Mad Max – Recensione

Gianluca "Gianz" Bianchini
Di Gianluca "Gianz" Bianchini Recensioni Lettura da 15 minuti
7.3
Mad Max

La “summer” cinematografica americana inizia, di solito, verso Aprile o Maggio, che sebbene non appartengano ai mesi estivi, al botteghino deve risultare sempre un certo numero di Block buster che fanno vendere tanti biglietti al cinema, ma che di solito non fanno vincere statuette di nessun tipo (a parte in rarissimi casi).

Capita però a volte che venga rilasciato in questo periodo qualche prodotto veramente interessante, così pieno di buoni aspetti che in un certo senso ti fa sentire bene con quella parte di te che ogni tanto critica il tuo operato dicendoti “ma vai a vedere proprio questo schifo qui?”.

Mad Max: Fury Road rappresenta in pieno questo tipo di uscite: un film che magari all’inizio ti sembra una roba trash infinita, spinto da trailer spettacolari e che, ad un certo punto, decidi di andare a vedere perché magari un amico te lo consiglia, oppure hai letto in rete qualche recensione, tutto questo finché non prendi la decisione di verificare ciò che di buono si dice di quel film.

Lo ammetto, non sono un fan accanito di Mad Max, anche se Mel Gibson ci ha costruito la sua carriera ed è uno degli attori che più ammiro, ma non potevo proprio aspettarmi un film come Fury Road: bello, fin troppo bello, pieno di immagini e di frame che rimarranno per sempre nel mio immaginario, come anche la sabbia presente nel film. Tanta Sabbia. Un mare bianco di Sabbia.

Così prima di procedere all’oggetto di questa recensione, voglio fare una premessa candida per fissare subito un punto: Mad Max, il gioco, è pienamente inserito nel contesto dell’universo cinematografico che gira intorno a questa “saga”, quindi se state cercando qualcosa che vi faccia vivere in… terza Persona il mondo post apocalittico del film, il titolo degli aAvalanche Studios non disattenderà le vostre aspettative.

Ma questo non è il vero nocciolo della questione, la vera domanda è se Mad Max è un semplice tie-in o se l’incantesimo di WB Games, che fa diventare ogni franchise della cultura pop americana oro colato in supporto ottico, si è ripetuto anche qui. Per questo, dovrete aspettare la fine della recensione, perciò riempitevi la borraccia di qualche goccia d’acqua, ricordatevi di fare il pieno, e partiamo verso Gastown!

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Gioiello Nero

L’incipit che accompagna l’intero svolgersi delle vicende di Mad Max è già chiaro nei primi minuti: dopo aver assistito ad una cut scene iniziale dove ci viene spiegato come il nostro venga a conoscenza di Scabrous Scrotus, il villain principale del gioco, a Max viene sottratta la sua vettura, cardine principale di tutta la trama del gioco: infatti ci troveremo a dover ricostruire una nuova auto da capo, sia perchè l’Interceptor è l’unico mezzo che può permetterci di attraversare le vaste lande dell’Australia distopica che ci si presenta già da subito.

Faremo subito la conoscenza di Chumbucket, vero fanatico dei motori che considera le auto un vero e proprio culto religioso, da che ogni suo discorso sarà pregno di adorazione e zelo verso la sua ultima creazione: la Magnus Opus, che creerà e aggiusterà proprio per noi e ci seguirà per tutto il gioco come una fidata spalla.

Impareremo pure da subito un paio di regole importanti: in un mondo come quello di Mad Max, bisogna saper centellinare le risorse senza sprecarle, infatti nel gioco non sono presenti medikit che ci aiutino qualora la salute diminuisca a seguito di qualche combattimento con i figli di guerra, avremo solo una borraccia che dovremo riempire di tanto in tanto ai pozzi che troveremo nei vari luoghi.

Non solo l’acqua, ma anche il carburante non si trova a buon mercato: infatti ogni veicolo che dovremo guidare, inclusa la nostra Magnus, dovrà essere rifornita per non trovarsi a secco, altrimenti ci potremmo trovare nel bel mezzo del nulla senza poter andare avanti ed uscire dal veicolo non è sempre consigliato, dato che le strade sono sì deserte, ma spesso bazzicate da pattuglie di nemici a bordo delle loro macchine.

Infine, un’altra carenza in questo pazzo deserto è quella di armi da fuoco: di fatto, pur avendo sin da subito una sorta di shot gun molto “amatoriale”, non sempre saremo in grado di accumulare munizioni sufficienti per aprirci la strada una volta a piedi, ecco perché spesso e volentieri dovremo fare i conti con il combat system di Mad Max, ma di questo parleremo più avanti.

Acqua, Benzina e Proiettili, queste le tre risorse che dovrete costantemente cercare di recuperare, o almeno, che dovreste cercare, poiché in realtà i pozzi di acqua sono fin troppo distribuiti all’interno delle varie macroaree, il carburante difficilmente scenderà a limiti critici e le munizioni potranno essere recuperate spesso e volentieri negli avamposti così come il resto delle risorse.

Se solo gli sviluppatori avessero posto più drammaticità nella ricerca di queste 3 cose, forse il gioco sarebbe sembrato più lento, e ciò va a favore dell’immediatezza del titolo, ma avrebbe di sicuro suscitato nell’utente l’urgenza nell’accaparrarsi questi beni di prim’ordine.

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The Long and Winding Road

Ci sono poi altri beni che troveremo più assiduamente e che saranno vitali per l’avanzamento: i rottami. Questi ultimi rappresentano la valuta corrente del gioco e ci aiuteranno moltissimo nel far alzare le spec al nostro veicolo: che si tratti delle gomme, del tipo di motore, o dei vari armamenti come l’arpione o il fucile da cecchino, spesso e volentieri dovremo rivolgere le nostre attenzioni a questi potenziamenti, soprattutto in seguito alla scoperta di una nuova area a cui segue spesso una nuova classe.

Dovremo anche essere attenti ai potenziamenti che potremo aggiungere al nostro personaggio, che vanno dall’abbigliamento ai tirapugni, per aumentare le statistiche che ci servono durante l’avanzamento del gioco. Tutte e due le classi di potenziamento si ottengono pagandoli con i rottami e solitamente vanno prima resi disponibili superando degli obiettivi o avanzando con la storia principale.

A chiudere il discorso dell’upgrade del nostro equipaggiamento, ci sono delle abilità particolari che potranno essere sbloccate con dei punti “Griffa”. Griffa appunto, è un altro personaggio del gioco, una sorta di eremita/sciamano che aiuterà Max ad allargare i confini della propria mente.

Andandolo a trovare di tanto in tanto e spendendo i sopra citati punti, ci ritroveremo con una gamma di peculiari abilità che ci aiuteranno moltissimo e secondo me fin troppo nel gioco, dato che queste ultime sono concentrate più sull’aspetto delle “risorse” di cui parlavamo più su… che sia la capacità di accaparrare munizioni addizionali quando rovistiamo in giro, o la capacità di consumare meno carburante quando si guida, o ancora raccogliere più acqua di quanta se ne potrebbe da un pozzo e così via.

Avremo anche la possibilità, andando avanti nella storia, di poter fortificare una fortezza per renderla capace di raccogliere risorse, di esplorare i dintorni ed altro, ma per fare questo dovrete visitare i punti di sciacallaggio e trovare le Parti di Progetto che appunto serviranno a portare a compimento le rispettive unità e divisioni per svolgere al meglio alcuni compiti.

“Avevo detto V8!”

Le missioni si dividono a seconda degli obiettivi, e oltre a quelle del filone principale, è possibile attraversare le strade per abbattere strani spauracchi/torcie, raccogliere più rottami possibili da una zona, cercare di smantellare un campo minato o prendere il controllo di una stazione di petrolio o altri avamposti dei seguaci di Scrotus che, una volta conquistati, diventeranno terreno amico. in ogni zona poi ci arà sempre da raccogliere collezionabili per considerare il posto “completato”.

Tutto questo, si ripete molte volte e senza troppa diversificazione. Gli avamposti in particolare sono troppo simili a loro e mi hanno lasciato spesso perplesso più che persuaso: dentro queste piccole roccaforti si nascondono sempre dei figli di guerra, ma prima di entrarci occorre prima sabotare i primi sistemi di allerta quali cecchini o altri, dopodichè bisognerà forzare il cancello per entrare (spesso sfondandolo con la Magnus).

Una volta entrato, affronteremo gradualmente gruppi di scagnozzi più o meno armati e qui vengono a galla i limiti di gameplay che secondo me sono più preoccupanti, alla luce del fatto che dietro questo titolo ci sono gli stessi ragazzi di Just Cause: queste missioncine, sebbene il gioco si offra al pubblico come open world, sono al limite del lineare infatti ci si addentrerà sempre in modo “graduale” e limitato al sentiero che ci verrà permesso percorrere, a parte qualche strada alternativa che spesso però non porta a conclusione.

Imbarazzante poi una caratteristica che ho trovato sempre finora nelle scorribande del buon Max: i nemici, tranne nei momenti in cui avvistano un intruso, non verranno mai a romperci le uova nel paniere e ciò rende tutto abbastanza “piatto” e non aiuta certo ad intrattenere il giocatore.

La Furia è nulla senza controllo

Sul combat system poco si può dire se non che è il classico “attacca schiva” in versione più da street brawl che in altri titoli del genere, con un tasto, quadrato sulla PS4, si attaccherà i nemici a mani nude, potendo determinare la forza di un colpo dalla pressione del tasto, con triangolo si inizia un’animazione di contrattacco, visto che per completarla bisognerà premere il pulsante dell’attacco.

Con cerchio si può rapidamente sparare una cartuccia del fucile in faccia ai nemici, mentre con la croce, quando è disponibile nel nostro equipaggiamento, si può finire i nemici sgozzandolo con un coltello. Alimentando una serie di colpi consecutivi e cercando poi di non farsi prendere dai nemici, si andrà ad attivare la Furia di Max, un bonus temporaneo che incrementa la potenza dei pugni e attiva colpi finali cattivissimi e spettacolari.

Insomma nulla di ricercato come la serie di Arkham, ma nel complesso funziona e andando avanti avremo altre tecniche da combattimento da poter sfruttare, sbloccandole tra i potenziamenti relativi al personaggio.

Diversamente dal combattimento, le sessioni di guida non si sono sempre rilevate comode soprattutto per due motivi: uno, probabilmente più per una specifica scelta artistica che tecnica, governare il proprio bolide non sarà all’inizio facilissimo poichè avremo tra le mani una macchina non troppo performante sotto parecchi aspetti anche se è pur vero che, guidando nel deserto, pur finendo fuori strada non ci si trova troppo inguaiati, secondo motivo, e forse più grave, una gestione della telecamera davvero imprecisa, ciò fa specie visti anche gli illustri precedenti di Avalanche in fatto i sessioni di guida.

Mad Scrotus

Sul comparto tecnico bisogna dire che, sebbene le texture e i modelli siano ben curati, nel complesso non si raggiunge mai i livelli qualitativi di Arkham Knight che, ricordiamo, è della stessa casa distributrice, ma si discosta pochissimo da L’ombra di Mordor, il che non è male, ma ci si potrebbe sempre aspettare di più.

Unico momento che mi ha fatto alzare il sopracciglio è quando, a piedi, ad un certo punto mi è comparso un figlio di guerra che stazionava sopra un container, ma questo rimane l’unico finora fenomeno di pop-up che ho visto durante tutte le mie sessioni. Le ambientazioni sono riuscitissime al livello grafico e artistico come anche detto all’inizio, il deserto è ben reso dai repentini cambi di illuminazione ed è sicuramente degno di lode, dato anche il rischio di poter far diventare il deserto una pesante e scialba cornice.

Anche la colonna sonora è abbastanza coerente soprattutto con le produzioni cinematografiche,solo il voice acting, a volte, è davvero carente, se non altro in molte scene l’equalizzatore non è stato usato con criterio e spesso dialoghi importanti risultano da un punto di vista del volume inascoltabili.

Poco altro bisogna dire su Mad Max, un tie in che non delude dal punto di vista atmosferico e dell’ambientazione, ma che non cerca di uscire dal “compitino” per quanto riguarda il gameplay, risultando spesso prevedibile e fin troppo ripetitivo. Peccato, perchè un po’ più di diversificazione avrebbe giovato ad un titolo che parte da alcune buone premesse. Purtroppo però, L’ombra di Mordor sembra davvero di un altra pasta rispetto al lavoro degli Avalanche…

Mad Max
7.3
Voto 7.3
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Gioco da ormai 15 e passa anni ai videogames, il più dei quali sono stati titoli di Nintendo. Ma ho anche giocato spesso alle saghe divenute classiche anche nella scorsa generazione appartenenti ad altre piattaforme. Ma Zelda rimane Zelda, una fetta del mio cuore c'ha la triforza disegnata sopra.