti a parlarvene approfonditamente nella nostra recensione!

Lorenzo Ardeni
Di Lorenzo Ardeni - Contributor Recensioni Lettura da 13 minuti
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Monster Hunter Rise Sunbreak

Monster Hunter Rise Sunbreak è un’espansione che non vedevamo l’ora di provare in fase di recensione. Questo perché, seguendo la falsariga di Iceborne con Monster Hunter World, la quantità di novità e contenuti aggiuntivi che ci aspettavamo era davvero mastodontica. Di fatti, ovviamente Capcom non ci ha affatto deluso in tali termini, presentando un DLC che fa della quantità un grande pregio, senza mai limitarsi ad aggiungere novità ma a migliorare e potenziare tanti altri elementi ludici che hanno reso Monster Hunter Rise un titolo immancabile per i fan della serie.

Quando avevamo provato la demo dell’espansione avevamo scoperto la mappa della giungla, la possibilità di cambiare le abilità di scambio e il temibile Malzeno, che ci aveva chiaramente annientati. Avendo avuto modo di giocare alla versione completa per una quantità abbastanza importante di ore, siamo ora pronti a parlarvi in recensione di tutte le interessanti novità e migliorie che Monster Hunter Rise Sunbreak riserva.

Il comparto narrativo si prende il compito di espandere quanto fatto dal gioco di base, cominciando direttamente dalla sconfitta del Narwa del Tuono. Una nuova minaccia da un Regno lontano potrebbe cambiare radicalmente l’ecosistema dell’universo di Monster Hunter, evento che fa giungere alle porte del villaggio Kamura Fioryane, un personaggio chiave della trama di Sunbreak. Con lei raggiungeremo l’avamposto marittimo di Elgado, creato vicino un enorme cratere generato proprio dalla creatura che minaccia di distruggere l’ecosistema, al fine di poterlo combattere quando si sarebbe risvegliato.

Inutile dire che questa stessa creatura, dopo 50 anni di sonno, è tornata a creare scompigli e a destabilizzare la fauna della regione. Il nostro compito sarà quello di far luce sugli eventi che stanno portando i vari mostri ad avere comportamenti anomali ed eliminarne la causa. Questo è l’incipit narrativo che apre gli eventi di Monster Hunter Rise Sunbreak, continuando quindi quanto già fatto in passato ma rappresentando comunque delle ottime fondamenta su cui creare l’intero sistema di progressione.

Monster Hunter Rise Sunbreak

Ciò che ci lasciava maggiormente perplessi, come avevamo detto anche durante il nostro provato, è la necessità di completare la campagna originale e una buona parte dell’endgame per accedere poi all’intera espansione di Sunbreak. Tuttavia, dopo averla provata abbiamo scoperto che la scelta è molto azzeccata, dato che le missioni cui prenderemo parte saranno nientemeno che quelle Gran Maestro, che preannunciano un livello di difficoltà più elevato, in cambio di ricompense migliori. 

La decisione calza a pennello con la scelta di limitare Sunbreak a tutti coloro che hanno completato Monster Hunter Rise sia perché tutti si troveranno tra le mani una sfida molto interessante, sia perché così facendo potranno ottenere più denaro e materiali di qualità superiore. Sebbene le prime missioni della storia si siano presentate nettamente più semplici rispetto alle aspettative – soprattutto perché, ricordiamo, sono di grado Gran Maestro – richiedendoci di abbattere mostri piuttosto basilari, avanzando nella storia sbloccheremo sfide di caccia sempre più ardue, a riprova di un sistema di progressione decisamente ben calibrato.

Una mole sorprendente di contenuti

Inutile poi ribadire che la quantità di missioni secondarie è estremamente elevata, con gli abitanti dell’avamposto di Elgado sempre pronti ad affidarci quest di ogni tipo, con ricompense quasi sempre molto interessanti, che invogliano costantemente il giocatore a prenderne parte. Se aggiungiamo a queste la possibilità di prendere parte a sfide assieme alcuni dei personaggi chiave di Monster Hunter Rise Sunbreak, capiamo quanto ci sia realmente da raccontare in questa recensione, in termini contenutistici. 

Di fatti, è stata aggiunta una modalità di gioco che permette di andare a caccia assieme un NPC, facilitando di molto i combattimenti, soprattutto se possiamo giocare solo offline. L’unica vera pecca di questa novità è l’impossibilità di giocare in multiplayer, sebbene riconosciamo che avrebbe devastato il livello di difficoltà delle missioni. In ogni caso, è una piccola, grande aggiunta che ci ha convinto pienamente.

Monster Hunter Rise Sunbreak

Ovviamente Capcom non si è limitata a potenziare l’impianto narrativo e il sistema di quest di Monster Hunter Rise, scegliendo di introdurre una lunghissima serie di migliorie a tutte le armi presenti in-game. Ognuna di esse ha ora molti nuovi attacchi, oltre che a inedite mosse con i filoinsetti, comportando di conseguenza un radicale cambiamento al sistema di combo e la conseguente scelta di armi da parte dell’utente. Come abbiamo detto poc’anzi, abbiamo passato davvero una quantità esagerata di ore per realizzare questa recensione di Monster Hunter Rise Sunbreak, ma le novità delle armi sono state così tante e così divertenti, che quasi non volevamo staccarci dal pad, a dimostrazione di come questa espansione possa davvero far felici tutti gli appassionati della serie.

Sunbreak fa evolvere il sistema di combattimento

Altra importantissima novità, di cui però avevamo già parlato durante il nostro provato della demo, e che avevamo già apprezzato, è la possibilità di intercambiare le abilità scambio con un input dei comandi. Nella versione completa abbiamo così avuto modo di sperimentare ulteriormente con le tante possibilità di personalizzazione del sistema, trovando prima di tutto le combinazioni che preferivamo e passando poi agli scontri. Ora che abbiamo potuto creare i set che più si adattano al nostro sistema di combattimento possiamo affermare che la meccanica si adatta alla perfezione a ogni tipo di caccia, e ribadiamo quanto sia facile e utile in tutte le possibili situazioni.

Avremmo preferito un pizzico di dinamicità in più nell’animazione dello scambio, magari integrandolo meglio nelle combo delle armi e quindi senza rischiare di dover rallentare – seppur momentaneamente – il ritmo degli scontri. In ogni caso, se non lo si era già capito, promuoviamo a pieni voti la possibilità di cambiare le abilità scambio, esortandovi a scoprire tutte le possibilità di personalizzazione che permette e invitandovi, chiaramente, a completare quante più quest possibili per sbloccare anche nuovi attacchi base e con i filoinsetti, così da potenziare ulteriormente il sistema di combattimento.

Monster Hunter Rise Sunbreak

Abbiamo finalmente potuto scoprire anche le nuove mappe di gioco, tra cui l’avamposto di Elgado. Il nuovo hub vibra di unicità e fa della caratterizzazione un suo vanto, sebbene abbiamo già visto delle direzioni artistiche simili in passato. Ad essere interessante è come l’intera area sia discretamente centralizzata, e i punti di interesse ben interconnessi tra di loro. Tuttavia, ammettiamo che le attività di Elgado non fanno proprio impazzire per quantità, e alcuni luoghi specifici sono ancora limitati al villagio Kamura, richiedendo quindi spesso dei fastidiosi caricamenti.

La giungla è invece un’interessante aggiunta che, come abbiamo detto durante la nostra prima prova, si presenta decisamente più piccola rispetto le altre mappe ma che riesce comunque ad offrire un modesto vantaggio strategico, proprio grazie alle sue dimensioni. Spostarsi da una parte all’altra della giungla è così meno ostico rispetto alle altre zone di caccia e i combattimenti, soprattutto quelli con i mostri più piccoli, possono quindi godere di tempistiche relativamente brevi. Dopo aver passato molte ore nel bioma, possiamo confermare di essere rimasti più che soddisfatti da come il team di sviluppo è riuscito a rielaborare una delle mappe più iconica dei giochi di Monster Hunter di seconda generazione.

Un level design sempre al massimo delle sue potenzialità

La cittadella è invece una novità assoluta per il franchise, mescolando ambienti prettamente cavallereschi ad altri più ostili, quasi paludosi, e molti altri. La varietà scenica e l’estensione sono senza dubbio i pregi più grandi della nuova mappa, che offre non solo al giocatore la possibilità di esplorare a lungo un’area particolarmente grande ma anche molto variegata.

Peraltro, questa stessa diversificazione ha dato al team di sviluppo la possibilità di creare scontri sempre differenti, unici nel loro genere e indubbiamente mai noiosi. 

Apriamo una piccola parentesi su un’interessante aggiunta della giungla e della cittadella, le due nuove mappe di Monster Hunter Rise Sunbreak e che riteniamo giusto sottolineare in fase di recensione. Queste aree presentano in alcuni punti una fauna endemica molto particolare, posizionata in cerchio su specifiche pareti: se durante le cavalcature lanciamo i mostri su di essi vedremo una grande esplosione e conseguenti danni ingenti alle creature. Parliamo quindi di una nuova dinamica di gioco che abbiamo apprezzato molto, ma che purtroppo non viene mai davvero spiegata con un tutorial e che abbiamo scoperto relativamente tardi durante la nostra prova. Peraltro, ci ha fatto un po’ storcere il naso la loro assenza nelle mappe già presenti nel titolo, limitandosi purtroppo alla giungla e alla cittadella.

Inutile dire che sono state fatte migliorie anche alla gestione e utilità dei compagni di caccia. Adesso sia Canyne che Felyne posseggono abilità completamente nuove, mentre i canidi hanno l’opportunità di raccogliere alcuni oggetti in particolare qualora la vostra borsa dovesse essere piena. I Felyne, al contrario, sono stati potenziati con alcune mosse speciali che possono imparare e compiere azioni del tutto nuove, come ad esempio creando veri e propri cannoni da utilizzare durante gli scontri.

Monster Hunter Rise Sunbreak

A riprova della volontà, da parte di Capcom, di curare letteralmente ogni dettaglio c’è una piccola ma interessante novità per quanto riguarda il sistema di cucina. Selezionare i dango, il cibo componibile che permette di ottenere abilità particolari attive per la missione successiva, è stato completamente rivoluzionato: i giocatori potranno ora decidere di utilizzare un metodo di cottura differente che può aumentare gli effetti dei dango a scapito di una minore percentuale di possibilità che le abilità si attivino. Un’arma a doppio taglio, quindi, che si contrappone alla meccanica più tradizionale ma che, se sfruttata con un buono, può garantire bonus decisamente più interessanti.

Ma queste sono soltanto alcune delle novità più importanti di Monster Hunter Rise Sunbreak, dato che le migliorie effettuate sono così tante che non potevamo elencarle tutte in una recensione. Capcom si è dimostrata quindi più che propositiva nel creare un’espansione di spessore, e a nostro avviso è riuscita più che bene nel compito. Così facendo, Sunbreak è un DLC che nessun vero giocatore di Monster Hunter deve lasciarsi scappare, non tanto per le nuove missioni e i mostri, ma per la quantità esorbitante di aggiunte effettuate all’intero impianto ludico. 

Chiaramente ha ancora bisogno di tempo per poter essere compresa appieno da tutti i giocatori, soprattutto perché molte delle novità vanno sbloccate proseguendo nella storia e completando anche le quest secondarie. L’unica vera pecca può essere l’attuale scarsità di nuovi mostri, ma che verrà senza dubbio ovviata con l’arrivo di futuri aggiornamenti, su cui Capcom sta già lavorando. Insomma, il publisher ci fa capire che avremo davvero molto da giocare, anche nei prossimi mesi, e da amanti da lunga data di Monster Hunter non potremmo che esserne entusiasti.

Monster Hunter Rise Sunbreak
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Sono Lorenzo, UX/UI Designer di professione e recensore per passione. Con un amore profondo per le serie di Metal Gear e The Legend of Zelda, da sempre esploro il mondo dei videogiochi cercando di capire cosa rende ogni titolo unico. Oggi sono piantato su Call of Duty e Super Smash Bros., ma non perdo occasione per giocare classici come Super Metroid o Syphon Filter. Scrivo recensioni con uno sguardo critico, ma sempre con la stessa curiosità che mi accompagna da quando ho iniziato a giocare.