FIFA 22 visto dagli occhi di un allenatore

Abbiamo provato FIFA 22 ma questa volta la recensione si sofferma sulla qualità del football che sul gioco EA in generale, come sarà andato?

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia GL Originals Lettura da 13 minuti

Partiamo dal presupposto che questa non sarà un articolo su FIFA 22 come gli altri, ma sta volta parleremo in modo diverso. In questo tralasceremogli aspetti contenutistici e tecnici del gioco, ma ci soffermeremo sulla qualità del football espresso da EA. Per chi non lo sapesse, chi vi scrive è in possesso del patentino UEFA B, qualifica minima obbligatoria per allenare una squadra di calcio. Vi assicuro che, almeno a livello ideologico, la qualità espressa dal nuovo FIFA 22 è indiscutibile, purtroppo però alcuni aspetti fondamentali sono necessariamente ancora limati. Vi ricordiamo, inoltre, che per saperne di più su tutti gli aspetti che non abbiamo trattato in questo articolo, potete leggere tranquillamente la nostra recensione generale.

Fase offensiva

Partiamo con il dire che FIFA 22 è davvero un gioco molto scenico è spettacolare, i giocatori e le animazioni rendono tutto più vivo facendo sentire l’utente al centro dell’azione. I contrasti e i duelli aerei rendono in modo ottimale, segnando un salto in avanti davvero importante rispetto allo scorso capitolo. Appurato tutto questo però, FIFA 22 è chiaramente molto diverso dal 21 che, specialmente online, si affidava ad un gioco fatto di scatti, ribaltamenti di fronte improvvisi e gol rocamboleschi. Quest’anno la situazione è drasticamente cambiata: il ritmo di gioco è molto rallentato, avvicinandosi più ai passati PES rispetto a come ci aveva abituato il gioco EA nel corso degli ultimi anni.

Cosa avviene però? In fase di possesso palla è tutto molto bello, ma difficile da capire da chi in passato non combinava azioni ragionate e puntava molto sul singolo calciatore. Gli 1 contro 1 sono stati depotenziati, il difensore sarà in vantaggio rispetto all’attaccante che lo punta, e dunque creare la superiorità numerica con dribbling o skills non sarà più così facile. Come fare a prendere le misure giuste? Prima di tutto ogni giocatore dovrà trovare il suo modulo. Sembra una cosa banale ma mai come quest’anno avere una formazione adatta alle proprie caratteristiche può aiutare, e poi sfruttare soprattutto le tattiche personalizzate, in modo da dare una personale forma alla squadra. Le difese si muovono bene, in linea e compatte, con le strategie giuste potrete creare un vero e proprio fortino davanti l’area di rigore, anche e soprattutto con l’aiuto dei centrocampisti. Questo però inevitabilmente vi causerà dei problemi in fase d’impostazione, dato che una squadra troppo bassa tende ad aprirsi con molta lentezza, e se sommate questo al rallentamento del gioco in generale, capirete che sarà difficile imbastire una chiara azione di contropiede.

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Ci sono alcune situazioni però che  possono essere sfruttate a proprio vantaggio per far seriamente male agli avversari. Quello che “sfugge” alle squadre in fase difensiva, così poi è come avviene spesso anche nelle massime serie, è il giocatore che danza tra la linea dei difensori e dei centrocampisti, spazio che il gioco vi lascerà sempre dato che i CC non si staccano dalla zona per coprire un eventuale inserimento avversario e i difensori invece tendono a non disunirsi per non perdere la linea del fuorigioco e non creare buchi utili agli inserimenti. Inutile dire che in questi casi una seconda punta che si muova tra le linee per farsi dare il pallone sia fondamentale, un giocatore rapido che possa sia giocare di sponda per gli uno due facili a creare spazi, sia per girarsi e puntare la porta avversaria. In FIFA 22 potrete controllare, anche se in minima parte, i movimenti degli altri giocatori, decidere quando farli inserire e quando farvi offrire una soluzione di scarico immediata. Questi sono tutti “aiuti” da sfruttare se vorrete entrare in area di rigore, visto e considerato che sarà molto dura.

La trequarti avversaria dunque quest’anno sarà una zona di fuoco, vista e considerata anche la potenza dei tiri da fuori: se lo scorso anno questi venivano sempre respinti dai difensori, quest’anno le cose sono cambiate di poco, ma abbastanza da usare questi tiri come punti di forza per far male. Infatti, se noterete che i difensori sono presi a seguire degli inserimenti, potrete usare quello spazio lasciato a disposizione per effettuare un tiro da fuori letale, considerata anche la poca affidabilità dai portieri: proprio quest’ultimi si rivelano essere dei muri inviolabili negli 1 contro 1, ma soffrono davvero tanto con i tiri da fuori che, spesso e non volentieri, fanno fare una figura imbarazzante a tutti gli estremi difensori, indistintamente dal loro valore. Inoltre, la troppa compattezza delle difese fa sì che un lancio da lontano in verticale le tagli come un coltello nel burro, soprattutto in caso di una respinta non proprio ordinata del difensore. Sulle seconda palle, infatti, risultano essere molto più reattivi gli attaccanti che i difensori, cosa che dà un notevole vantaggio alla squadra che sta provando ad imbastire un’azione offensiva. Cercate di sfruttare queste situazioni, avendo però ben in chiaro come nei momenti di difficoltà si possa sempre dare palla all’attaccante che farà da boa per far salire la squadra.

I calci piazzati sono altre situazioni molto importanti da sfruttare, anche se allo stato attuale si ha come l’impressione che siano lasciati al caso. Tirare un calcio d’angolo o una punizione laterale in modo ragionato non porta a nulla, abbiamo trovato più vantaggi nel mettere la palla in mezzo ad occhi chiusi rispetto a “cercare lo schema”, possibilità che nei passati FIFA era presente e che, ormai, è stata dimenticata.

Fase difensiva

Qui la situazione in FIFA 22 è abbastanza tragica, visto e considerato che comunque la si imposti la trequarti resta terra di nessuno: come detto in precedenza, quella è la zona più calda del campo, quella in cui avvengono le giocate decisive e che i difensori e centrocampisti soffrono tremendamente. Se incontrate il giocatore che sfrutta le due punte, per fare un esempio reale pratico immaginate la Juventus con Morata e Dybala: il primo prende botte, crea spazi e fa salire la squadra, il secondo va a prendersi il pallone tra le linee per creare gioco e azioni da gol. Ecco, se vi trovate in una situazione del genere c’è solo da pregare, oppure da arrangiarsi in qualche modo. La soluzione, anche se non personalmente apprezzabile, è quella di smettere di fare il proprio gioco ed adattarsi a quello avversario, senza però rinunciare a creare in fase di attacco.

I migliori moduli in questo caso sono tre: 4-4-2, 4-3-3 con il mediano e il 4-2-3-1 con gli esterni stretti. Il primo fa storcere il naso a molti, ma è quello che volenti o nolenti vi garantisce una copertura massima su tutte le zone del campo, oltre alla possibilità di avere due punte con una che può tranquillamente fare lo stesso gioco di linee di cui vi abbiamo parlato fino ad ora. Il secondo è per sfruttare meglio il contropiede ed avere una maggiore copertura proprio nella zona di campo a rischio, ma dovrete avere degli esterni che letteralmente mangiano l’ebra, soprattutto in fase di possesso palla, quando dovrete aprirvi muovete veloce il pallone per uscire dalla fase di pressing e poi correte a mille all’ora per andare a fare gol. Il terzo, invece, è quello più equilibrato tra copertura e spettacolarità: i due mediani a centrocampo garantiscono una copertura quasi totale, anche se non perfetta, e la densità dei giocatori sulla trequarti avversaria fa sì che si possa muovere palla senza troppi rischi in una zona calda e che si possa essere più imprevedibili quando arriva il momento di fare una scelta, che sia passare il pallone, concludere in porta o tentare il dribbling.

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Cercate di non far abbassare troppo la difesa, pochi metri possono fare la differenza e non dovete concedere lo spazio per il tiro da fuori, paradossalmente in questo FIFA 22 è molto meglio se gli avversari entrano in area di rigore a fare 1 contro 1 con il portiere. Occhio anche a quando sfruttate il raddoppio di marcatura, se imposterete un buon pressing non ne avrete bisogno, anche se l’intensità di quest’ultimo è ancora molto lontana da quella che viene esercitata nelle partite che contano davvero. Infatti, nel vero calcio giocato, si può controllare la zona in cui effettuare una pressione maggiore. Questo è un aspetto che in FIFA 22 viene trattato più in modo generale, discostandosi ancora di molto dalla realtà. Infatti, almeno a livello tattico, il calcio proposto da EA è ancora povero, ben lontano da un Football Manager. Il vero salto di qualità avverrà solo in tal senso, dato che a livello tecnologico già il livello è più che ottimale.

Parere finale

La sensazione finale è quella che FIFA 22 sia un buon gioco anche se con lacune importanti. Ci avevano promesso tante cose che poi concretamente non hanno un grosso effetto, e se cambiare il modulo in corsa con tanto di impostazioni può aiutare, sicuramente non cambia in modo drastico l’approccio alla partita. Il feedback è che la squadra non possa essere realmente condizionata dalle nostre scelte tecnico-tattiche, vera barriera da abbattere in un gioco di simulazione calcistica. Avvengono tutt’ora scene o situazioni al limite del ridicolo, che nulla hanno a che fare con il calcio professionistico e che sono, magari, più legate ad un calcio amatoriale. Altra scelta abbastanza discutibile è quella di rimanere con solo 3 cambi invece di 5, cosa che ci ha lasciati davvero di stucco dato che ormai in tutte le competizioni sono approvati i 5 cambi, cosa che inevitabilmente limita ancor di più l’aspetto strategico. I movimenti senza palla sono scontati, ma nonostante questo spesso i difensori non hanno la prontezza nel leggerli o di arrivarci in tempo, quindi sulle palle lunghe si soffre parecchio. Sviluppare un bel gioco con costruzione dal basso è possibile, ma oltre alla bravura c’è da sommare una poca reattività della difesa, soprattutto sui cambi di direzione, per questo far girare palla per creare varchi e imbucare il compagno diventa davvero devastante. Siamo lontani anni luce da una vera preparazione tattica, su questo aspetto, purtroppo, c’è ancora da lavorare tanto.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.