Dèi, miti e leggende: il personaggio più iconico degli hack and slash di sempre, Kratos, torna violentemente sulla scena, dopo esser stato presentato nel 2016 quando Sony lo presentò sul palco della conferenza E3. E’ passato un anno da quell’evento che molti di noi presero come un pugno nello stomaco e che, ancora oggi, si fa fatica a credere: God of War è tornato. Subito esperti del settore e fan di tutto il mondo iniziarono a smontare il video circa lo spartano, andando a commentare quello che allora fu visto come gameplay. Non ci nascondiamo dietro ad un dito: superato l’entusiasmo iniziale, quel gameplay non convinse quasi nessuno, perché mostrava un Kratos sì invecchiato, ma anche goffo e lento nei movimenti, cosa che non ci si aspetterebbe dal possente ammazza dei che dominò la scena delle scorse generazioni di console Sony.
Ad oggi, sembra che il team di sviluppo, SCE Santa Monica Studio, stia lavorando ascoltando i dubbi e le perplessità espresse dai fan nei forum e nelle fiere specializzate: la buona riuscita di questi colloqui si è dimostrata con il trailer di God of War visto all’E3 di quest’anno. Rivediamo insieme il video qui sotto:
Molte cose sono cambiate ma come disse una volta Kratos “la guerra non cambia mai”: l’uomo si trova su una barca e notiamo, fin da subito, che porta con se un ascia con rune tipiche del pantheon norreno. Il trailer è volutamente montato in modo da lasciarci scoprire elementi diversi man mano che lo si guarda: ad esempio all’inizio notiamo Kratos che lancia l’ascia che porta con se, sul braccio sinistro indossa un para colpi d’oro mentre, appena dopo aver visto l’ascia toccare l’acqua, lo spartano compie un gesto come a voler richiamare quest’ultima: sfortunatamente rimane colpito anche lo stesso ammazza dèi quando nulla torna indietro. Segue una sequenza di dialogo tra Kratos ed il figlio:
-Ragazzo: “Hai detto che ero il primo. Pensi che io sia debole perché non sono come te!”
-Kratos: “Non sai tutto, ragazzo”
-Ragazzo: “No… ma almeno conosco la verità adesso.”
-Kratos: “La verità… La verità…”
Questa breve sequenza di dialogo apre scenari pazzeschi per chiunque conosca ed abbia amato Kratos: dell’eroe che era, conoscevamo la forza, la rabbia e la sete di vendetta. Abbiamo visto il Fantasma di Sparta coperto di sangue fino alle spalle, abbiamo combattuto con lui nelle situazioni più disparate e lui stesso ha sempre affrontato tutto con un ghigno strafottente e una lucida voglia di vendetta. Oggi, con quel dialogo di cui sopra, capiamo grazie a quello sguardo intenso quanto sia costato a quest’uomo misurarsi con gli dèi ed uscirne vincitore. Oggi Kratos non si rivolge con parole dure al ragazzo che è con lui, oggi rivolge a se stesso quella parola che suona pesante come le sette fatiche di Ercole: Verità.
Una voce fuori campo ricorda quanto Kratos sia lontano da casa e quanto fossero saggi, gli uomini della sua terra, quanto fossero migliori rispetto agli uomini delle terre del nord: uno scherno che forse il nostro eroe non gradirà. Qualche scorcio di gameplay ci fa da subito notare quello che tutti noi aspettavamo: fulmineo come la folgore, Kratos squarta a mani nude un nemico e si getta nella mischia come ai vecchi tempi. Un’altra voce fuori campo, stavolta femminile, ci fa sapere che gli dèi di queste terre non prendono alla leggera l’arrivo di chi non crede in loro. Le cose si faranno complicate quando gli dèi del nord troveranno Kratos, lo avverte la donna della voce di cui sopra.
Torniamo al vero gameplay: Kratos impugna la sua ascia, squartando nemici e lanciandola come fosse un rasoio; questa scena ci conferma quanto visto prima, ovvero il ritorno all’origine, all’azione pura e semplice di qualche anno fa, sebbene con un inquadratura ed una scelta di level design degna dei giorni nostri. Poco dopo, Kratos si lancia della mischia con l’attivazione del paracolpi posto sul braccio sinistro che vedemmo ad inizio video: istantaneamente, lo strumento di difesa si tramuta in uno scudo da battaglia che il nostro eroe usa per colpire i suoi avversari, scaraventandone un paio contro degli altri, poi repentinamente richiama a sè l’ascia che sta volta torna nelle sue mani e rivela il suo potere quando l’uomo la sbatte contro il terreno in uno scontro con un gigante; il terreno si ghiaccia ed il gigante sembra rallentato per pochi istanti. L’azione torna indietro in uno scenario con nemici umanoidi animati da quel che sembra un potere glaciale, stando alla mia esperienza, potrebbero essere dei tirapiedi dei classici Giganti dei Ghiacci che costellano la mitologia norrena. Nel combattimento in esame troviamo il ragazzo che Kratos ha con sè prendere parte al combattimento e conficcare una freccia folgorante nel collo di uno dei nemici dello spartano. Qualche cut-scene ci fa tornare alla mente i vecchi titoli della saga, mostrando la cura messa nel dettaglio grafico quando Kratos divide in due un nemico che contiene lava incandescente.
La voce maschile di prima appartiene ad un uomo che finalmente mostra il suo volto: è basso e vestito un una fine armatura dorata. Nella sequenza con “l’uomo basso” notiamo che Kratos porta una testa di quello che sembra un satiro con un occhio d’oro: il posto dove è posta questa particolare “reliquia” è lo stesso che veniva riservato alla testa di Medusa nei titoli precedenti; che sia questo un segno di come, anche in questo titolo, dovremmo collezionare armi e teste degli dèi norreni piuttosto che di quelli greci? Il temperamento focoso del nostro protagonista lascia intendere all’uomo dalla bassa statura di non scherzare, oltre quanto abbia già fatto.
Un altro dialogo ci mostra quanto sia maturato il protagonista: Kratos infatti insegna al ragazzo (di cui vi ricordo non sappiamo il nome) che il viaggio che stanno affrontando non è per un bambino ma che si deve essere guerrieri per sopravvivere; il ragazzo replica che la madre gli disse che non tutti sono cattivi e che bisogna essere aperti alle persone che richiedono aiuto: Kratos decide di non replicare. Torniamo a questo punto alla donna di prima:
“L’uomo che eri prima non ha più importanza: questo ragazzo, non è il tuo passato. E’ tuo figlio ed ha bisogno di suo padre”
La conferma che il ragazzo sia effettivamente il figlio di Kratos ci fa venire in mente una sequenza di domande interminabili, alle quali non abbiamo il tempo di rispondere perché ecco giungere una nuova sequenza, forse la più importante. Torniamo all’inizio del trailer quando Kratos aveva lanciato la sua ascia nel mare: un serpente marino gigante si rivela e dalla sua bocca lascia cadere di nuovo l’ascia in mano al nostro eroe. Il figlio di Kratos denuncia il serpente come “il serpente che divora il mondo“, tipo della mitologia norrena secondo cui un serpente gigante tenga unito tutto il mare.
Il serpente è li per aiutare Kratos ed il figlio, come ancora non lo sappiamo. Quello che si evince dal trailer è che il mondo che andremo a vivere in God of War, in esclusiva per Sony PlayStation 4, è pazzesco: ci troviamo di fronte ad un’opera monumentale, capace di farci vivere momenti di puro godimento con sequenze di combattimento al limite del reale, la possibilità di esplorare e vivere le leggende nordiche con altri occhi e la profondità morale di Kratos, posto a combattere con sè stesso per la vita del figlio. In passato, lo Spettro di Sparta perse la moglie e la sua prole per colpa degli dèi, oggi è conscio di quanto possa far male la perdita e di come una vendetta non riempie il vuoto: forse Kratos ha paura, forse per la prima volta da tanto tempo, ha qualcosa da perdere che va oltre la sua mera vita. Non ci resta che attendere il prossimo anno per immergerci in questa avventura.