Ci sono mille modi per creare un buon gioco, ma per farne uno davvero indimenticabile c’è bisogno di un ingrediente fondamentale: la voglia di osare. Ed è quello che ha fatto Francesco Liotta della CINIC Games con la sua creazione The Wardrobe, avventura grafica in 2D distribuita da Adventure Productions. Stiamo parlando di un prodotto 100% italiano e 100% indipendente, di cui siamo riusciti ad avere un piccolo assaggio durante la GamesWeek di Milano. Abbiamo avuto anche la possibilità di intervistare lo stesso creatore, Francesco Liotta, scoprendo alcuni elementi fondamentali del titolo. Trovate l’intervista qui sotto. Ma ora cominciamo la nostra breve analisi della demo di The Wardrobe. Siete pronti?
Il protagonista di questa storia è Skinny, un ragazzino come tanti altri ma con una piccola particolarità: è morto. Infatti ha le fattezze di uno scheletro, coperto solo da una consunta felpa verde, e vaga per gli ambienti del gioco con un’aria apatica, sempre pronto a rivolgere frasi sarcastiche sia agli altri personaggi, sia al giocatore stesso. Infatti capita spesso che Skinny sfondi la quarta parete, suggerendo indizi, svelando poco a poco il suo background o semplicemente insultando. Gli scenari possono essere esplorati e analizzati grazie al tradizionale sistema “punta e clicca”, che farà felici i veterani delle avventure grafiche, e ogni oggetto verrà riposto in un particolare inventario, ovvero il torace di Skinny.
C’è da dire che non tutti gli oggetti cliccabili saranno fondamentali per la risoluzione dei rompicapi. Al contrario, molti di loro saranno delle citazioni ad altri videogiochi, film o famosi elementi appartenenti alla cultura pop. Quello che può sembrare un difetto, che potrebbe rallentare lo svolgimento del gioco, è in realtà uno dei motori principali dell’intrattenimento di The Wardrobe: quasi nessuna delle citazioni è palese e la loro caccia diventa parte integrante del gameplay. Non si può fare a meno di ridere o sospirare nostalgicamente dopo ogni clic. Negli ultimi anni, i videogiochi ricorrono spesso al citazionismo, probabilmente a causa della forte carenza di idee, e molto spesso questo continuo rimando ad altre opere può risultare fastidioso. Ma è proprio qui che si cela il coraggio di The Wardrobe, nel prendere una forma di intrattenimento “facile” e non renderla scontata o inutile agli occhi del giocatore, riuscendo a lasciare le milioni citazioni sempre in secondo piano rispetto alla trama principale, che viene semplicemente arricchita da esse.
Una menzione speciale va al doppiaggio. Siamo di fronte a un lavoro di alta qualità, che non ha nulla da invidiare alle grandi produzioni italiane e straniere. La voce di Skinny, donata dall’attore emergente Federico Maggiore, così sarcastica e sfrontata ci accompagnerà piacevolmente per tutto il gameplay e anche i personaggi più marginali sono stati resi indimenticabili dalle loro fattezze e dalle loro spassose interpretazioni. Di fronte a prodotti di un tale calibro, non possiamo fare a meno che essere fieri dei nostri connazionali. Non vediamo l’ora di poter gustare finalmente la versione definitiva di The Wardrobe.