Heart: La Città del Profondo – Recensione, un’angosciante discesa negli abissi

Ecco la nostra recensione di Heart - La Città del Profondo, la nuova oscura avventura di Grant Howitt e Christopher Taylor collegata a Spire.

Daniele Lucci
Di Daniele Lucci - Contributor Recensioni Lettura da 8 minuti

Da sempre siamo abituati, nella maggior parte dei giochi di ruolo, a vestire i panni di personaggi che tra battaglie ed esperienze progrediscono diventando sempre più forti, coraggiosi e conosciuti. Tranne in rare occasioni quegli stessi personaggi, alla fine della campagna che giochiamo, si ritroveranno in situazioni di pace, abbracciando il classico finale “felici e contenti”. Questo perché è appagante per un giocatore accompagnare e infine vedere tutti gli obiettivi del nostro personaggio raggiunti, e godersi magari un po’ di meritato riposo. Ci sono giochi però nei quali, alla fine della campagna, non c’è un corteo di persone a sbandierare per la vittoria di qualcuno, giochi dove non si respira aria di festa, giochi dove non c’è una fine gloriosa, giochi dove alla fine non c’è altro che il nulla. Gli autori Grant Howitt e Christopher Taylor, hanno colto nel segno questo particolare aspetto dei giochi di ruolo pubblicando Heart – La Città del Profondo, localizzato successivamente in Italia da Isola Illyon Edizioni.

Questo titolo ha uno stretto legame con il suo fratello gemello Spire – La Città deve Cadere, i due giochi sono infatti legati dallo stesso filo, non solo per il sistema di gioco (Resistance System) ma anche per l’ambientazione, c’è da dire che Heart porta con sé notevoli cambiamenti, tanto da proporre un’esperienza di gioco totalmente diversa.

Giù per il Cuore

Provare a spiegare l’ambientazione non renderà mai giustizia al lavoro svolto in questo manuale: Heart – la città del profondo è una lenta discesa nel cuore tenebroso e angosciante di Spire, un’enorme città/torre conficcata nel suolo, profonda tanto da toccare livelli impensabili. L’angoscia e la suggestione sono le sensazioni che gli autori volevano a tutti i costi far sentire ai giocatori che si addentrano nell’abisso, e dal risultato, ci sono più che riusciti.

Heart, come suggerisce il nome, è il cuore di Spire. Lo strato più basso della città, chiamato Delerictus, traccia il confine tra le due anime della torre. Scendendo da qui in poi, il mondo che conosciamo diventerà solo un vago ricordo: più ci si addentra in profondità, più il cuore soggiogherà il tessuto stesso della realtà, arrivando addirittura ad annullarlo.

Il sistema di gioco di Heart si basa su un pool di D10, che in base alla situazione, al personaggio e all’azione, andrà a decretare il fallimento o il successo di quest’ultima. Successivamente il personaggio potrà subire dello stress, indipendentemente dal successo o il fallimento di un’azione.

Lo stress è la meccanica di gioco che tiene in piedi tutto il sistema della progressione dei personaggi e della lore del party, infatti ogni volta che si subisce stress, questo andrà ad intaccare una delle caratteristiche del personaggio, come fosse considerata una vera e propria “Ferita”. In base a quanti punti stress abbiamo accumulato, potremmo incorrere in una Complicazione, che il GameMaster può scegliere tra una serie di elenchi o personalizzarle in base alla campagna. Le complicazioni, oltre a resettare i punti stress accumulati, portano avanti la narrazione in maniera imprevedibile, stimolando i giocatori nel roleplay e delineando in maniera naturale la trama vissuta dal party.

Il personaggio

La creazione del personaggio è semplice ed intuitiva, ma andrà già a delineare – almeno parzialmente – come esso reagirà alla lenta discesa verso la follia. Innanzitutto ci sarà da scegliere la stirpe, successivamente verrà scelto il Richiamo (ossia il motivo per cui il nostro personaggio si troverà a scendere nell’abisso di Spire), e infine la classe del personaggio.

Le classi di Heart – La città del profondo sono inserite in maniera magistrale in tutto il contesto e nell’atmosfera di gioco, e ci permetteranno, grazie alle loro capacità, di influenzare il mondo che ci circonda proprio con le loro specializzazioni specifiche. Ad esempio l’Apicoltrore del Profondo è capace di manipolare degli insetti che vivono nel suo corpo, il Segugio è capace di nutrirsi delle creature che abitano il cuore, o la Strega, un’occultista infettata dal cuore stesso che ne rimodella il corpo e la mente.

Altra caratteristica da analizzare in maniera più approfondita è la progressione del personaggio, che non si basa sull’accumulo di esperienza, ma sugli obiettivi che i nostri personaggi raggiungeranno mano a mano che si addentreranno nel cuore. Questi obiettivi non vengono assegnati da quest o PNG, bensì dal profondo motivo che ci ha spinti ad iniziare la lunga e ansiogena discesa verso la follia.

Immergersi nella follia

Con un sistema di gioco di questo tipo e un’ambientazione così riccamente complessa, Isola Illyon non ha di certo lasciato indietro la parte grafica. Il volume è infatti un’edizione di pregio: man mano che sfoglieremo il manuale ci renderemo conto che ogni pagina è un elemento dell’ambientazione stessa che ci fa affondare magistralmente nella vera essenza di questo GDR.

Il manuale base di Heart possiede tutto quello di cui avete bisogno per iniziare il vostro viaggio, ma se venite da Spire – La Città deve Cadere, vi consigliamo di spendere un po’ di tempo anche su Traditi e Dannati, un piccolo compendio con cui potete trasporre i vostri personaggi per prepararli in maniera adeguata ad Heart.

Questi personaggi, saranno contestualizzati nel nuovo mondo e adeguati al nuovo sistema di gioco, ma avranno competenze iniziali meno potenti di quelle delle classi presenti nel manuale di Heart. Il manuale accompagna i giocatori in una breve serie di sessioni collegate, come fosse un piccolo prologo in cui i giocatori vivranno gli ultimi momenti di interazione con la città prima di abbandonare la propria classe, e iniziare la discesa nel cuore della vecchia città.

Conclusioni

Heart – La Città dal Profondo è un viaggio sconvolgente e soffocante, la natura stessa del cuore, cangiante e imprevedibile, che non pone alcun limite alla fantasia, né del Game Master, né tantomeno dei giocatori, che si ritroveranno ad affrontare questa discesa distopica. Il sistema di gioco, le classi e persino tutto il comparto grafico, non vi faranno mai abbandonare l’oppressiva sensazione della ricerca della sopravvivenza in un mondo completamente ostile. Il cuore vi chiamerà al sacrificio per portare a termine questo tortuoso viaggio nelle profondità dell’abisso di Heart, e di voi stessi.

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