Poco più di un anno fa arrivava su Steam un’avventura grafica in pixel art molto particolare, un thriller horror ambientato negli anni 40 che metteva i giocatori nei panni di un’avvenente donna di nome Loretta. Il gioco prende il nome proprio dalla sua protagonista, che ben presto scopriremo nascondere più di un segreto, e che soprattutto ne scoprirà molti altri su suo marito. Quest’interessante avventura è ora stata riproposta in versione console, e infatti in questa recensione vi racconteremo come si presenta l’esperienza di Loretta su PlayStation 5.

Sympathy for the Devil

Come appena detto, Loretta è una bellissima donna, una casalinga che vive con suo marito in una fattoria in piena campagna. Quest’ultimo è uno scrittore di successo, che ora è a lavoro su un romanzo di genere hard boiled che lo porterà a fare il salto definitivo nella sua carriera. I due si sono trasferiti in questa fattoria, prima casa dei defunti genitori di lui, non molto tempo prima, un cambio decisamente grande per loro che erano nel caos e l’eleganza di New York. La sola descrizione potrebbe far pensare ad un quadretto felice e ridente, ma non c’è nulla di più lontano.

Le prime scene di gioco vedono infatti la protagonista parlare con un investigatore privato, che lavora per “qualcuno di importante” che vuole sapere che fine abbia fatto proprio Walter, il marito di Loretta. già in questa prima scena potremo avere due o tre risvolti particolari, ma sarà uno solo quello che ci farà capire l’antifona, e che ci permetterà di proseguire nel gioco.

La cosa più importante che apprenderemo però, è che Loretta prova nei confronti di suo marito un crescente odio, e ha il sospetto di un tradimento, ma sono molti gli scheletri nell’armadio di entrambi, che sono destinati ad uscir fuori.

Il gioco ci farà vivere la storia in modo non proprio lineare, con alcuni flashback e alcuni momenti in cui non controlleremo Loretta, bensì altri personaggi, che non vi anticiperemo.

Tra corvi e strade sbagliate

Il gameplay è tra i più classici, con i controlli a sinistra che ci faranno muovere Loretta, i quattro tasti del pad che ci faranno scegliere con cosa interagire o scegliere delle opzioni di dialogo. A parte una vibrazione abbastanza persistente in alcuni casi, non sono molte le differenze per la configurazione del pad che già si era vista su PC, quindi i controlli sono promossi senza infamia e senza lode (nonostante la pecca della mancanza di un qualsivoglia tutorial per un paio di cose poco chiare).

Mentre si gioca ci si sposta tra fondali, si interagisce con oggetti, e soprattutto si parla con altri personaggi. Tutte le scelte che faremo ci porteranno a diversi esiti, alcuni positivi, altri molto negativi… ma ci sarò sempre “qualcuno” pronto a farci tornare sulla retta via, e a farci ripartire da un salvataggio automatico (o addirittura da un momento post-altra scelta).

Scoprire i vari risvolti e i vari finali è di certo una delle attività più appaganti di Loretta, cosa che se verrà fatta ci darà un quadro generale di tutte le cose, facendoci capire al meglio tutto ciò che è successo. Graditissima anche la possibilità di selezionare i vari capitoli, e la difficoltà del gioco all’inizio.

Le parti meno apprezzate, che forse potevano essere trattate meglio (o non inserite affatto) sono quelle legate ai minigiochi: tra un capitolo e l’altro, verremo impegnati in minigiochi che con simbolismo malsano andranno ad anticipar quello che vivremo – o potremmo vivere – nel capitolo successivo.

Sono fini a sé stessi, mal riusciti, e non propriamente chiari sulle prime. Un’altra feature che poteva essere sfruttata meglio, magari allungando un pochino il gioco, è quella dei vari luoghi in cui spostarsi sulla mappa, presente solo in pochi minuti di un singolo capitolo. Peccato.

Una tragedia… o forse no?

Parlando del comparto tecnico su PlayStation 5, che è la parte che più ci interessa in questa recensione di Loretta, possiamo dirci discretamente soddisfatti. Ottimo il lavoro fatto nella trasposizione, e buonissimo il lavoro di pulizia su alcuni modelli, così come in alcuni dei colori. Le uniche grane a livello grafico sono per alcuni simboli vicino alle scelte da fare, che dovrebbero corrispondere al tasto da premere: a volte sono davvero incomprensibili!

loretta

I problemi tecnici arrivano in una singola scena del gioco, in cui questo va in crash dopo pochi secondi di tempo (non se sarete abbastanza veloci nella lettura). Probabilmente un problema conosciuto che verrà prontamente risolto con una patch al day one. Come anticipato non ci sono feature speciali per il DualSense, e forse è meglio così.

Un peccato per noi italiani che Loretta non sia localizzato anche per la nostra lingua, tuttavia sono veramente poche le parti che risulteranno leggermente indigeste a livello di comprensione.

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Loretta

7.5

Nella sua versione PlayStation 5, Loretta non offre molto in più rispetto a quello che i giocatori possono aver provato su PC, se non alcune grafiche leggermente ritoccate, e altre che invece avranno bisogno di una piccola ripulita. Se tuttavia non avete ancora mai giocato il titolo, avrete di fronte un'avventura intrigante, con dei bivi semplici per scoprire i vari finali, e una narrativa niente male, un thriller horror che si sposa bene con il comparto grafico ispirato. Il prezzo budget va a braccetto anche con una longevità abbastanza ridotta.

PRO
  • Trama molto intrattenente, e alcuni buoni colpi di scena
  • Graficamente apprezzabile
  • Alcune ispirazioni e citazioni fanno sorridere.
CONTRO
  • I minigame erano altamente evitabili
  • Anche dopo aver completato tutti i finali, rimane la sensazione di incompletezza
  • Peccato per la mancanza dell'italiano
Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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