Di questi tempi i giochi di ruolo stanno vivendo una vera e propria epoca d’oro, e sono sempre di più le uscite di nuovi titoli, soprattutto che presentano delle ambientazioni e situazioni estremamente fuori dall’ordinario. Questo significa anche avere di fronte meccaniche fresche e peculiari, e che vadano a mischiare il “ruolare” e il tirare dadi in modi ogni volta più ingegnosi. Last Resort, che vi raccontiamo in recensione, è un gioco di ruolo basato sulla sopravvivenza, creato da Claudio Serena con MS Edizioni, e che ci metterà di fronte a una delle apocalissi più strane mai ideate!

Nello scenario di deafult infatti ci troveremo al “Kahakai Resort”, un dei più prestigiosi di tutto l’Oceano Pacifico, dove dovremo mantenere la calma e il sangue freddo insieme agli ospiti della pacifica isola… mentre nel resto del mondo si sta scatenando l’Apocalisse. Il governo da una settimana ormai non si fa più vivo, con le comunicazioni che si sono interrotte. Insomma, ci comporteremo nel modo più civile possibile, come da regolamento, per rendere la migliore possibile la nostra permanenza (inteso, anche nel mondo dei vivi). Ma procediamo con ordine.

Un’Apocalisse alternativa

Last Resort è un titolo di stampo survivalist che si ispira nelle meccaniche a The Black Hack, pensato per un gruppo che vada dai 3 ai 6 giocatori (tra cui uno sarà il narratore), e che si concluderà in un massimo di 12 sessioni di gioco con una media che va dalle 2 alle 3 ore l’una. Se non siete amanti del farsi guerra tra giocatori, niente paura, perché si tratta di un gioco non competitivo, dove anzi cooperare con i propri compagni sarà fondamentale per avere qualche speranza di vittoria.

Quello che abbiamo descritto in apertura però è solo lo scenario di deafult messo a disposizione dal creatore, ma ce ne sono anche altri alternativi presenti nel piccolo manuale (circa 60 pagine), che sono dichiaratamente ispirati a The Walking Dead, The Last of Us, e addirittura alle avventure Sci-Fi!

Non una semplice brochure

Come già detto il manuale di gioco non è molto lungo, ma è molto dettagliato e comprensibile, capace di guidarci in tutte le fasi di creazione della nostra avventura. Questo vale sia per il glossario dei termini di gioco, per la creazione del nostro “Superstite”, per il ruolo del narratore, e ovviamente per tutte le azioni di gioco e del suo svolgimento. Il consiglio, anche se non è una cosa strettamente necessaria, è che tutti i giocatori abbiano letto una volta il manuale prima di cominciare l’avventura, per una maggiore chiarezza personale e per favorire la fluidità.

Anche se gran parte del manuale è formato da testi, questi sono scritti in modo chiaro, con lettere larghe, e con uso sapiente di grassetti ed evidenziatori, che riescono ad attirare l’attenzione in modo concreto quando siamo alla ricerca di qualcosa di specifico. Sono presenti anche diversi artwork, che ben si sposano con l’atmosfera che il gioco vuole regalare, oltre ad effetti e segni sulle pagine (per simulare usura della carta, macchie di sangue e così via). Infine sono presenti anche le schede che vi serviranno, come quelle per creare il Superstite, quella delle Minacce ed altre ancora. Quelle vuote potrete tranquillamente fotocopiarle per giocare, mentre le altre “riempite” potrete leggerle attentamente, dato che riportano dei chiari esempi di come vanno utilizzate. Per esempio ce ne sono anche alcune dedicate agli eventi che accadono nel tempo, o foto che descrivono quali risorse saranno presenti in ogni scenario.

Sopravvivere a tutti i costi!

Per prima cosa sarà importante creare il proprio Superstite. Per farlo correttamente bisognerà riempire la scheda (molto chiara nella sua composizione) come indicato dal manuale. Nello specifico, dovremo scegliere il nome, i talenti(che influenzeranno i tiri dei dadi), i legami, la competenza e l’equipaggiamento, ma sono presenti nella scheda anche degli indicatori delle risorse specifiche – Sangue e Spirito che rappresentano salute fisica e mentale – e risorse personali, a cui dovremo pensare e inserire noi. Se non ci sono idee, il gioco pone alcune domande per aiutare il giocatore a crearle. Scegliete ovviamente prima l’ambientazione, e munite ogni giocatori di almeno due dadi per tipo tra d4, d6, d8, d10 e d12: sarete poi pronti per partire!

Una cosa particolare di Last Resort, è che il regolamento non fa sconti a nessuno, che tu sia un Superstite, o che siano una minaccia, che sia interpretato da un giocatore, o dal narratore.

All’interno del gioco, una volta scelta l’ambientazione e la calamità apocalittica che sta distruggendo il pianeta, ci troveremo a definire la mappa dell’isola (nel caso dell’ambientazione di deafult), con il narratore che sceglierà uno degli eventi dello scenario (da sé, o con un dado). Lo scopo dei sopravvissuti sarà spesso quello di risolvere i problemi dell’isola che si presenteranno, o raccogliere risorse (cibo, medicine, energia, umore), e ovviamente respingere eventuali minacce.

Una delle cose che il giocatore si troverà a fare di più è effettuare delle prove, magari affrontando situazioni pericolose e/o dall’esito incerto. Per superarle, il giocatore dovrà scegliere una delle sue risorse,  descrivendo in che modo vuole superare tale ostacolo (scegliendo perciò una risorsa adeguata all’azione). Se il personaggio non ne possiede una adatta, dovrà spenderne una di quelle speciali (Sangue o Spirito). Una volta fatto, il giocatore dovrà lanciare un dado della taglia corrispondente, più il dado è grande, meglio è:

  • con un 5 o più ci sarà un successo, la risorsa non sarà spesa, l’equipaggiamento non viene danneggiato, e non si subiscono danni dalle minacce in scena.
  • Con 3 o 4 otterremo un successo con complicazioni, quindi ci saranno delle conseguenze indesiderate, come il deterioramento di un oggetto o la spesa della risorsa.
  • 1 e 2 ci faranno fallire la prova, non otterremo ciò che vogliamo, e le conseguenze saranno più pesanti.

Come già detto potenziamenti e talenti, o magari delle competenze, andranno ad influenzare i tiri, quindi dovremo fare accuratamente le nostre scelte per ottimizzare le nostre azioni. Tuttavia possono anche essere soggetti a degli svantaggi, magari per situazioni che il narratore reputa sfavorevoli, o altro ancora. I giocatori, se possibile, potranno anche aiutarsi tra di loro, cosa che potenzia il dado della risorsa che si sta utilizzando, ma chi aiuta deve usare una sua azione.

Senza entrare troppo nel dettaglio, i giocatori saranno soggetti anche a turni, movimento, all’utilizzo e alla gestione dell’equipaggiamento, usare i legami e altro ancora. Sappiate solo una cosa: le risorse Sangue e Spirito possono essere consumate anche con fallimenti e minacce, e se queste verranno esaurite, il superstite morirà, o cadrà in uno stato catatonico da cui non potrà più riprendersi.

L’ultima vacanza

Last Resort è di certo un GDR particolare, che pone come suoi punti di forza la collaborazione, l’integrazione (possono giocare davvero tutti, con le giuste precauzioni sui temi), e soprattutto la difficoltà non troppo elevata per intavolare una campagna con degli amici. I ruoli sono ben definiti, e le dinamiche proposte non richiedono arzigogoli soffocanti che vanno ad appesantire l’esperienza. La possibilità di utilizzare diverse ambientazioni dà uno spunto in più per la rigiocabilità, mentre la familiarità con i temi trattati – tra le varie ispirazioni citate – può essere il tassello definitivo per spingere ad immedesimarsi nel ruolo del sopravvissuto anche i giocatori meno abituati ai GDR. Se volete poi giocare in modalità speciali ce n’è anche per voi! C’è infatti un breve regolamento opzionale per creare delle sessioni one-shot, con delle modalità anche alternative e/o più punitive.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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