È una “normale” e noiosa serata per Adam Smithson, quando all’improvviso qualcuno bussa alla sua porta. Nel suo mondo ne succedono di cose bizzarre, ma in questo momento le cose per lui stanno per cambiare: davanti ad essa trova un bonsai e un biglietto che dice “Annaffialo. Tra 10 giorni avrai una ricompensa.” Un bonsai non è niente di speciale per noi, ma per uno come Adam è piuttosto insolito avere a che fare con un regalo apparentemente insignificante. Ma a quanto pare, scoprirà la verità fra dieci giorni. Questo è l’inizio di Hell is Others, che oggi analizziamo in recensione, il nuovo gioco sviluppato da Yonder in collaborazione con Strelka Games, già visti alle prese con il gioco Red Rope: don’t Fall Behind.
Il “favoloso” mondo di Adam
Sin dai primissimi minuti del gioco, ci rendiamo conto di trovarci davanti a un mondo completamente distorto rispetto al nostro. Il fatto che il bonsai non dovrà essere annaffiato con della normale acqua, ma con del sangue è già qualcosa che vi potrebbe lasciare un po’ straniti. Ma questa sensazione passerà, soprattutto dopo aver visto l’aspetto dell’inserviente del palazzo, un coniglio antropomorfo che ricorda vagamente le creature della saga di Rusty Lake.
Com’è chiaro dal biglietto, nei prossimi dieci giorni dovremo mantenere vivo il bonsai procurandoci del sangue. Non sarà apparentemente difficile, perché Adam è una sorta di tuttofare costretto a compiere delle missioni (non proprio legali o prive di violenza) per poter sbarcare il lunario.
Avremo a che fare con dei personaggi eccentrici e delle creature vagamente lovecraftiane, ma dovremo stare molto attenti a non morire nelle strade di Century City. Preparatevi a incontrare una serie di loschi figuri che vi spediranno a compiere una serie di missioni, che si riveleranno molto pericolose per la vostra incolumità. Ma dovrete resistere solo per dieci giorni, poi dopo, chissà cosa potrà accadere…
Morte tua, vita mia
L’atmosfera noir in realtà è solo il contorno di un survival horror basato sul PvPvE, ovvero avremo a che fare non solo con nemici governati dalla IA ma anche con giocatori avversari. Sì, questo gioco possiede una modalità multiplayer, quindi sarà facile trovare degli altri giocatori pronti a spararvi in mezzo agli occhi, perché le mostruose creature che incontreremo saranno anche altri Adam. A rigor di logica, anche noi siamo dei mostri agli occhi degli altri e lo si può capire in alcuni momenti del gioco, in cui appariamo come una creatura abominevole per qualche istante. La morte in questo gioco è permanente, in puro stile roguelite, quindi tenete gli occhi aperti perché non avrete una seconda possibilità e dovrete ricominciare tutto quanto da capo.
Il vostro inventario potrà essere migliorato lungo il percorso, ma avrete degli slot limitati. Da buon survival horror, dovrete scegliere con saggezza quali oggetti tenere e quali scartare, tenendo sempre presente che dovrete avere una piccola scorta di sangue per il vostro bonsai. Avrete la possibilità di recuperare delle armi migliori, in modo da potervi difendere al meglio dalle AI o dagli altri giocatori. Century City sarà il vostro personale inferno e la vostra stanzetta un piccolo purgatorio dove chiedere un po’ di tregua. Infatti, dopo gli scontri e le missioni, per salvarvi la pelle dovrete trovare un ascensore funzionante che vi poterà al vostro appartamento. Questo strano condominio degno di Ballard, fa da hub del gioco e ospita le trame degli altri abitanti, utili per sviluppare la vostra storia.
Un po’ Twin Peaks un po’ Hotline Miami
La grafica in pixel, la visuale dall’alto e anche i movimenti dei personaggi possono ricordare una vecchia gloria del gaming, ovvero Hotlime Miami. Nonostante si tratti di un gioco molto diverso, la crudezza delle uccisioni e parte del gameplay rievocheranno nella vostra mente qualche ricordo piacevole di un gioco grandioso. Ma l’atmosfera noir è facilmente accostabile a quella di un prodotto di David Lynch, non a caso Adam somiglia vagamente a un Agente Cooper molto più disilluso e sciatto.
Un applauso va anche al sound design che non perde neanche un rumorino apparentemente insignificante. Il rumore della ricarica, le ossa spezzate e il suono dell’ascensore che presto accosteremo alla speranza, vi rimarrano nella testa per un bel po’ di tempo e vi faranno immergere in questa atmosfera tanto assurda quanto spettacolare.