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Lucifer 5 Parte 2 – Recensione, torna il nostro diavolo preferito

Ogni famiglia è disfunzionale a suo modo, e non manca di esserlo nemmeno quella divina. Lo abbiamo visto nella prima parte della quanta stagione di Lucifer, uscita qualche mese fa, e di quella lotta partita tra i due fratelli dallo stesso aspetto che è culminata con il finale capace di tenerci col fiato sospeso fino ad oggi. Ora è disponibile la seconda parte, altri 8 episodi, di Lucifer 5, e ripartiamo proprio da dove ci eravamo lasciati con questa recensione.

Dinamiche celestiali

Lucifer 5 ci aveva lasciato con lo scontro tra l’omonimo personaggio e Amenadiel contro Michael – ormai sfregiato in viso – e Mazikeen, fino a quando, con un bagliore, Dio in persona si è palesato fermando il tutto. La serie riprende da quell’istante, ripartendo proprio dal secondo successivo e mostrando tutto ciò che viene dopo. In 8 puntate, questa seconda parte abbandona – ma non del tutto – il concetto di sfida tra fratelli, concentrandosi invece su altre dinamiche come quelle famigliari (siano esse famiglie reali o divine), tra sentimenti, responsabilità e il proseguire con la propria vita.

Tutta la costruzione si regge molto bene, se non fosse che lo schema utilizzato rimane quello procedurale: se questo poteva reggere nelle storyline con Caino o magari nelle prime battute dell’opera, ancora fresche per i fan, ora invece sembrano quasi un contorno (e forse gli showrunner se ne sono accorti in corso d’opera). Se questa proceduralità risulta ormai finta, ciò che va ancora peggio è il famoso momento epifania di Lucifer: ogni puntata evidenzia – in modo ostentato e al limite del trash – dei collegamenti tra i vari casi e il problema psicologico di turno, procedendo senza coraggio al punto da stravolgere e rompere questa dinamica, speriamo per sempre, solo verso le ultime puntate. Questo rende i casi quindi poco utili, quasi a voler prolungare una minestra che già era buona così. Infatti, la trama di Lucifer 5 Parte 2 mostra molta grinta in alcune fasi, prendendo delle scelte coraggiose (complice il fatto che la prossima dovrebbe essere l’ultima stagione) e ponendo qualche accento davvero intrigante, soprattutto nelle ultime due puntate.

Cambiare rotta

La serie ha quindi bisogno di un cambio di rotta: nonostante stia volgendo al termine, non è mai tardi per capire come talvolta, anche se insito nell’anima stessa del serial, ci sia bisogno di variare il format. Lucifer infatti nasce per un’emittente televisiva, quindi non pensata per il binge watching, e costruita su un vecchio stilema procedurale. Quello stilema, nonostante sia origine della serie stessa, ormai è caduto in disuso per la maggior parte dei nuovi serial e Lucifer, che è nato sotto quella stella, ha ora bisogno di cambiarla. Probabilmente l’ultima stagione riuscirà a farlo, concentrando tutto sulla trama orizzontale, ma resta il dubbio che qualche caso poliziesco faccia comunque capolineo. C’è da dire però che questa meccanica lascia comunque un buon retrogusto: alla fine li abbiamo conosciuti così, il Diavolo e la Detective, e non è triste vederli ancora alle prese con strani omicidi e misteri da risolvere.

Un Diavolo di divertimento

Gli episodi di Lucifer 5 Parte 2 su Netflix sono 8 in totale, e tutti hanno una costruzione quasi forzata dal punto di vista del poliziesco, ma molto naturale per la trama orizzontale (che poi rimane poco tale in quanto sviluppa spesso personaggi e rapporti non sempre legati a quelli principali). Per quanto riguarda i singoli episodi, possiamo dire senza dubbio che un paio di sorprese sono ben gradite: interessante il tanto atteso episodio musical, che si posiziona come seconda puntata e che propone un qualcosa comunque di coerente con la trama. Altrettanto divertente l’episodio Dan-centrico, così come gli altri quattro che riescono a proporre situazioni esilaranti, talvolta capaci di far riflettere e persino di far scattare in piedi dall’adrenalina.

Gli ultimi due episodi sono però il cuore di tutto, le due ore (circa) che portano alla fine di questa stagione e che riescono a prendere molti fili della serie e unirli in un unica grande treccia. Come sempre sublimi le due interpretazioni di Tom Ellis come Lucifer e Michael, mentre Lauren German non brilla troppo nei panni di una Chloe Decker decisamente più sottotono di come la conoscevamo, ma più che colpa dell’attrice il problema rimane come l’hanno scritta in questa serie. Altrettanto fantastiche le interpretazioni di Lesley-Ann Brandt come Mazikeen, personaggio che cresce molto in questa parte di stagione, D.B. Woodside e Rachel Harris (Amenadiel e Linda Martin), anche loro interessanti da scoprire ogni minuto che passa. Plauso però va fatto a Kevin Alejandro che mostra un Dan Espinoza che ora sa tutto, ed è fantastico, mentre impeccabile come sempre rimane Aimee Garcia, che sembra aver cucito addosso il ruolo di Ella Lopez.

Lucifer 5 Parte 2

8.5

Chiude la quinta stagione di Lucifer, e lo fa in grande stile. Peccato che si perda ogni tanto proprio in ciò che la rendeva speciale, ovvero la dinamica investigativa, ormai macchietta di ciò che era e mero deus ex machina per far crescere un Lucifer che, sicuramente, entro la fine della serie dovrà diventare un angelo - o diavolo - migliore. Per il resto i livelli sono sempre alti, le idee ci sono e il finale riesce a dare il giusto cliffhanger per proporci quella che dovrebbe essere l'ultima stagione.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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