La svolta di Ubisoft: dall’involuzione alla rinascita

Giuseppe "Alienz Noble" Ricciardi
Di Giuseppe "Alienz Noble" Ricciardi Analisi Lettura da 15 minuti

Ah, la cara vecchia (e bistrattata) Ubisoft! La nota compagnia francese, diffusa ormai in gran parte del mondo grazie ai numerosi studi di sviluppo aperti, si appresta ad affrontare il 2017 con una serie di titoli, sia nuove IP che noti franchise, i quali potrebbero riservare grandi sorprese per i videogiocatori. Allora perché bistrattata? Negli ultimi anni, Ubisoft è stata largamente criticata dalla community per diversi motivi che vanno dagli odiatissimi downgrade ai numerosi bug riscontrati in alcuni giochi. Ma siamo sicuri che quest’azienda meriti tutto questo accanimento? Ripercorriamo gli ultimi anni di Ubisoft e dei suoi principali franchise, in particolare dal 2014: un periodo sicuramente problematico per lo studio francese.Ubisoft StudioPartiamo da uno dei titoli più noti e più giocati dalla community: Assassin’s Creed. Come sempre ci si aspetta il nuovo capitolo della serie, che esce ormai a cadenza annuale, ma proprio quell’anno ne vennero rilasciati ben due: Assassin’s Creed Unity e Assassin’s Creed Rogue, rispettivamente su next-gen e old-gen. Una volta rilasciati entrambi, si scatenarono le critiche: Unity manifestò una serie di problemi, mentre Rogue (nonostante si trattasse di un capitolo dedicato ad un personaggio Templare) venne etichettato come un copia-incolla di Assassin’s Creed III per via delle sue simili meccaniche di gioco.

Uno dei bug più famosi di Assassin’s Creed Unity

AC: Unity propose senza dubbio un’ambientazione interessantissima (soprattutto per il contesto storico), ma la trama non convinse e, nonostante un leggero miglioramento alle meccaniche di gioco, gli utenti si trovarono dinanzi ad un’opera limitata da un framerate poco stabile e numerosi bug. Situazione ancora più disastrata sulla versione PC, decisamente mal ottimizzata ed in grado di mettere in difficoltà anche le configurazioni di fascia alta. Da qui cominciò il declino, non solo di Ubisoft, ma dell’intero settore videoludico; ormai la fiducia era ai minimi storici e la delusione della fan-base cominciava a pesare. Gli sviluppatori hanno dovuto rispondere prontamente a queste problematiche, rilasciando nel tempo 4 corpose patch che hanno, in parte, risolto i problemi. Ma per riguadagnare un minimo di stima, il CEO Yannis Mallat pubblicò una lettera di scuse e la compagnia decise di donare il DLC “Dead Kings” ai giocatori (mentre ai possessori del Season Pass venne regalato un gioco a scelta dalla libreria Uplay). Citiamo inoltre l’introduzione delle missioni co-op pensate per un massimo di 4 giocatori; si trattava di un piccolo numero di missioni abbastanza correlate alla trama principale, e probabilmente sarebbe stato meglio lasciarle in single-player. D’altronde si sa, multiplayer e Assassin’s Creed non son mai andati d’accordo.Ma al peggio non c’è mai fine: il 2014 è stato anche l’anno dello “scandalo” Watch Dogs: il gioco finale si dimostrò essere diverso, almeno graficamente, da quello presentato all’E3 2012; solamente più tardi, Ubisoft ammise che il trailer venne registrato su un computer con grafica “next-gen”. Inizialmente previsto per il 2013, venne rinviato all’anno successivo, ma mantenne alto l’hype della community, ansiosa di scoprire questa nuova IP, un titolo open-world concentrato sul delicato tema dell’hacking e della privacy (problematiche che caratterizzano quotidianamente le nostre vite). Quando il gioco venne rilasciato sia su next-gen che old-gen, la sinfonia fu sempre la stessa: gioco minato da bug, pessima ottimizzazione su PC ed un sistema di guida davvero poco convincente (una grande pecca per un free-roaming). Le vendite furono un successo, ma Ubisoft si ritrovò sommersa di critiche per l’evidente downgrade, portando un generale malcontento e perdita di fiducia da parte dei fan (problema che ha avuto ripercussioni su Watch Dogs 2… ma ne parleremo dopo).Far Cry 4 Ubisoft

Ma tralasciamo per un momento i brutti ricordi (o almeno proviamoci) e pensiamo positivo: il 2014 fu anche l’anno di Far Cry 4, sequel di un’IP rinata grazie a Far Cry 3 (2012), questa volta decisamente più apprezzato rispetto agli altri due franchise sopra menzionati, anche se non esente da qualche piccola critica. Il titolo si attestò sulla falsariga del precedente, con un nuovo “villain” molto caratteristico ed un’ambientazione spettacolare, teatro di una bella prova per il motore grafico Dunia Engine 2, rivelatosi comunque all’altezza. Ma allora quali furono i problemi di Far Cry 4? In molti si lamentarono proprio della troppa familiarità del gioco con Far Cry 3: meccaniche quasi identiche, una trama con alti e bassi, e delle missioni secondarie troppo ripetitive. Sicuramente un buon titolo, ma che non ha certo brillato per innovazione.

Una menzione d’onore è invece necessaria per Valiant Hearts: The Great War e Child of Light. Il primo è un titolo prodotto dallo studio di sviluppo di Ubisoft Montpellier, un’avventura / puzzle game incentrato su una pagina tragica della storia dell’umanità: la Prima Guerra Mondiale. Attraverso una discreta serie di rompicapo, lo studio è riuscito a sfornare un’opera toccante che ha saputo trasmettere le emozioni e gli orrori che hanno vissuto gli uomini impegnati in uno dei conflitti più sanguinosi della storia. Anche Child of Light, un platform / action RPG, conquistò la community grazie all’atmosfera creata dal motore UbiArt Framework (utilizzato anche per Valiant Hearts), combinata ad una colonna sonora estremamente rilassante ed immersiva. Ma torniamo a noi… Ubisoft si ritrova quindi alla fine dell’anno con una fanbase letteralmente incazzata con il suo operato, un periodo da dimenticare. Questo grave declino ha colpito fortemente la software house, che nel 2015 cerca di ritornare sui propri passi con Assassin’s Creed e prepara il ritorno di un altro grande franchise: Rainbow Six.Assassin's Creed Syndicate UbisoftI primi rumor e leak riguardo il nuovo capitolo di Assassin’s Creed arrivano pochissimi mesi dopo il rilascio di Unity: questa volta sarebbe stato ambientato nella Londra vittoriana durante la Seconda rivoluzione industriale e si sarebbe dovuto chiamare Victory. Tutto confermato, tranne il nome che sarà invece trasformato in Syndicate. Stavolta i giocatori si trovarono dinanzi ad una trama per certi versi innovativa, raccontata attraverso gli occhi di due fratelli Assassini con tecniche ed ideologie differenti: Jacob ed Evie Frye. Ubisoft aggiusta il tiro, proponendo un titolo ben ottimizzato, prettamente single-player e con tante innovazioni sia al sistema di combattimento, finalmente più impegnativo, che di movimento tramite l’introduzione del rampino. Ma alla fin fine il titolo ha una durata molto breve, e la scottatura di Unity brucia ancora molto ai fan: una serie di fattori che non portano le vendite sperate, che superano lievemente quelle del predecessore.Rainbow Six Siege UbisoftVerso la fine del 2015 arriva l’uscita di Tom Clancy’s Rainbow Six Siege, FPS tattico incentrato totalmente sulle modalità multiplayer e sulla comunicazione tra i membri del team, a discapito di una classica campagna single-player. Il titolo propone un alto livello di competitività, anche se difficilmente apprezzabile da parte del giocatore medio di FPS. Il gioco non ha convinto appieno neanche la critica, compresa la nostra, ma grazie a delle mosse decisamente azzeccate da parte della software house, oggi possiamo affermare tutt’altro. Ebbene sì, giungiamo al 2016, quello che oserei definire l’anno della svolta di Ubisoft. In questo caso, l’azienda ha dedicato anima e corpo nel rilascio di nuovi contenuti e patch per aggiustare al meglio la direzione del gioco, riuscendo ad ottenere un ottimo riscontro dalla community: dopo l’uscita del DLC “Skull Rain“, Rainbow Six Siege conta più giocatori attivi giornalmente rispetto al lancio. E non è finita qui, poiché il gioco verrà supportato per il secondo anno (2017) con l’arrivo di nuovi operatori provenienti dalle migliori forze speciali del mondo (anche se, lasciatemelo dire, troviamo la grande assenza delle forze italiane).Far Cry Primal UbisoftCome detto poc’anzi, il 2016 è anno di cambiamento per Ubisoft: andando in ordine cronologico, troviamo Far Cry Primal. La software house capisce gli errori commessi con il precedente capitolo, troppo ripetitivo, e decide di stravolgere completamente il gioco. Quindi realizza uno spin-off con un’ambientazione e contesto storico completamente diversi e, di conseguenza, l’equipaggiamento, fauna, tecniche e gameplay sono stati adattati al periodo. Stavolta Ubisoft fa centro, conquistando positivamente sia la critica che la community; la trama non fa impazzire, ma questo cambiamento ha decisamente portato una ventata di aria fresca per la serie. Ma ora passiamo a parlare del più grande caso che ha colpito la software house lo scorso anno… FINISH HIM!The Division Ubisoft

..Tom Clancy’s The Division, titolo open world / action RPG. In molti ricorderanno la sua presentazione all’E3: un gameplay con una grafica mozzafiato, ambientato in una New York innevata, desolata e distrutta da una strana infezione. Un contesto post-apocalittico nel quale va ad inserirsi un concept per il multiplayer che sembrava essere il sogno erotico di ogni giocatore: la Zona Nera, una vera e propria terra di nessuno dove non ci sono regole. Gli Agenti della Divisione possono sia collaborare che ammazzarsi a vicenda, la scelta è nelle mani del giocatore. Una volta uscito, come accaduto per Watch Dogs, i giocatori si trovano dinanzi ad un downgrade impressionante e numerosi bug: ecco che arriva una nuova pioggia di insulti su Ubisoft e Massive Entertainment. Col passare del tempo, e degli aggiornamenti, il gioco si ritrova ad avere un PvP sbilanciato, mentre il PvE diventa sempre più ingiocabile (nemici definiti spugne per proiettili); gli sviluppatori si trovano letteralmente alle corde del ring e nel mese di agosto ammettono che il gioco “è rotto”.

Da qui, Ubisoft passa all’azione, decide di intervenire e salvare The Division: invia una task force di sviluppatori presso lo studio di Massive Entertainment, facendo concentrare tutto il loro lavoro sul fix dei bug e sul bilanciamento del gioco, spostando l’uscita dei DLC previsti per l’anno I. E, come accaduto per Rainbow Six Siege, i risultati arrivano: dopo un generale abbandono, i server di The Division tornano a popolarsi, sintomo della grande qualità del lavoro svolto, unito al rilascio di un ottimo DLC quale è “Lotta per la vita”.Watch Dogs 2

Giungiamo quindi alla questione Watch Dogs 2. Al momento dell’annuncio, il Senior Director del gioco dichiarò di aver passato letteralmente giorno e notte sui forum per raccogliere tutte le critiche legate al primo capitolo, in modo tale da migliorare il secondo. Un feedback che è stato ascoltato da Ubisoft, ormai decisa a non commettere più errori. Ma, come per Unity, lo scandalo downgrade brucia ancora e le vendite vanno decisamente male. Un vero peccato per la software house che, nonostante gli sforzi fatti per soddisfare gli utenti, si ritrova ad avere un titolo largamente apprezzato dalla critica per via dei vari miglioramenti apportati, ma totalmente sfiduciato da parte della community. Addirittura su PC, in particolare Steam, il gioco conta il 62% di giocatori in meno rispetto al precedente.

Ed infine, ancora una volta, la questione Assassin’s Creed. Dopo un lungo periodo in cui siamo stati abituati a vedere il rilascio di un nuovo capitolo a cadenza annuale (anche più di uno, considerando la serie spin-off  di Chronicles), Ubisoft ha deciso di prendersi del tempo per riportare questo brand ai posti che merita. Nella nota ufficiale, rilasciata lo scorso febbraio, il team di sviluppo ha affermato di aver appreso molto dal feedback degli utenti ed ha scelto di prendersi un anno di tempo per evolvere le meccaniche del gioco, per assicurarsi di realizzare un gameplay ed un’esperienza unica nel suo genere. Al momento non sappiamo ancora nulla del prossimo capitolo, anche se alcuni leak presenti in Watch Dogs 2 lasciano pensare ad un gioco ambientato in Egitto. (Tuttavia, bisogna comunque ricordare che per sopperire a questa “grande” assenza, Ubisoft ha rilasciato la Ezio Collection). Ghost Recon WildlandsSiamo dunque giunti ai giorni odierni, Ubisoft guarda al 2017 con un parco titoli di tutto rispetto: For Honor, Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands, South Park: Scontri Di-Retti ed il titolo VR Star Trek: Bridge Crew. L’impegno e la voglia di migliorare c’è, e ci è stato dimostrato, si tratta solo di una questione di tempo. Ormai nessun titolo viene rilasciato completo e perfetto al 100% dal Day One, bisogna accettarlo. Ma è per questo che c’è bisogno del contributo della community, sempre in prima fila a fornire il proprio feedback. Proprio come è successo con l’Alpha di For Honor recentemente, e come succederà con la beta di Ghost Recon Wildlands.

Aspettiamo con ansia questo 2017, un anno sicuramente carico di promesse per quanto riguarda il videogioco, con Ubisoft che ha molti altri titoli in cantiere…come? Qualcuno ha detto Splinter Cell?

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Entra nel mondo del gaming con Playstation tra i vari Crash Bandicoot, Spyro, Metal Slug e sin da piccolo appassionato di Age of Empires. Poi la conversione ad Xbox con la passione per Halo, passando per Xbox360 fino ad Xbox One. Predilige FPS ed Action/Adventure ma gioca un po' di tutto, tranne i picchiaduro. Titolo preferito: Halo Combat Evolved