Hi-Fi Rush è stato senza ombra di dubbio una delle grandi sorprese videoludiche dello scorso anno: la (fino a poco tempo fa) ritmata esclusiva Xbox, forte del grandissimo successo tra critica e pubblico, approda ora anche su altre piattaforme, regalandoci un’avventura da non perdere. Abbiamo avuto la possibilità di giocare ad Hi-Fi Rush su PS5 e, in questa recensione, intendiamo sì riportare i principali pregi e difetti del titolo, ma soprattutto verificare se la qualità tecnica vista su Xbox è stata ben trasposta anche sulla sua piattaforma diretta rivale.
Ritmo, colore e la giusta dose di ironia
Iniziamo subito con una panoramica generale del gioco ai pochi sfortunati che non hanno avuto precedentemente occasione di metterci le mani. Hi-Fi Rush è un titolo marcatamente hack and slash con una buona dose di ritmo nel sangue che lo rende a tutti gli effetti un ibrido con un rhythm game. Impersoniamo Chai, un giovane piuttosto ingenuo che ama follemente la musica, tanto da portare con sé il suo lettore MP3 anche presso la sede del Progetto Armstrong, un programma promosso da un’importante azienda per la sostruzione di arti cibernetici.
A causa di una serie di equivoci, nel corso dell’operazione che permetterà a Chai di avere un nuovo e futuristico braccio robotico, il suo lettore MP3 finisce incastonato nel suo petto. Questo fa sì che venga considerato un “pezzo difettoso” che, rischiando di mettere in cattiva luce l’azienda, deve essere eliminato.
La trama di Hi-Fi Rush è molto semplice e piuttosto demenziale: i personaggi sono pochi ma ben caratterizzati, i dialoghi sono ben scritti e risultano essere ricchi di humor, così come sono ben realizzate le comiche situazioni in cui i vari personaggi sono destinati a trovarsi nel corso dell’avventura.
Purtroppo il titolo non è particolarmente longevo, siamo decisamente sotto le 20 ore per il completamento della campagna, ma abbiamo trovato la storia sufficientemente lunga e mai prolissa nel suo svolgersi.
Il gameplay di Hi-Fi Rush, come precedentemente indicato, risulta essere un ibrido bizzarro ma decisamente ben riuscito: il nostro compito sarà quello di far fuori orde di robot inferociti facendo sì che i nostri attacchi vadano a tempo con la musica di sottofondo al fine di generare combo spettacolari. Un aspetto che non ci ha pienamente soddisfatto però riguarda la varietà dei boss (ma anche dei nemici in generale): poco originali nel design e anche nello stile di combattimento.
In sintesi, il gameplay di Hi-Fi Rush risulta essere divertente e non annoia, grazie anche alla possibilità di sbloccare nuove combo all’interno della nostra base operativa. Una campagna principale più lunga avrebbe rischiato di rendere il titolo eccessivamente ripetitivo: capiamo ancor meglio, insomma, la scelta del team di sviluppo.
Gli elementi di cui abbiamo parlato nella recensione pubblicata lo scorso anno sono innumerevoli e, nonostante si tratti di un porting particolarmente fedele, sentiamo la necessità di ripeterci per quanto riguarda l’elogio alla cabina di doppiaggio: tutti i personaggi sono doppiati in italiano con carisma e grande energia.
Un altro elemento che è certamente degno di una nuova menzione onorevole è lo stile artistico nel suo complesso: sia la colonna sonora (elemento essenziale per il gameplay), sia lo stile grafico, sono estremamente in linea con il tipo di esperienza che il titolo intende offrire: allegria, colore e divertimento sono le tre parole chiave per descrivere il mood di Hi-Fi Rush, e anche il lato artistico ce lo suggerisce.
Arriviamo però al sodo…
Il motivo per cui state leggendo questa recensione probabilmente non è quello di scoprire se Hi-Fi Rush è un buon gioco, questo lo sapete già, ma piuttosto di capire se il titolo nella sua versione PS5 riesce ad essere competitivo. La risposta è assolutamente affermativa.
Hi-Fi Rush è un gioiellino di tecnica sia nella sua versione originale che su PS5, presentando un numero praticamente pari a 0 di bug, glitch o altri tipi di problemi tecnici. La fluidità del gioco ci ha soddisfatti sotto ogni punto di vista: stiamo parlando di un porting da manuale, non c’è che dire.
Per quanto riguarda la gestione da parte del team di sviluppo delle caratteristiche del controller di PS5, non possiamo anche in questo caso non ritenerci soddisfatti: la vibrazione funziona infatti in maniera impeccabile nel corso delle varie cutscenes, ma avremmo forse preferito un maggiore sfruttamento della stessa nelle fasi di gameplay, ove si poteva osare leggermente di più.