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Hands on Mother Russia Bleeds – Gamescom 2016

Alla Gamescom non mancava proprio nulla: nemmeno quel vecchio sapore, sempre ricercato dai giocatori di vecchia data come me, dei picchiaduro a scorrimento come Mother Russia Bleeds. Il titolo, sviluppato da otto intraprendenti ragazzi è tanto semplice quanto interessante: il plot si basa su un manipolo di ex carcerati che evade e si mette in affari con un riccone russo. La missione degli avanzi di galera è semplice: entrare in un’azienda e rubare dei documenti. Le cose però vanno storte ed ecco che i malcapitati si ritrovano rapiti e vittime di un esperimento che li trasformerà in tossicodipendenti di “nuova generazione”: i nostri eroi dovranno letteralmente reperire delle dosi di droga per curarsi e stare in piedi, pena la morte.

mother_russia_bleeds_screen_1A livello di gameplay il gioco è molto vario: esistono per il momento quattro personaggi, io ho scelto il picchiatore del gruppo, grosso e potente ma lento. Nel gioco si possono afferrare i nemici, scaraventarli contro altri o colpirli nei modi più disparati, sia con armi contundenti che con rapidi scatti. Non manca quella vena splatter che solo l’ironia degli 8 bit regala a dovere. Nel gioco sono presenti differenti tipi di droga, non ho avuto la fortuna di vederli tutti ma mi è stato spiegato che alcune di queste hanno effetti come infuocare il nemico, avvelenarlo, paralizzarlo, renderci immuni ad armi da fuoco e così via. Più è potente l’effetto della nostra droga, maggiore sarà la richiesta di dosi per curarci ed andare in status berserk.

Mother Russia BleedsMother Russia Bleeds è un gioco semplice ma efficace che, se opportunamente giocato, magari con tre amici sul divano, può regalare grandissime soddisfazioni e momenti di ilarità davvero singolari: mi sono divertito a giocarlo con tre sconosciuti, se avessi avuto degli amici accanto sarebbe stato il gioco più divertente della fiera. Il titolo è previsto su Sony PlayStation 4 e PC nel corso del 2016.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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