Dopo aver originariamente rilasciato la loro creatura su PC lo scorso febbraio, i ragazzi di Red Zero Games ritentano la fortuna facendo approdare il loro chiacchierato Here Be Dragons su Nintendo Switch, portando navigatori, pirati e mostruosità marine anche sull’amatissima console ibrida targata Nintendo. Lo strategico a turni è risultato un gioco sicuramente godibile in portabilità, accompagnato però dagli stessi difetti di cui soffriva nella sua versione precedentemente. Andiamo dunque ad analizzare più approfonditamente questa nuova versione dell’opera analizzandone nel dettaglio ogni più piccola e intrigante caratteristica ludica.
Here Be Dragons in portabilità
Here Be Dragons reimmagina il 1492 e la scoperta dell’America in chiave satirica, mettendoci nei panni di vari esploratori dei mari impegnati in ardui scontri con creature marine di fantasia dall’aspetto spesso piuttosto caricaturale o, quantomeno, poco propenso a farsi prendere troppo sul serio dal giocatore di turno. Quella che ci si parerà innanzi può infatti riassumersi in un’avventura che, fin dalle prime battute, si presenta con toni ironici e dialoghi simpatici, i quali vanno a comporre una trama leggera che, pur non rappresentando l’essenza del gioco, risulta comunque gradevole da seguire.
Parte centrale del titolo sono gli scontri marittimi, da affrontare tramite un sistema a turni che mette in mostra tanto la sua originalità quanto i suoi principali difetti. Questi vanno ricercati in particolar modo nella componente aleatoria che pervade il gameplay in praticamente tutti i suoi aspetti. Le dinamiche di gioco sono, di base, molto interessanti e danno vita ad una sorta di gioco da tavolo interattivo in cui non manca comunque la strategia. Il giocatore è infatti chiamato, a partire da alcuni dadi che vengono lanciati casualmente, a prendere diverse decisioni e a tener conto di vari fattori. Tra questi ultimi è presente la meccanica riguardante l’iniziativa, che riesce spesso a spostare gli equilibri delle battaglie. Una delle valutazioni che dovrà fare il fruitore è quindi se mantenere o meno il suo diritto ad effettuare la prima mossa in ogni turno. Questo dipende dai dadi di cui abbiamo già accennato e, in particolare, dalla somma di quelli che il giocatore sceglie per le proprie imbarcazioni.
Oltre a questo, il numero presente sui dadi è importante anche a determinare l’azione che i navigatori svolgeranno in quel turno, oltre al loro attacco di base. Si tratta di un insieme di meccaniche che a modo loro funzionano e includono, come detto, anche una buona componente strategica. Questa è, tuttavia, molto influenzata dalla randomicità del lancio di dadi iniziale, la quale risulta spesso decisiva all’interno degli scontri, che sia a nostro favore o degli avversari. Nonostante il giocatore debba metterci del suo nella scelta dei dadi e nell’attuare le giuste mosse, l’abilità lascia frequentemente spazio alla fortuna. C’è da dire che Red Zero Games si è comunque impegnata a creare un’esperienza che non risultasse ripetitiva a lungo andare. Proseguendo nell’avventura vengono infatti spesso introdotte nuove funzionalità e, soprattutto, nemici inediti. Questi ultimi, tra cui troviamo ad esempio tritoni, sirene e altre creature marine immaginarie, possiedono sempre tipologie di azioni differenti caratterizzate da diversi effetti. A donare più varietà intervengono anche altri elementi come il tempo atmosferico, che aggiunge un ulteriore aspetto da prendere in considerazione nel momento in cui si fa la propria mossa. Anche le bottiglie d’inchiostro da raccogliere in mezzo al mare introducono scelte in più da compiere, permettendo al giocatore di modificare il numero di un dado, di curarsi e altro ancora.
Un altro punto a favore del titolo è sicuramente lo stile grafico, abbastanza particolare e accattivante. Il campo di gioco assume infatti le sembianze di una sorta di carta nautica animata, in cui le piccole animazioni di velieri e nemici risultano sempre azzeccate. Per quanto riguarda il comparto sonoro, invece, l’opera non riesce ad emergere come potrebbe, a causa di una certa monotonia di tracce abbastanza dimenticabili. Il gioco, come già accennato, è ottimo anche in portabilità, modalità che si adatta bene al suo gameplay piuttosto immediato e rappresenta forse il modo migliore di goderlo. Here Be Dragons è insomma un titolo senza troppe pretese, che presenta un gameplay che vuole essere strategico, utilizzando bene le meccaniche di gioco che propone, ma che finisce per risultare fin troppo dominato dal caso. La componente aleatoria non permette all’abilità del giocatore di emergere come dovrebbe e non consente alle dinamiche ludiche di esprimere tutto il loro potenziale. Aspetti come l’iniziativa, i valori di attacco e difesa, le azioni da compiere in base alla scelta dei dadi o l’inchiostro sono ben amalgamati in un gioco solido ma fin troppo dipendente dalla fortuna.