Il concetto alla base della trama di Gemini Man è già di per sé molto interessante: il nemico peggiore che ci si può trovare di fronte è sé stesso; aggiungiamoci Ang Lee alla regia, Will Smith protagonista, Jerry Bruckheimer produttore esecutivo e l’uso della motion capture per ricreare una versione più giovane e completamente digitale del protagonista, per un film girato in HFR – High Frame Rate (120 fotogrammi al secondo – invece che 24). Curiosi? Noi si: eravamo impazienti di poter avere un assaggio di questo action movie che ha richiesto più di 10 anni per poter essere realizzato. Quando Ang Lee ha avuto l’idea di un film incentrato su un uomo inseguito da un suo clone più giovane e desideroso di ucciderlo, ancora non esisteva una tecnologia per permettergli di realizzare in maniera realistica tale ambizioso progetto. Ma ora si.
Abbiamo avuto modo di assistere alla proiezione di tre scene tratte da Gemini Man – ovviamente proiettate in HFR 3D+ – e farci quindi un’idea di cosa aspettarci da questo film sotto molti aspetti davvero innovativo. Ecco qualche considerazione a riguardo.
Inseguimenti e specchi
La prima sequenza, d’azione, ambientata in un paesino del Sud America, mostra il protagonista, Henry Brogan (Will Smith) mentre fugge da un killer che poi scoprirà essere un suo clone più giovane. La sensazione che si percepisce immediatamente guardando la scena è di trovarsi li in prima persona. L’azione scorre in maniera molto fluida e reale, regalando un’esperienza coinvolgente. I due Smith, Henry e Junior si osservano da lontano o tramite specchi (senza esclusione di colpi d’arma da fuoco e granate, naturalmente).
Scontro ravvicinato nelle catacombe
La seconda sequenza, sempre d’azione, mostra uno scontro più ravvicinato fra Henry e Junior, un combattimento corpo a corpo in una location semi buia. Impressionante effettivamente osservare il “vecchio” Will Smith cimentarsi in una lotta contro se stesso per come ce lo ricordiamo ai tempi del Principe di Bel Air.
Junior
La terza sequenza, drammatica, incentrata sul personaggio di Junior che si confronta col suo creatore, ci mostra l’utilizzo che è stato fatto del motion capture nel trasporre il giovane Will Smith. Come Ang Lee e lo stesso Smith hanno ribadito, Junior non è stato realizzato con tecniche di de-aging, ma è interamente digitale, sebbene la performance sia stata eseguita dallo stesso Will Smith. L’innovazione tecnologica presente in Gemini Man è infatti la creazione digitale di un personaggio che noi tutti ricordiamo e conosciamo, con cui possiamo facilmente fare un confronto. Creazione assolutamente ben riuscita.
Will Smith ha anche ribadito la difficoltà di cimentarsi in un tale ruolo, in un sé stesso più giovane, proprio perché col tempo le sue performance sono notevolmente migliorate e per rendere Junior come se fosse davvero sé stesso più giovane ha dovuto “peggiorare” a tratti la recitazione.
In definitiva, queste tre sequenze ci hanno mostrato concretamente le potenzialità di quello che vuole essere un film d’azione e dramma umano certamente ambizioso. Probabilmente riuscirà nel suo intento di riportare tante persone in sala per immedesimarsi nella storia e gustarsi al meglio l’HDR 3D+.