Master Detective Archives: Rain Code Plus, Recensione della nuova versione PS5

L'avventura investigativa dai creatori di Danganronpa arriva su console di nuova generazione: porting riuscito? Scoprilo nella nostra recensione!

Sara Pandolfi
Di Sara Pandolfi - Editor Recensioni Lettura da 6 minuti
Master Detective Archives: Rain Code Plus - PS5
8 Otitmo
Master Detective Archives: Rain Code Plus

Saper combinare in maniera non scontata una grafica tutto sommato “accomodante“, con un’atmosfera dalle tematiche più intriganti e mature, non è certamente cosa facile, ma alcune menti particolarmente brillanti del mercato attuale possono riuscire in questa impresa. È questo il caso di uno degli ultimi progetti targati Spike Chunsoft, ossia Master Detective Archives: Rain Code. Il progetto, che vede una grande presenza di alcuni dei più importanti nomi della serie di Danganronpa (il principale sceneggiatore, il compositore ufficiale e il character designer della serie), è stato lanciato su Nintendo Switch nel corso dello scorso anno e, adesso, arriva anche su PS5 presentando alcune importanti migliorie.

La versione di gioco che vi andiamo a recensire in questo nostro articolo non è infatti quella base, di cui trovate già la recensione sul nostro sito, ma la versione Plus. Questa edizione riveduta e corretta del gioco, che approda su console diverse strutturalmente tecnicamente dall’ibrida targata Nintendo, sarà riuscita nell’impresa di aumentare in maniera consistente non solo la sua qualità tecnica ma anche quella contenutistica?

Un’indagine maledetta

Riprendiamo in maniera piuttosto rapida l’aspetto relativo alla narrazione (in quanto non si differenzia in modo alcuno da quanto visto nella versione base del gioco): impersoniamo il giovane Yuma Kokohead che, colpito da una forte amnesia, si risveglia nello sgabuzzino degli oggetti smarriti di una stazione senza ricordare nulla del suo passato. Gli unici indizi a sua disposizione sono il biglietto di un treno e l’invito ad una riunione dell’Organizzazione Mondiale dei Detective.

Non proseguiremo ulteriormente al fine di evitare spoiler, ma sottolineiamo in particolar modo non tanto l’ottima gestione dei ritmi di narrazione, il design di luoghi e personaggi, quanto più ci teniamo ad evidenziare come il racconto scorra mediante dialoghi doppiati in inglese (ma sottotitolati in italiano) con un lavoro alla cabina di doppiaggio di rilievo e, soprattutto, con filmati dall’ottima impostazione e dall’alta qualità sia per scelte estetiche che musicali (filmati e musiche, tra l’altro, possono essere visionati in separata sede ed approfonditi nell’interessante modalità Galleria).

Il gioco verte in maniera evidente sulla fase narrativa, come testimonia il fatto che gran parte di questo si svolga mediante dialoghi. In aggiunta alla versione base, la versione da noi analizzata comprende vari DLC: questi ultimi riescono ad aggiungere punti di vista e narrazioni interessanti che contribuiscono ad aumentare il ritmo e il numero di ore di gioco, che supera abbondantemente le 30 ore totali.

Master Detective Archives: Rain Code Plus

Uno stile di gioco originale

I ritmi narrativi di Master Detective Archive: Rain Code Plus si sposano con un interessante susseguirsi di fasi gameplay diverse, accostate in maniera piuttosto originale. Passiamo infatti da una struttura prettamente da visual novel, ove il nostro apporto si limita al muoverci da una zona all’altra della mappa e leggere dialoghi, passando per una struttura a minigiochi fino a un simil-JRPG investigativo.

Il tutto, soffermandoci sull’aspetto tecnico, scorre in maniera eccellente: il titolo, pur essendo ricco di luci, colori e personaggi in movimento, riesce a reggere molto bene il tutto. Sia quando ci si muove nella città ricca di luci al neon e colpita da pioggia perenne di Kanai Ward, sia quando ci si addentra nelle fasi del “Labirinto dei Misteri”, il titolo non presenta rallentamenti né cali drastici degli FPS. La gestione del mondo di gioco, tutt’altro che povero di particolari, è quindi ben riuscita.

Master Detective Archives: Rain Code Plus Una questione di contesti

Il mondo di gioco, come abbiamo precedentemente affermato, è davvero ricco e originale: lo stile artistico di ambientazioni e personaggi è iconico e arriva dritto al punto, grazie non solo ad un character design interessante, ma anche per il grande utilizzo di colori e giochi di ombre soddisfacenti.

Un elemento dello stile artistico che, però, gioca a sfavore del titolo riguarda il suo non essere stato sufficientemente adattato nel passaggio da Nintendo Switch a PlayStation 5 per quanto concerne la complessità e “rotondità” dei personaggi e degli elementi dell’ambientazione. In poche parole, i modelli poligonali, seppur appariscenti e colorati, risultano in diverse occasioni eccessivamente “squadrati” e semplici.

Si tratta di un elemento che emerge in maniera evidente nel passaggio da filmato a scena di gioco: la struttura artistica di quest’ultima, che prevede un uso importante di tratti scuri e spessi per “segnare i confini” tra un elemento del mondo di gioco e l’altro, fa sì che i modelli più basilari e poveri di rotondità emergano risultando discordanti.

Master Detective Archives: Rain Code Plus

Incentivi al completismo firmati PlayStation

Ci soffermiamo infine su un aspetto importante quando si parla di un titolo che nasce (o arriva) su PlayStation: i Trofei. Al contrario di quanto accade per i titoli Nintendo Switch, infatti, i Trofei PlayStation introducono un ulteriore incentivo allo svisceramento del gioco, al fine di giungere all’agognato platino.

I trofei di Master Detective Archives: Rain Code Plus sono 38 e, nel loro complesso, riescono ad incentivare i giocatori attraverso un progressivo aumento della difficoltà di ottenimento del trofeo per ogni tipo di azione, permettendo al giocatore di scoprire in maniera graduale tutte le meccaniche e gli elementi di gioco primari e secondari.

 

Master Detective Archives: Rain Code Plus - PS5
Master Detective Archives: Rain Code Plus
Otitmo 8
Voto: 8
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Editor
Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande N.