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Justice League Recensione

Warner ci porta al cinema un’altra volta: pare proprio che i film DC debbano essere caratterizzati da tragedie dentro e fuori la “pellicola”; Justice League approda nelle sale italiane con l’ombra della morte di Autumn Snyder, figlia di Zack Snyder, quest’ultimo ha lasciato che il montaggio del cinecomic venisse montato dal regista Joss Whedon, già sceneggiatore impegnato nel progetto. Insomma, Justice League non si smentisce, mantenendo una “tradizione” iniziata con la trilogia di Nolan sul Cavaliere Oscuro ma aggiungendo la visione snyderiana del mondo cupo e fantastico che tutti amano.

Justizia In Un Mondo Injusto

Superman è morto: il finale di Batman v Superman: Dawn of Justice colpisce forte come un maglio anche qui. La pellicola inizia con l’azione: troviamo Batman alle prese con un mistero che non riesce a risolvere, il Crociato Incappucciato insegue un nemico sfuggente, quasi invisibile. A quanto pare un piccolo contingente di alieni non meglio identificati si trova sulla terra, alla spasmodica ricerca di qualcosa. Trovato l’ennesimo “scout”, Batman capisce che la minaccia è reale e che da solo non in grado di affrontare la minaccia che gli sta per piombare addosso. Ricorrere agli amici è fondamentale nei momenti di difficoltà: il problema è che, quando sei Bruce Wayne di amici ne hai pochi, forse nessuno all’effettivo, figuriamoci quando sei Batman! A prestare aiuto al miliardario solitario arriva la bellissima Wonder Woman che, nei panni di Diana Prince, si propone di andare a cercare Victor Stone/Cyborg, un ragazzo che pare sia scomparso in circostanze straordinarie. Nel frattempo Bruce viaggia per il mondo e cercherà l’aiuto di Barry Allen/Flash, l’uomo (o il ragazzo in questo caso) più veloce del pianeta, oltre che andare al nord dell’Europa per scovare una leggenda: l’essere che “parla con i pesci”, Arthur Curry/Aquaman. L’unico dei tre nuovi personaggi che sembra avere voglia di aiutare i nostri difensori è proprio il velocista scarlatto, più perché pare abbia bisogno di amici che una vera voglia di azione. Mentre la squadra viene messa su, il nemico più terrificante fa la sua comparsa: Steppenwolf, un essere millenario che si definisce “eletto a divenire un nuovo Dio”, cerca sulla terra tre manufatti, chiamati Scatole Madri. Se quest’ultime verranno avvicinate e fuse tra loro, libereranno un potere talmente grande da cambiare il volto del pianeta Terra per sempre. Non vi dirò altro sulla trama, anche se ciò che vi ho detto fino ad ora era facilmente intuibile dai trailer che hanno invaso la rete nei mesi scorsi. Il comparto storia del film è frizzante, con battute mai banali e sapientemente distribuite, Justice League si discosta un po’ da quello che fino ad oggi ci era stato proposto nei film Warner: approfondiremo tra poco questo aspetto della pellicola.

Tra Ombre e Luci

Justice League ha il compito di presentare al mondo tre personaggi “nuovi” o meglio uno va riscoperto, altri due sono da presentare: Flash, il velocista scarlatto, ha già uno show tutto suo e di discreto successo (c’è a chi piace e a chi no, facciamocene una ragione) anche se in questa versione, troviamo un giovane Barry Allen alle prese con i problemi di un ragazzo rimasto orfano di madre e con poteri che vanno oltre quelli di chiunque, del resto poter correre fino a velocità talmente elevate da servirti una tuta a prova di impatto spaziale con l’atmosfera, non deve essere facile. Flash cerca il suo posto nel mondo e non a caso, accetta subito l’amicizia di Bruce Wayne. Tutt’altra storia invece è Aquaman: un uomo diviso tra due mondi, le profondità di Atlantide e la terra ferma da cui viene. Il signore dei mari vuole solo essere lasciato in pace ma capisce da subito che la minaccia per i “terrestri” potrebbe coinvolgere anche gli abissi. Ultimo ma non ultimo c’è il personaggio più controverso del team: Victor Stone non è affatto felice della sua condizione che ha sempre meno a che fare con la vita umana; qualcuno ricorderà di certo la scena di pochi secondi, comparsa in Batman V Superman, nella quale si vedeva la metà del corpo di un ragazzo urlare accanto ad una scatola cubica fluttuante, mentre parte di quel corpo veniva “rigenerato”. Ebbene la scena descritta in quella sequenza era proprio la nascita del nostro “eroe” o la “morte” della condizione umana di Victor che ha dato vita al nostro Cyborg (per altro perfettamente realizzato sotto il profilo estetico). Oltre a stupirci con due nuovi eroi ed uno rivisto e “corretto” alla maniera del regista, ecco che spunta un nemico solido e coerente: Steppenwolf incarna davvero bene la paura che deve suscitare, forte di un altezza pari a due volte quella di un uomo già alto, brandisce un ascia incandescente ed è accompagnato da un orda di esseri alati chiamati Parademoni, già comparsi nell’incubo di Bruce Wayne, avvenuto sempre in Batman V Superman. Ombre, perché la prima metà del film è facilmente riconducibile a Zack Snyder, filtri scuri e scene fotograficamente strappate al fumetto, incantano lo spettatore mentre la seconda metà del cinecomic si rifà ai colori sgargianti e vivi di Joss Whedon che ha saputo rendere al meglio le scene di combattimento, non stucchevoli come in passato ma ben dosate e soddisfacenti. Probabilmente la dualità dei due registi ha saputo bilanciare il tutto, offrendo al pubblico una pellicola ben pensata e sapientemente ritmata.

Justizia è Fatta!

Justice League è un prodotto nuovo: probabilmente se piacerà al pubblico da oggi in poi questa miscela potrebbe rappresentare il nuovo standard dei film Warner Bross. Nella pellicola troviamo tutto quello che serve: c’è l’introspezione dei personaggi nuovi e “vecchi”, c’è la crescita e l’evoluzione di tutti i protagonisti che, abituati a lavorare da soli, ora devono fare squadra; ci sono le battute di spirito, che spezzano la tensione ma non la ridicolizzano, anzi strappano sinceri sorrisi e qualche risata vera e propria senza perdere il focus che caratterizza, da sempre, un prodotto DC comics. Non mancano gradite sorprese, personaggi che compaiono per pochi istanti ma che lasciano vagare la fantasia del vero appassionato, senza disturbare la visione allo spettatore meno informato. Cosa è mancato dunque a questo film? Probabilmente, i puristi potrebbero obbiettare che la pellicola manca di quella profondità, l’introspezione dolorosa che è da sempre un dogma fondamentale dei prodotti DC: a ben pensarci, da appassionato, posso dirvi che in questo caso non era necessaria, la pellicola è un film corale davvero ben pensato e l’eccessiva profondità sarebbe stata di troppo. Justice League non delude dunque, nonostante sia stato venduto in maniera sbagliata, la critica davvero più aspra andrebbe fatta a chi ha montato i trailer del film perché comunicano male e non danno il giusto mood al cinecomic. Il ritmo, la metrica della narrazione, la fotografia e la colonna sonora cucita come la migliore delle Bat-tute addosso al film, fanno di Justice League un prodotto che si discosta dai film Marvel, mantenendo integra l’anima dei personaggi e regalandoci due ore miscelate alla perfezione tra una risata ed un combattimento ben pensato.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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