C’è una domanda che da tempo gira in rete, tra i videogiocatori, e molto probabilmente nelle teste di tante persone: non sarà giunto il momento di smetterla con lo sviluppo dei giochi old gen? Perché parliamoci chiaramente: al netto delle difficoltà di produzione, di una commercializzazione non del tutto capillare, ad oggi siamo (o dovremmo essere) in current gen con Sony PlayStation 5 e Microsoft Xbox Series X|S. Sembra invece che ci troviamo in una sorta di cross-gen, una “terra di mezzo” che non è bella e variegata come quella di Tolkien ma più scostante e fredda, arida di passione e nera come le pendici di Monte Fato.

Ogni volta che il mio orecchio sente l’espressione “ma esce per PlayStation 4?” oppure “La mia Xbox One S lo legge?” una parte di me muore: davvero siamo ancora così legati alla vecchia generazione? È davvero un problema di reperibilità delle nuove console oppure ci stanno marciando sopra sia gli utenti (non proprio entusiasti di sborsare quattrini per la nuova console) sia i produttori?

Foto di nba2kw.com

Ebbene, come spesso accade, la risposta è nel mezzo: è chiaro che un produttore faccia di tutto per spremere ogni singolo euro dalla sua “creatura” (considerando anche l’enorme esborso economico sostenuto in sede si sviluppo) ma è pur vero che, per come la vedo io, questo sistema viziato produce giochi ad una qualità media (parola chiave che torna troppo spesso) rispetto all’effettiva potenza che una PlayStation 5 o Xbox Series X|S possono effettivamente sprigionare.

Il rischio è che promuovendo un mercato simile, non spingi nemmeno all’acquisto della nuova console da parte di chi, magari è in forse e che potrebbe permettersi il nuovo prodotto ma che di fatto non lo acquista perché “sta comodo con la vecchia console”. Questo sistema inoltre penalizza tantissimo gli utenti più avanguardisti, ovvero quelle persone che hanno attuato un cambio di tecnologia complementare attorno alla nuova piattaforma (TV/schermo, controller di fascia alta, cuffie nuove, ecc.) e che si aspettavano giochi all’altezza delle promesse fatte.

Ad oggi, Hogwarts Legacy ha saputo dimostrare che quando produci un gioco valido, ben strutturato e ben articolato, vendi moltissimo perfino in una generazione che arranca a posizionarsi sul mercato: dodici milioni di copie non sono mica uno scherzo se pensate che il Re di questo scorso anno, Elden Ring, premiato con il titolo Game of the Year, ha raggiunto con dodici mesi di vita le 20 milioni di unità di giochi venduti. Statistiche alla mano, Hogwarts Legacy ha molto tempo davanti per raggiungere gli stessi numeri, e tutto questo uscendo solo su PC, PS5 e Xbox Series X|S.

“Eh ma con PS4, PS4 PRO e Xbox One X/S Hogwarts Legacy avrebbe venduto molto di più!”. Probabile. E probabilmente venderà quando uscirà, forte del successo che ha ottenuto di già. Probabilmente però uscirà in una versione scarna, molto realisticamente non “magica” quanto quella che abbiamo avuto modo di amare fino ad oggi: ed è proprio questo il problema, da un lato la costante ricerca del profitto delle software house, dall’altra la pigrizia delle persone che non vogliono lasciare la strada vecchia per quella nuova.

Returnal

Tutto questo crea un circolo vizioso: basta pensare alla bellezza esplosiva di Returnal o di Demon’s Souls, usciti al lancio di PlayStation 5, che ci hanno fatto sognare un God of War next-gen ma che, seppur con un ottimo risultato, ci ha dato un gioco caduto in balia della mid-gen.

Per via di questa situazione c’è anche chi considera la nuova console Sony una vera “perdita di soldi”, e per questo motivo attenderà PlayStation 5 PRO o addirittura PlayStation 6, o resterà con la vecchia piattaforma almeno fino a che usciranno giochi per essa. Viene anche da chiedersi come queste aziende restino in piedi, dato che una buona parte dei guadagni in campo videoludico proviene, ad oggi, dai giochi mobile: essi hanno un fatturato mondiale pari a 85 miliardi di dollari, mentre il mercato PC e Console sommati arrivano poco sotto, con un giro d’affari di 77miliardi di dollari.

È giunto il momento che i produttori di console diano un taglio netto al passato e quando una generazione di console viene soppiantata dalla nuova, ritirino dal mercato la vecchia, mentre lato sviluppatori è giunto il momento di focalizzarsi sulle nuove piattaforme, così da offrire un prodotto all’altezza del mostrato, senza cadere in downgrade grafici e tecnici o in sessioni di sviluppo distruttive (non è facile adattare un gioco a due generazioni di console). D’altronde molti mercati già attuano questa politica: le auto che vengono ritirate dal concessionario, gli smartphone che non vengono più aggiornati, in tutti i casi si punta sempre a dare il massimo alle nuove piattaforme, ed è davvero difficile affermare che quello che stiamo vedendo oggigiorno, a prescindere dal valore intrinseco del gioco stesso, sia il massimo che si può fare.


Nel caso foste interessati ad approfondire la lettura sull’argomento, vi lasciamo le reference che abbiamo usato come bibliografia per la stesura di questo articolo.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche