Fire Emblem Engage – Recensione, è davvero un capolavoro?

Fire Emblem Engage è il nuovo capitolo della celebre serie Nintendo, per il quale le aspettative erano molto alte, ecco la nostra recensione!

Alessio Fuscà
Di Alessio Fuscà - Contributor Recensioni Lettura da 26 minuti
9.4
Fire Emblem Engage

Fire Emblem Engage è stato uno dei videogiochi più attesi dai fan Nintendo per questo inizio 2023, del resto parliamo di una delle serie di punta della grande N e quindi l’hype non poteva che essere alto. Sarà riuscito Fire Emblem Engage a rivelarsi all’altezza delle aspettative? Scopriamolo insieme in questa recensione!

Il risveglio del Drago Divino

Come in ogni altro capitolo della serie, Fire Emblem Engage punta non poco sul comparto narrativo e cerca di tenere molto più il focus sui personaggi, e le relative vicende personali di ognuno, rispetto che sulle macro vicende. Questo perché, come vedremo più avanti parlando del gameplay, si può scegliere nelle impostazioni della difficoltà di perdere per sempre gli alleati sconfitti in battaglia, quindi invece di andare fuori combattimento morirebbero direttamente. Affinché la pesantezza delle perdite sia massimizzata, serve che i dialoghi e l’approfondimento psicologico di ognuno di loro sia sfaccettato, così da potersi anche affezionare per motivi diversi dall’aspetto estetico.

Non parliamo di una scrittura incredibilmente studiata, intendiamoci, ma sarebbe anche stato folle pretenderlo per un gioco con così tanti personaggi. In Fire Emblem Engage infatti il numero di alleati totale è altissimo e per ognuno è stato fatto un più che buon lavoro di scrittura, quindi tanto di cappello a chi se ne è occupato.

L’incipit della trama è abbastanza semplice: noi impersoniamo il Drago Divino, un guerriero venerato da tutti che si è appena svegliato dopo un sonno di ben 1000 anni (giustificato poco dopo il nostro risveglio). Veniamo a sapere dell’esistenza di 12 anelli con all’interno altrettanti Emblemi, ossia degli spiriti senzienti degli eroi storici della serie di Fire Emblem. Quello inizialmente a nostra disposizione è l’Emblema di Marth, ma avremo anche i vari Roy, Lucina e così via, tutti volti noti e graditi per i fan della serie! Il nostro obiettivo è mettere al sicuro tutti e 12 gli anelli prima che possano cadere nelle mani del Drago Maligno, ossia il villain principale della storia.

Fire Emblem Engage recensione attivazione anello

Si tratta di un canovaccio piuttosto semplice ma, come detto all’inizio, a dare corpo al tutto ci sono i personaggi stessi, che godono di una buona scrittura generale con sia qualche picco massimo sia, purtroppo, qualche picco minimo. Non sono tutti caratterizzati con la stessa profondità, alcuni si limitano a essere semplici macchiette, però sono davvero tanti e quelli principali hanno una più che buona caratterizzazione. A lasciare più sorpresi è proprio il Drago Divino, che ha una nomea importantissima ma che di fatto parte impaurito come un cagnolino di fronte ai pericoli, nel tutorial addirittura propone la ritirata dinanzi a pochi nemici decisamente poco temibili. Ovviamente è fatto apposta per costruire un’evoluzione graduale del personaggio, che dopo 1000 anni deve riacquisire anzitutto fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Diciamo quindi che si discosta molto dal classico personaggio protagonista super sicuro di sé, ai limiti dell’infallibile e di grande carisma. Il Drago Divino parte come esatto contrario per poi migliorare piano piano, ed è una cosa che abbiamo apprezzato abbastanza.

Per godersi la storia di Fire Emblem Engage appieno, però, bisogna chiudere un occhio su una scrittura non eccelsa della prima parte, per usare un termine moderno alcune delle prime scene sono abbastanza cringe, ma più avanti i toni cominciano a farsi progressivamente più maturi (così come i contenuti delle scene). Non mancheranno comunque personaggi un pelino più bislacchi o irriverenti, però li abbiamo visti più come un pro che come un contro. Ricordiamo inoltre che, tecnicamente, si potrebbe dire addio a chiunque di loro in qualsiasi momento quindi potrebbe essere potenzialmente poco il loro screen time futuro. Risulta quindi comprensibile renderli inizialmente tutti un pochino macchiette, aiuta a “inquadrarli” un minimo con pochi minuti di dialoghi, però come detto non tutti poi vengono approfonditi come si deve in seguito.

Seguire le vicende di Fire Emblem Engage ci è risultato piacevole e ci sentiamo di promuoverne il comparto narrativo. Se vi piacciono i giochi di questo tipo oppure siete fan della serie non dovreste rimanere delusi, anzi.

Un gameplay molto ben realizzato

Fire Emblem Engage è uno strategico a turni di stampo GDR, i cui scontri si svolgono in mappe apposite divise in caselle invisibili (simil scacchiera) nelle quali si muovono sia i propri compagni/alleati e sia i propri nemici. Il giocatore ha modo durante il proprio turno di muovere i personaggi a propria disposizione sul campo di battaglia, di un numero di caselle che varia a seconda della statistica di Velocità di ogni singolo personaggio. Una volta collocato un compagno dove si desidera si può decidere se Attendere (quindi muovere il prossimo o finire il turno), usare uno Strumento, scambiare Strumenti con un eventuale alleato vicino, prendere uno Strumento dalla scorta oppure attaccare un nemico, a patto che almeno una delle armi a disposizione del personaggio permetta di farlo. Ogni arma permette di attaccare entro un certo numero di caselle, alcune armi permettono di attaccare in diagonale e altre no, alcune armi possono essere usate solo dalla distanza e altre solo da vicino e così via. Alcune armi sono poi curative, quindi i bersagli possono essere solo compagni o alleati. Ogni volta che un personaggio conclude uno scontro con un nemico guadagna punti esperienza, che variano in base all’esito del duello. A ogni level-up però non tutte le statistiche di un personaggio aumenteranno, bensì solo alcune e quelle a salire più spesso saranno le statistiche di riferimento della propria Classe.

Fire Emblem Engage recensione gameplay

Torna il sistema simil carta-sasso-forbice delle armi principali, quindi le spade sono in vantaggio sulle asce, le asce sono in vantaggio sulle lance e le lance sono in vantaggio sulle spade. Colpire un’unità nemica avendo il vantaggio d’arma impedirà a quell’unità di contrattaccare fino alla fine del turno, in caso contrario risponderebbe all’attacco sferratogli. Ovviamente vale anche all’inverso quando i nemici attaccano gli alleati, ma il contrattacco si verifica solo se il bersaglio è in grado di attaccare (quindi uno spadaccino non potrebbe rispondere a un arciere che attacca da lontano). Immancabile anche la presenza delle unità alate, che come sempre sono deboli agli archi, mentre le magie eludono le corazze.

In Fire Emblem Engage fa il suo ingresso anche la possibilità di fondersi con gli Emblemi degli eroi del passato, meccanica chiamata Unione. Essa dura 3 turni e conferisce sia Abilità Passive extra sia la possibilità di usare armi speciali per i propri attacchi. Inoltre è possibile sferrare una volta per Unione anche una potente mossa speciale, che cambia a seconda dell’Emblema e quindi dell’eroe del passato di turno. La combinazione di Emblemi e personaggi, per quanto gli abbinamenti siano tecnicamente indirizzati dalla storia, in realtà è libera e possiamo dare vita a molte combinazioni interessanti. Il tutto su mappe diversificate il giusto, con qualche variazione qua e là ora nella condizione di vittoria e ora nelle situazioni dinamiche interne agli scontri (come lo spawn di nemici extra o l’arrivo di nuovi alleati arruolabili a battaglia in corso).

Al termine di ogni battaglia ci ritroviamo nella zona dove si è combattuto con tutti i personaggi alleati, e qualche NPC sparso se si è combattuto in prossimità di qualche abitazione. All’interno della zona di turno possiamo interagire con i personaggi, raccogliere risorse da terra o adottare animali per il Somniel (del quale parleremo dopo). Sempre nel Somniel saranno anche disponibili delle attività multiplayer opzionali, la più interessante è forse quella delle battaglie create dagli utenti e potrebbe aumentare di parecchio la longevità di Fire Emblem Engage!

Fire Emblem Engage recensione mappa

Assimilare e padroneggiare le meccaniche di gioco di Fire Emblem Engage richiederà inizialmente un po’ di tempo, perlomeno se è il vostro primo capitolo o se non avete mai giocato titoli simili in generale, però mano a mano si prenderà confidenza con i combattimenti e fare le mosse giuste verrà naturale. Ci teniamo a precisare che abbiamo giocato a Fire Emblem Engage principalmente a Normale per questa recensione, senza la morte permanente dei personaggi alleati, proprio per capire se il titolo offrisse un buon bilanciamento già con la difficoltà di base. La risposta è sì, è effettivamente godibile anche così ma ovviamente consigliamo ai veterani di alzare l’asticella, magari anche solo progressivamente, fino a trovare il compromesso migliore per le proprie abilità. Già solo applicare la morte permanente alla difficoltà Normale aggiunge abbastanza pepe, se può tornare utile saperlo, perché comunque i combattimenti più avanzati sarà molto difficile finirli senza perdite e in Fire Emblem Engage si combatte tanto. Ci sono gli scontri della main quest, quelli delle side quest chiamate “Appendici” e infine le “Scaramucce“, ossia combattimenti che si generano spontaneamente all’interno della mappa in luoghi già visitati, affrontabili per fermare esperienza e risorse aggiuntive. Sempre a scopo di farming si sbloccheranno delle esercitazioni amichevoli per accumulare punti esperienza extra.

La progressione di Fire Emblem Engage

Parlando di farming impossibile non passare a uno degli argomenti più ricchi riguardanti Fire Emblem Engage: la progressione di gioco. Engage ne presenta una molto profonda e su più livelli, qualcosa che va abbastanza oltre il semplice concetto di “livellare per diventare più forte” ma per certi versi anche abbastanza dispersiva. Tutte le attività secondarie e di progressione sono racchiuse in un hub di gioco chiamato Somniel, molto facile da navigare attraverso l’apposito menu e che diventerà tappa fissa ogni volta che si finisce uno scontro. Andiamo però con ordine e iniziamo parlando degli Emblemi.

Come detto parlando della storia, in Fire Emblem Engage ci sono degli anelli speciali che contengono il potere degli Emblemi degli eroi del passato, quindi i vari Marth, Roy e così via. Attraverso questi Emblemi e ai Frammenti Legame sarà possibile anche generare anelli con Emblemi “minori”, rappresentati da creature e personaggi storici della serie ognuno in grado di dare bonus diversi alle statistiche. Praticamente un qualcosa di molto simile agli Spiriti di World of Light in Super Smash Bros. Ultimate, per chi lo avesse giocato. Ma non è finita qui!

Fire Emblem Engage recensione emblemi

Ogni personaggio, sia quelli principali che quelli secondari, può equipaggiare qualsiasi tipo di anello Emblema ma solo quelli degli anelli degli eroi del passato possono sbloccare nuove Abilità, nuove mosse e in generale la possibilità di eseguire l’Unione. Si possono fare anche cose molto interessanti come migliorare il legame tra un personaggio e più Emblemi degli eroi, questo perché è possibile ereditare permanentemente le Abilità passive di ognuno di loro a seconda di quanto è alto il legame. Ciò apre le porte a una serie sterminata di possibilità per le build, magari equipaggiando l’anello di Marth ma con due passive specifiche e permanenti prese da Roy, le quali unite a quelle ottenute con l’Unione danno vita a un mix letale per i nemici. Se vi piace un minimo smanettare  (termine tecnico) con le build nei videogiochi amerete alla follia Fire Emblem Engage anche solo per questo. La cosa più impressionante è che ogni personaggio, dato che sono tutti in grado di fare l’Unione con tutti gli Emblemi degli eroi, ha un aspetto Unione sensibilmente diverso in base a con quale Emblema si unisce! Questa cosa è di un maniacale assurdo, e certifica la cura nei dettagli clamorosa messa in Fire Emblem Engage!

Si possono anche cambiare le Classi dei personaggi in due sensi diversi: il primo è scegliere una classe che è un’evoluzione di quella precedente, andando quindi sostanzialmente a migliorare quella usata fino a quel momento, il secondo è quello di cambiare completamente direzione (come un mago che diventa un arciere). Non avendo giocato con la morte permanente dei personaggi non abbiamo mai sentito il bisogno di cambiare radicalmente le classi, però è una feature utilissima con il perma-death perché se si è a corto di arcieri, per esempio, si può rendere arciere un personaggio rimasto in vita. Cambiare classe potrebbe anche essere una scelta di puro role play, nel caso si volesse abbinare un emblema con un personaggio che non ne trarrebbe beneficio senza modifiche alla classe.

In Fire Emblem Engage ci sono anche diversi minigiochi come la ginnastica, per potenziare temporaneamente una statistica del Drago Divino prima di uno scontro, oppure la pesca. Con il passare delle ore di gioco e l’avanzare nella storia diventeranno davvero tante le attività secondarie, dai già citati minigiochi passando per sessioni di allenamento per i personaggi e tanto altro ancora. Il Somniel poi ospita anche varie attività commerciali, come l’emporio per acquistare nuovi oggetti, l’armeria per acquistare equipaggiamenti migliori e la fucina per migliorare il proprio equipaggiamento attraverso i minerali raccolti o farmati (ossia Ferro, Acciaio e Argento). Ottimo in tal senso il poter convertire alla fucina i minerali in un numero X di un’altra categoria, quindi ad esempio con un 1x di Acciaio si possono ottenere 9x di Ferro e viceversa (o anche 1x di Argento per 90x di Ferro), cosa che snellisce e non poco il tempo necessario per accumulare i minerali utili.

Si possono anche organizzare delle cene tra personaggi in grado di dare vari benefici, come un boost temporaneo alle statistiche (come per la ginnastica) e un miglioramento del loro rapporto (argomento del quale parleremo tra non molto). Essendo già presente la ginnastica per migliorare le statistiche del Drago Divino, sarà l’unico personaggio a non poter fare uso di questa meccanica per motivi probabilmente di bilanciamento. Infine è possibile fare delle donazioni nei confronti dei vari Regni della mappa, cosa che migliorerà significativamente la quantità e la qualità delle risorse che si possono raccogliere dopo gli scontri, oltre che ad aumentare il numero di animali adottabili. Con le donazioni aumenterà anche la difficoltà delle Scaramucce di quella zona, ma in compenso portarle a termine conferirà più punti esperienza.

La progressione di Fire Emblem Engage quindi è molto sfaccettata ma probabilmente, se non si gioca a un livello di difficoltà molto alto e con morte permanente al seguito, non è così importante fare tutto quanto alla perfezione. Anzi, è giusto che il gioco si adatti bene a ogni esigenza, risultando godibile con il minimo indispensabile a difficoltà meno elevate e, allo stesso tempo, fornendo ogni risorsa e sfaccettatura possibile per chi deve fronteggiare le difficoltà più alte. Il tutto con un livello d’attenzione e cura per i minimi dettagli che definire notevole sarebbe riduttivo. Promosso a pieni voti da questo punto di vista, senza il minimo dubbio!

Le romance di Fire Emblem Engage

Ora parliamo finalmente di cose importanti! Scherzi a parte, non è un mistero che molti fan potrebbero essere molto interessati a questo aspetto nello specifico, paradossalmente dando più peso alle romance che al resto. Fire Emblem Engage come detto presenta moltissimi dialoghi appositi per ogni personaggio però, per certi versi, sarebbe più corretto dire per ogni combinazione di personaggi!

Di solito in giochi che prevedono le romance ci si limita principalmente a quelli tra il protagonista e i vari comprimari ma Fire Emblem Engage fa qualcosa di più. Ci sono infatti dialoghi tra ogni coppia possibile (avete capito bene, ognuna), cosa che aumenta a livelli esagerati il numero di dialoghi necessari per ogni grado di affiatamento. Ovviamente ce ne sono di più approfonditi e di più rapidi, e non è uno spoiler dire che quelli che coinvolgono il protagonista principale sono sempre approfonditi, però rimane uno sforzo davvero notevole. Peraltro in tal senso Fire Emblem Engage fornisce molta libertà, perché se non ci interessa del rapporto tra due personaggi e vogliamo solo incrementare l’affiatamento, che migliora le performance dei personaggi in questione in battaglia quando sono fianco a fianco, possiamo anche saltare a piè pari tutto il dialogo premendo il tasto + sul controller, tenendo il vantaggio parametrico e ignorando il resto (quando di solito, nella migliore delle ipotesi, viene solo velocizzato il dialogo). E non essendoci alcun limite in termini di formazione delle “coppie”, da qui a rendere canonica ogni singola ship nella propria partita il passo è estremamente breve!

Fire Emblem Engage recensione romance

Un’ennesima riprova di come il team di sviluppo abbia voluto rivolgersi a più persone possibili, fornendo flessibilità e funzionalità anche a un aspetto così specifico e potenzialmente apprezzabile solo da una nicchia di utenti. Un lavoro fatto veramente molto bene e anche se non perfetto è pienamente giustificabile non lo sia, la mole era gigantesca in fondo e già che sia venuto tutto sommato bene, senza sbavature concrete, è da lodare.

L’esperienza di gioco di FIre Emblem Engage è a dir poco eccezionale sotto quasi ogni punto di vista, un titolo che riesce nell’impresa di essere incredibilmente profondo in ogni aspetto ma, allo stesso tempo, rimanendo relativamente immediato anche per chi non è interessato ad approfondire ogni cosa, facendosi bastare il minimo indispensabile per proseguire e godersi la storia. Le cose da sapere o scoprire ovviamente non sono tutte qui, semplicemente non abbiamo voluto anticiparvele perché è giusto che le scopriate voi giocando.

Un comparto tecnico pressoché impeccabile

Graficamente Fire Emblem Engage è davvero molto ben riuscito, al netto di qualche difetto di poco conto qua e là. Esteticamente si presenta molto bene e sfrutta al meglio le capacità tecniche di Nintendo Switch, che sappiamo non essere proprio di primissimo livello. In tal senso ha aiutato molto l’uso di colori molto accesi e saturi, oltre ovviamente allo stile artistico e grafico stile anime che si presta molto meglio a una console come questa rispetto a comparti tecnici tendenti al realistico.

Una nota di merito va sicuramente alle animazioni facciali dei personaggi, veramente tanto espressivi e sempre molto piacevoli da vedere. Anche il puro character design è ben riuscito, e ciò si rispecchia su come i personaggi appaiono a schermo. Peccato per qualche piccolissimo scivolone, come la frutta degli alberi praticamente rettangolare.

Fire Emblem Engage recensione somnielL’unica nota davvero dolente dal punto di vista tecnico, in più situazioni, è la regia che è stata scelta per i dialoghi. Questo zoom in progressivo sui personaggi che parlano, con tanto di inquadratura frontale, è qualcosa che abbiamo trovato abbastanza eccessivo e non molto piacevole da vedere. Fortunatamente non è sempre così, e nemmeno la maggior parte delle volte, ma fosse stato fatto più spesso avrebbe addirittura potuto provocare nausea. Nei restanti casi la camera si limita a muoversi verso destra o sinistra, quasi a cerchio, attorno al personaggio che sta parlando ma, anche in quel caso, forse una camera un pelino più statica sarebbe stata preferibile.

Sulle musiche davvero niente da dire, sono eccezionali ma se avete già giocato altri capitoli di Fire Emblem penso che su questo punto aveste pochi dubbi. Sempre azzeccate, sempre piacevoli da sentire e danno il mood giusto per ogni situazione. Pressoché impeccabili, con qualche traccia che potrebbe anche finire nelle vostre playlist personali.

In definitiva

Fire Emblem Engage è un videogioco veramente grandioso, perché è l’unione di tante piccole cose fatte molto bene. Il bilanciamento è ottimo, il gameplay è ottimo, la progressione è strepitosa, il comparto tecnico al netto di qualche imperfezione è impressionante (considerando che parliamo pur sempre di Nintendo Switch) e l’esperienza di gioco in generale si adatta a tutti i gusti e a tutti i livelli di esperienza con la serie o con il genere.

Riteniamo che il vero punto di forza di Fire Emblem Engage sia il suo game loop: combatti le battaglie, torna al Somniel per migliorare le tue capacità, (opzionale) approfondisci i rapporti tra i personaggi, torna a combattere. Vieni da diversi minuti di dialoghi e non vuoi aspettare prima di tornare sul campo di battaglia? Puoi rimandare la tappa al Somniel e combattere ancora. Vuoi una tregua più lunga dai combattimenti? Dedicati di più alle attività del Somniel, come i dialoghi extra, gli allenamenti, la generazione di nuovi anelli di Emblemi minori e i minigiochi. Si avrà sempre qualcosa di sensato e utile da fare in Fire Emblem Engage, e tutta questa varietà e libertà nell’approcciarsi a quest’ultima.

In conclusione FIre Emblem Engage è promosso a pieni voti. Un titolo molto profondo ma non inutilmente dispersivo, del quale probabilmente sentiremo parlare ancora a fine anno quando si farà il punto sui videogiochi migliori del 2023. Praticamente un must buy per tutti i possessori di Nintendo Switch, dato che si sposa benissimo con il concetto di console ibrida (e visto il successo dei Fire Emblem su 3DS, non ne siamo sorpresi). Magari non un capolavoro al 100%, però indubbiamente un videogioco grandioso!

Fire Emblem Engage
9.4
Voto 9.4
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Contributor
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.