Lo abbiamo sognato per anni, quando è stato mostrato all’E3 del 2014, lo abbiamo desiderato ancor di più quando solo un mese fa l’E3 di Nintendo si è concentrato su di esso, e ora finalmente abbiamo potuto mettere le mani su uno dei titoli più attesi del prossimo anno, The Legend of Zelda Breath of the Wild.
All’evento organizzato al Videogames Party di Milano, il Nintendo Showcase, abbiamo infatti giocato alla stessa demo presente alla fiera di Los Angeles, quindi nulla di totalmente nuovo in realtà, ma il poter provare dal vivo cosa sia davvero la nuova avventura di Link ci ha tolto ogni dubbio che magari poteva essere nato dalla visione di uno streaming in cui la bellezza grafica del titolo non veniva sicuramente esaltata. Durante la nostra prova abbiamo potuto giocare a due sessioni del gioco: una dalla durata di 15 minuti in cui era possibile esplorare liberamente il vasto mondo di gioco (che rappresenta solo una minima, davvero minima porzione dell’intera mappa!) e un’altra da 20 minuti in cui si affrontavano i primi istanti della storia, da quando Link come ormai da tradizione si risveglia fino ai primi passi. Appena si inizia a muovere il nostro protagonista si nota come, questa volta, tutto sia davvero cambiato: abbiamo un Link da vestire con l’abbigliamento che troveremo in giro per la mappa, ed ogni item equipaggiato darà specifici boost a diverse caratteristiche del nostro eroe, come resistenza al calore o al freddo, resistenza ai danni o alla fatica. Stesso identico discorso per quanto riguarda le armi che potranno essere cambiate in base alla situazione migliore (e in base alla disponibilità) passando da semplici spade a cosciotti di cinghiale, da asce lente e micidiali al braccio scheletrico di un nemico eliminato qualche istante prima.
La libertà di azione è davvero tanta, come mai in nessun capitolo di Zelda precedente: non avremo una via da seguire né tantomeno un unico modo (quello pensato dagli sviluppatori) per procedere; nel caso trovassimo un precipizio impossibile da superare con un semplice salto, sarà possibile fare il giro “lungo” per poterci trovare dall’altra parte o semplicemente abbattere un albero nelle vicinanze ed utilizzarlo come ponte, ma solo se abbiamo un’ascia abbastanza potente da tagliare il tronco. Questo è solo un esempio dalle tante possibilità offerte dal gioco che mai come prima di Breath of the Wild offre un open world davvero immenso, “12 volte la mappa di Twilight Princess” usando le parole degli sviluppatori. Certo, insieme alla grandezza ci vuole anche la sostanza perché, diciamocelo, di una mappa vasta ma vuota ce ne facciamo ben poco; ma anche qui il nuovo The Legend of Zelda non delude, con grotte, boschi, edifici e laghi esplorabili in tutto e per tutto, ognuno con qualche segreto da offrire. L’esplorazione, dunque, sarà il fulcro del gioco e tutto ciò è aiutato da una piccola ma rivoluzionaria abilità di Link: il poter scalare quasi ogni tipo di superficie, almeno finché la stamina lo permette. Ed ecco quindi che un immenso muro di roccia non è più un ostacolo che va a definire i limiti del mondo di gioco, così come il tetto di un enorme edificio potrebbe nascondere un forziere utile per proseguire la nostra storia. Durante la prova abbiamo potuto utilizzare diversi strumenti del tutto nuovi e introdotti proprio con questo capitolo: quello che più ci ha colpito è senz’altro il Magnete, un potere che permette di attirare a sé, ma anche spostare a piacimento, qualsiasi oggetto metallico, utile quindi per poter recuperare scrigni in fondo ad un lago, o magari per posizionare una lastra di metallo tra due sponde di un precipizio per poterlo attraversare, sempre ricollegandoci alle numerose possibilità offerte dal gioco per compiere una stessa azione. Utile e davvero carina l’implementazione dell’Amiibo di Link Lupo: grazie ad esso sarà possibile avere una perfetta riproduzione del protagonista di Twilight Princess in versione animalesca, che ci affiancherà durante l’avventura e ci aiuterà a sconfiggere nemici e a cacciare. La caccia, altra introduzione del gioco che rivoluziona quello che fino ad oggi è sempre stata una caratteristica dei titoli di Zelda: addio ai cuoricini per ricaricare la salute, qui si va sul cibo vero e proprio! Nel corso del nostro viaggio sarà infatti possibile trovare funghi, bacche, frutta e carne da mangiare per poter recuperare le energie, a volte anche con effetti secondari: ecco quindi che mangiare della carne cotta con molto peperoncino oltre a ripristinare cuori ci permetterà per un determinato lasso di tempo di resistere maggiormente al freddo, o un determinato fungo di avere maggiore stamina, e così via.
Terminiamo con l’aspetto che, alla fin fine, salta per primo all’occhio: il comparto grafico. Quando è stato mostrato il video di Link a cavallo nell’immensa distesa verde, il mondo ha gridato al miracolo; l’entusiasmo è un po’ calato quando il gameplay vero e proprio è stato mostrato all’E3 2016, ma possiamo ora affermare che era solo un problema di streaming: Breath of the Wild è stupendo da vedere, con uno stile grafico che può non piacere, un perfezionamento di quello visto in Skyward Sword, ma che oggettivamente lascia incantati per la morbidezza delle forme, quasi come un dipinto in movimento. Zone immense tutte da esplorare, con edifici, lande erbose, laghi e montagne, fino ad arrivare a boschi fitti di alberi e grotte tutte da scoprire. Vogliamo trovare un difetto a quanto da noi provato? Tempi di caricamento lunghi e soprattutto troppo presenti, ma siamo sicuri che si tratti di una caratteristica tipica della demo e che avremo un gioco ad hoc una volta che il titolo sarà disponibile su Wii U e NX. E proprio qui terminiamo la nostra analisi: quando potremo giocare al nuovo The Legend of Zelda? Sembra che il tanto atteso marzo 2017 non sia più il mese di riferimento, ma dovremo attendere un imprecisato periodo del prossimo anno. La poesia è compiuta, bisogna solo aspettare per poterla recitare.