Sarà per l’adrenalina, sarà per la costanza e la passione di Croteam, o sarà per l’estrema simpatia che sia il personaggio e sia la narrazione hanno suscitato, ma Serious Sam nelle sue varie iterazioni è riuscito a creare una solida fan base e un modo tutto suo di vivere le avventure fps. Chiaramente questo mondo ha ispirato moltissimi altri artisti del gaming – perché all’effettivo di possibilità di manovra ce ne sono a secchiate – ed alcuni di loro sono stati presi sotto l’ala proprio dal team croato, e a loro volta dagli stessi ragazzi di Devolver Digital (publisher leader nella sezione degli indie games). Il titolo che analizziamo oggi, anche se ha visto la luce da tempo e ha già avuto modo di affermarsi, è I Hate Running Backwards, che nasce dal piccolo team di Binx Interactive tramite l’iniziativa di publishing iniziale di “Croteam Incubator” con la quale lo studio ben più affermato riesce a supportare i piccoli team.
Odio correre all’indietro!
Chiunque abbia mai messo le mani su un capitolo della serie canonica di Serious Sam – in special modo The First e The Second Encounter – sa che l’unico modo di sopravvivere alle intere legioni di Mental che arrivano a fiumi sul nostro eroe è riempirle di piombo senza essere raggiunto (lo so, state pensando alla storia del leone e la gazzella, e non ci state nemmeno andando troppo lontani…). Da qui nasce la meccanica fondamentale: se il Kamikaze decapitato ti arriva addosso esplodi, se lo scheletro galoppante ti raggiunge ti maciulla, se il toro siriano ti colpisce ti fai tanto male e vieni sbalzato via… eccetera eccetera. Correre all’indietro è nel 99% dei casi l’unica soluzione, e Binx Interactive ha voluto sfruttare la feature più iconica del titolo dei croati più famosi del gaming per sviluppare la propria creatura.
I Hate Running Backwards si avvale di una grafica poligonale estremamente semplice e funzionale, che non richiede grossi sacrifici alla macchina che lo sta riproducendo, e che soprattutto riesce a regalare un feedback incredibile al giocatore sul piano del carisma, che con grande nonchalance riesce a rendere giustizia all’opera originale. La caratteristica fondamentale di questo (passatemi il termine) “spin-off” è che passeremo gli interi livelli con la mappa che scorrerà verso l’alto, e i nemici che sbucheranno dal basso (o a volte dai lati). Questa feature va quindi a spaesare il giocatore sulle prime, magari più abituato ai classiconi a scorrimento verticale dove navicelle, soldatini e così via ti si paravano contro partendo dall’alto, ma basteranno pochi minuti di gioco per assimilarne le meccaniche. Più complicata la questione per quanto riguarda la difficoltà, che anche se selezionabile a inizio gioco, sarà sempre crescente e soprattutto metterà alle strette il giocatore già dai primi metri percorsi.
Come ogni sparatutto che si rispetti, avremo a disposizione numerosi tipi di armi e la mappa sarà disseminata di oggetti da raccogliere (con tanto di “effetti sonori” presi dalla serie!), ma anche di trappole e ostacoli di ogni genere a rendere ancor più difficile la nostra scalata verticale. Le mappe di gioco prendono quindi a piene mani da tutto l’immaginario di Serious Sam, partendo dalle classiche ambientazioni, fino ai terribili Mental.
Double the Gun, double the Fun!
Raddoppiare è da sempre una delle armi vincenti del marchio della bomba, ma non si tratta solamente di armi vere e proprie da sfruttare in-game: la prima mossa utilizzata da Binx in I Hate Running Backwards è quella di dare la possibilità ai giocatori di utilizzare non solo il leggendario Sam Stone, ma anche alcuni personaggi delle serie di Hotline Miami e di Shadow Warrior; la seconda – e molto più importante – è invece quella del multiplayer locale. Con questo titolo si torna infatti a giocare quasi in stile cabinato per due utenti, cercando di sopravvivere a più non posso alle orde di alieni che ci correranno addosso.
Quando tale feature risultava forzata su PC e scomoda su console, su Nintendo Switch trova una nuova linfa vitale intrinseca grazie ai joy-con e alla portabilità della console stessa. Unica pecca che riguarda tale versione è la piccolezza dello schermo quando si decide di giocare in multiplayer in modalità portatile staccando i controller, mentre le dimensioni dello schermo risultano abbordabili in singolo grazie alla vicinanza al viso del giocatore.
Anche se tecnicamente e graficamente risulta un gioco sempreverde e soprattutto performante, le più grandi grinze risiedono nella ripetitività del gameplay, ma soprattutto nello scoraggiamento che arriverà data l’estrema difficoltà del prodotto. Il livello di sfida tende ad abbassarsi in coppia vista la quantità doppia dei colpi sparati, ma anche in quel caso riuscire ad ottenere punteggi elevati sarà complicato (data anche la presenza dei boss).