Anche se con una gremita cerchia di proseliti al seguito, non si può dire che l’intera produzione di Le Terrificanti Avventure di Sabrina abbia avuto uno sviluppo e una vita tranquilli. Fin dalla prima stagione, ricorderete, la serie fu protagonista di diverse vicissitudini riguardanti i temi presenti al suo interno, ma anche il simbolismo e le scenografie utilizzate seppero far discutere. Tuttavia, le prime due stagioni hanno saputo letteralmente “stregare” gli utenti Netflix, raggiungendo il climax proprio nella seconda stagione. Le prime incertezze creative hanno però fatto capolino durante la parte 3, che nonostante tutto ha saputo mantenere una sua logica stendendo il tappeto per il materiale che sarebbe arrivato nelle seguenti stagioni. L’annuncio che dichiarava che questa quarta parte sarebbe stata l’ultima ha quindi lasciato interdetta l’utenza, e forse anche tutti coloro che hanno lavorato alla serie, dato che le 8 puntate che abbiamo di fronte sono talmente rapide da far trasparire una frettolosità di fondo, e la volontà – o la costrizione – di chiudere tutto l’arco narrativo in tempi record.
Le Terrificanti Avventure di Sabrina 4: gemelle e orrori
Durante la scorsa stagione, ci eravamo lasciati con Faustus Blackwood che, in preda alla sua conscia follia, ha fatto voto agli Antichi Dei, coloro che vengono definiti come entità onnipotenti, presenti sulla terra e non solo prima che il “Falso Dio” facesse la sua comparsa. La diretta conseguenza del loro ritorno al potere sono niente meno che gli Orrori di Eldritch, che metteranno fine al mondo (e all’universo) che conosciamo. Queste figure, immortali e dal potere che supera l’immaginazione umana, faranno la loro comparsa uno dopo l’altra negli 8 episodi della serie, con Sabrina (o meglio, “le” Sabrina) che dovrà a tutti i costi sventare la minaccia insieme ai suoi amici e alla sua famiglia. Con una delle due a vivere la propria vita da scolara e l’altra a regnare negli inferi, l’equilibrio era già sul filo del rasoio, e non ci vuole molto per rendersi conto che tutto è destinato a cambiare molto presto. Le premesse sembrano davvero buone, ma purtroppo non è sempre tutto oro quello che luccica.
Tornando alle argomentazioni esposte nell’incipit, questa quarta stagione soffre particolarmente dell’estrema mole di contenuti da inserire in un unico pacchetto: le prime, e anche le ultime sensazioni sono appunto che il materiale abbondante per due intere stagioni sia stato incastrato a forza in sole 8 puntate, riducendo il tutto ad alcuni brevi spiegoni, a soluzioni venute in mente come improvvise grazie divine, e ad altre questioni apparentemente lasciate irrisolte o trascurate. Non ci troviamo quindi di fronte al lento e terrorifico ritmo delle prime stagioni, bensì ad una sbrigativa conclusione che non si rivela né carne né pesce. Se avete seguito “Il Trono Di Spade“, sembra quasi che Le Terrificanti Avventure di Sabrina abbia subito la stessa sorte della famigerata serie HBO.
Sul piano della scrittura infatti sono molti i fatti e i personaggi lasciati in balia di loro stessi, come ad esempio i due figli di Blackwood, Judith e Judas, ridotti a semplici comparse, oppure la signora Wardwell che una volta finito il suo ruolo nelle passate stagioni, viene riportata in ballo senza alcun motivo logico o inficiante nella trama. E ancora rivelazioni shock, amori finiti e rinati, un cambio estremo nelle personalità di alcuni personaggi (come ad esempio Lucifero, che oltretutto sembra molto meno onnipotente di come lo conoscevamo). Non è mancata chiaramente anche una buona dose di fanservice, che si traduce nella comparsa (non solo un semplice cameo come poteva sembrare) delle due storiche interpreti delle ziette di Sabrina nella sitcom originale, e di alcuni momenti musicali (di cui un paio non proprio riusciti al massimo) tutt’altro che necessari.
Di sicuro una chiusura dolce e amara quella della serie, che ci lascia con un finale chiuso – anche se forse non del tutto, se siete stati attenti durante le passate stagioni – e che a conti fatti potrebbe rivelarsi quasi il finale “giusto”. È davvero un peccato tuttavia che una strada davvero ottima sia culminata in uno scivolone del genere.