Il director di Persona 5, Katsura Hashino, parla del suo approccio artistico per Metaphor: ReFantazio usando come fonte d’ispirazione principale l’opera di Tolkien.
Il genere fantasy sta vivendo un periodo di grande popolarità in tutti i media d’intrattenimento. Lo vediamo anche nel campo dei videogiochi e nel mondo dei GDR. Ciò che più caratterizza il genere fantasy per così dire “classico”, è la possibilità da parte dell’autore di uscire da determinati vincoli del mondo reale e consentirgli di creare un mondo alternativo con storia, regole e società proprie.
Anche se il celebre director Katsura Hashino non è affatto estraneo agli elementi fantastici nelle sue storie, gli altri giochi diretti da lui come Persona 3, Persona 4 e Persona 5 o Catherine sono ambientati nel mondo reale, in tempi moderni. Metaphor: ReFantazio è invece un fantasy nel senso più canonico del termine, con razze, politica e società tutte sue.
Per il suo team era quindi necessario un cambio di registro, e per prendere familiarità con questo concetto di world building, Hashino da iniziato a cercare ispirazione leggendo romanzi fantasy, primo fra tutti Il Signore degli Anelli.
Nel suo “corso intensivo di fantasy”, grazie soprattutto alla lettura degli scritti di Tolkien, il director si è reso conto che la creazione del mondo di gioco avrebbe richiesto un’introspezione più profonda.
Nel mondo di Persona, Hashino poteva prendere ispirazione da ambienti reali, ricordiamo bene la completa fedeltà ai quartieri di Tokyo in Persona 5, ma entrando nella concezione del genere fantasy più pura del termine, ha compreso di dover cambiare approccio.
Non si poteva semplicemente copiare opere esistenti come Il Signore degli Anelli, il director doveva creare il suo mondo totalmente da zero.
Mi sono reso conto che se avessimo provato a imitarlo in qualsiasi modo, nei personaggi, nell’ambientazione o nel mondo, non avremmo davvero raggiunto gli originali.
Se provassimo a copiarlo, sarebbe solo una copia. Quindi ho pensato: proviamo a realizzare un gioco fantasy che solo noi possiamo realizzare.
In una realtà in cui si trovano spesso diversi cloni de Il Signore degli Anelli, l’affermazione di Hashino non è affatto da sottovalutare.
L’ispirazione concettuale acquisita tramite l’opera di Tolkien ha permesso al team di creare un mondo nuovo, con personaggi più “vivi” che nascono e prendono forma dall’ambiente in cui si trovano. Le parole di Hashino sembrano aver colto pienamente il concetto di creazione di un mondo fantastico. Il risultato è un gioco fantasy che solo Atlus avrebbe potuto realizzare, partendo dalle basi gettate dalla saga di Persona, cha ha fatto innamorare il pubblico dei videogiocatori.
Il JRPG ha riscontrato grande approvazione da parte della critica al suo debutto, tanto da poterlo considerare, assieme ad Astro Bot un dei giochi più apprezzati dell’anno finora.
Anche noi abbiamo amato particolarmente giocare a Metaphor: ReFantazio, se volete più dettagli vi invitiamo a leggere la nostra recensione
Atlus rimane una garanzia in fatto di temi trattati e narrazione. Non ci meraviglia affatto una spinta da parte loro nel voler dare un’impronta autoriale nella loro creazione e l’influenza di Tolkien sembra aver dato il giusto valore aggiunto all’opera videoludica.