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Here They Lie – Recensione

Quanti fan dell’horror hanno mai desiderato di trovarsi letteralmente dentro ad un’avventura spaventosa? Questo genere di giochi sono sbarcati subito su PlayStation VR, basti pensare a Until Dawn: Rush of Blood e gli squali di VR Worlds, così da immergervi subito in un’esperienza virtuale che vi farà saltare letteralmente dalla sedia. Grazie ad Here They Lie la paura si mischia con il soprannaturale, portando al risultato di un horror psicologico sviluppato dalla promettente startup Tangentleman, con il supporto tecnico di Santa Monica StudioIl videogame vi farà vivere un incubo, con atmosfere opprimenti tendenti a generare un senso di profondo disagio nell’utente.here-they-lie-02Mezzanotte è arrivata

Non appena metterete il visore e farete partire l’opera multimediale, vi renderete conto che Here They Lie soffre, e non poco, aggiungerei. Dal punto di vista tecnico, infatti, il videogame è pressoché problematico, offrendo animazioni non al massimo dell’efficienza e, in generale, una grafica che, nonostante si trovi ai limiti del VR, vi fa storcere ugualmente il naso. Se ragioniamo su quanto detto finora, diventa molto trascurabile paragonato al fatto che, nella maggior parte dei casi, è veramente tutto troppo sfocato. Inizialmente credevamo fosse un problema dei nostri occhialoni ma, una volta confrontatoci con altri titoli, abbiamo capito che non era così. Il prodotto, da questo punto di vista, è veramente un disastro e, se non farete le dovute pause tra una sezione di gioco e l’altra, finirà con il darvi parecchio fastidio. Ci saranno momenti nell’avventura in cui dovrete leggere dei documenti, utile mezzo per la narrazione della trama, che purtroppo richiederanno un enorme sforzo: alla lunga, può dare davvero tanto disturbo agli occhi.

Diverse volte abbiamo dovuto interrompere la prova per riprendere fiato. Il tentativo dello sviluppatore di limitare il motion sickness non è stato ottimo: con il fatto che lo spostamento del vostro personaggio è tutto tranne che rapido, la casa di sviluppo ha pensato giustamente di introdurre un tasto per lo scatto; peccato che questo avvenga in maniera troppo dinamica e, dopo la prima serie, abbiamo dovuto smettere di giocare per la sensazione di nausea che ci ha colpito. Ovviamente questo varia da persona a persona, ma è risaputo come i giochi del genere walking simulator, con lo stick analogico, siano quelli che più mettono alla prova l’utente. Inoltre, anche escludendo il pesante motion sickness, quella che rimane è un’esperienza horror parecchio anonima e dall’ambientazione poco ispirata, con gli unici e reali spaventi dovuti a qualche facile ed intuibile jump-scare messo un po’ a caso.

here-they-lie-03Chiudi le finestre e spegni la luce

Poco sopra abbiamo citato i documenti: questi saranno il metodo principale per veicolare la narrazione. Attraverso essi, infatti, dovrete cercare di capire gli avvenimenti che accompagnano il titolo. Here They Lie lascia il giocatore girovagare per una città malata, popolata da persone violente che indossano maschere di animali, fino a trovare veri e propri mostri che cercheranno di uccidervi non appena entrerete nel loro raggio d’azione. Il racconto è frammentato e, per questo motivo, lascia diversi buchi per quanto riguarda la trama, facendo interpretare la storia in maniera decisamente libera a qualunque utente.

Questa può essere considerata una scelta fatta dagli sviluppatori, purtroppo il gioco è molto lento a partire, in quanto la storia inizia a diventare interessante solamente verso il finale, rischiando dunque di annoiare troppo presto. Per fortuna alla fine del titolo ci saranno alcuni bivi che condurranno a finali diversi, accrescendo, anche se di poco, la rigiocabilità del titolo. Il videogame riesce comunque a convincere grazie alle sue atmosfere cupe e tenebrose, mettendovi di fronte situazioni davvero particolari. Il team gioca costantemente sul fatto di trasformare l’ambiente per scardinare le sicurezze di chi gioca, mettendolo nella situazione di non sentirsi mai tranquillo. Insetti che all’improvviso invadono stanze apparentemente quiete, orrori striscianti pronti ad uscire dagli angoli bui, strutture prive di vita ed ansiogene: tutto sembra pensato per trasmettere una snervante e ineliminabile sensazione di disagio.

Dentro Here They Lie regna il caos. Niente è chiaro e, per certi versi, sembra che il titolo faccia passare gradualmente il giocatore in tutti gli stadi della follia umana. Certamente, da questo punto di vista, il motion sickness non aiuta affatto l’utente, anzi peggiora l’intera esperienza. Il dover interrompere la sessione di gioco per via della nausea è davvero fastidioso e, chiunque abbia uno stomaco delicato, avrà un’avventura tutt’altro che semplice. Purtroppo i danni dovuti ad un comparto tecnico tutto da rivedere influenzano inevitabilmente la godibilità del prodotto. La paura, una volta fatta l’abitudine alle varie atmosfere, non sarà minimamente presente, tranne per qualche spavento sparso qua e là. Sicuramente la casa di sviluppo poteva fare molto di più e, tirando le somme finali, l’opera multimediale può essere considerata una grande occasione mancata.

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco, utilizzando il visore Sony PlayStation VR. Questo dopo aver terminato il titolo due volte, ottenendo per ognuna un finale diverso.

Here They Lie

5.9

Tutto sommato, Here They Lie resta un'idea molto carina, peccato poi non riesca ad esprimersi al meglio. Un maggior impegno nella realizzazione tecnica e l'avventura sarebbe risultata liscia dall'inizio alla fine ma, a causa di una grafica che dà problemi alla vista e l'elevato motion sickness, tutto ciò che c'è di buono passa in secondo piano. ;s

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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