Gli indie su Nintendo Switch non mancano di certo, e tra gli ultimi inseriti nel catalogo digitale delle novità cattura sicuramente l’attenzione Fell Seal: Arbiter’s Mark, un tactical RPG forgiato da un mix interessante di stili, tra cui il fantasy e lo steampunk, e condito con un pizzico di ironia. Rilasciato inizialmente il 30 aprile 2019 per PlayStation 4, Xbox One e PC, il titolo sviluppato dalla promettente casa 6 Eyes Studio, e pubblicato da 1C Entertainment, è approdato da qualche settimana anche su Nintendo Switch – dal 14 agosto è infatti possibile trovarlo sull’eShop al prezzo di 24,99 euro.
Mostrandosi con uno stile abbastanza peculiare, Fell Seal si presenta orgogliosamente ai suoi giocatori come un classico omaggio ai tactical RPG, intento a seguire le orme dei grandi capisaldi del genere, e ambientato in un coloratissimo quanto altrettanto pericoloso mondo. Ricco di funzionalità e concentratissimo su di un sistema che permette una personalizzazione molto ampia dell’esperienza di gioco, il titolo si è lasciato piacevolmente provare sulla console firmata Nintendo, regalandoci delle sessioni coinvolgenti, divertenti e sicuramente ben costruite.
Storia di Arbiter ed eroi Immortali
L’impianto narrativo di Fell Seal: Arbiter’s Mark ricalca senz’altro una trama ampiamente collaudata e certamente non estranea a titoli RPG di genere fantasy, risultando quindi basata su classici cliché e su contenuti non propriamente originali. Ciò nonostante, gli sviluppi delle avventure che vedono protagonisti i nostri eroi non annoiano e non stancano, poiché nel loro complesso e in relazione soprattutto al gameplay, la fabula in generale riesce comunque a farsi apprezzare.
Come apprendiamo fin dai primi minuti di avvio del titolo, secoli fa una brutale bestia ha minacciato e portato alla distruzione un mondo in cui, però, una ristretta cerchia di prodi combattenti è riuscita a prevalere e ad espiare la creatura: si tratta dei primi Immortali (Immortals), figure leggendarie dotate di enormi poteri e in grado di vincere persino contro lo scorrere del tempo. Una volta portata a termine tale impresa, gli eroi decisero di unirsi in un Consiglio, volto a proteggere e a garantire pace e stabilità su scala globale, e sempre pronto ad intervenire in caso di guerre e caos.
Tuttavia, per assicurarsi di controllare e difendere tutte le terre ancora minacciate dal caos, al loro fianco sono stati scelti dei valorosi Arbitri (Arbiters), dei mortali i cui doveri sono sopra ogni legge umana e il cui compito è quello di aiutare gli indifesi contrastando ogni tipo di corruzione. Tra questi, c’è la coraggiosa Kyrie, che insieme ad un gruppo di prodi compagni affronterà una sorta di pellegrinaggio che la metterà alla prova come Marchiata (Marked) e la preparerà ad affrontare una nuova terribile minaccia.
Un peculiare character design
A di là dell’apprezzata strategia di scegliere come protagonista principale una valorosa guerriera donna, a livello estetico il character design lascia forse un po’ a desiderare. Questo poiché, in effetti, si schiude ai nostri occhi e tra le nostre mani un mondo da difendere che, grottescamente, propone un via vai di personaggi di ogni qualsivoglia tipo: non è difficile imbattersi in gruppi di briganti composti contemporaneamente da stregoni, gladiatori, samurai o persino punk. Un miscuglio di esseri viventi, questo, che si insedia in terre contornate anche da animaletti e bestie random, come “cervi” autoritari, cani infuriati e insetti a grandezza umana.
Una strana scelta quella di propinare una commistione di tematiche così vasta e ampia, così poco inquadrabile in un fittizio contesto storico-sociale ben specifico, ma che probabilmente rappresenta una velata dose di ironia da parte degli sviluppatori – che ribadiamo, presentano il titolo come un omaggio ai classici del genere – e una probabile considerazione del fatto che la fede della corruzione e la violenza, in realtà, non ha una mai un’unica e inequivocabile collocazione geografica e culturale.
A parte questa piccola e poco decifrabile incertezza, tuttavia, i dialoghi della storia sono tutti piacevolmente costruiti – in inglese, come tutti i testi del gioco – e regalano ad ognuno dei protagonisti un ruolo ben preciso all’interno dell’intreccio narrativo. Ognuno, infatti, si presenta indirettamente a noi con il suo personale idioletto, con i suoi modi di dire e di fare, che denotano una particolare attenzione alla creazione dei compagni di viaggio che, in fondo, ci devono tenere attenti e impegnati per tutto lo svolgimento del titolo.
Combattimenti a turni e tanta personalizzazione
A livello di gameplay, Fell Seal si afferma come un piacevole omaggio agli storici RPG made in pixel, introducendo però qualche apprezzata miglioria. Il battle system ricalca indubbiamente quello imprescindibile dei brand che hanno fatto la fortuna del genere tattico. Sulla base di ciò, infatti, la squadra capitanata dalla valorosa Kyrie si sposta da un luogo all’altro della regione per affrontare degli avvincenti scontri a turni (basati su movimento e azione), da svolgersi spostando strategicamente ogni personaggio sui vari tasselli della mappa isometrica – costellata di oggetti da scovare, di ostacoli e pure di aree non raggiungibili che potranno essere sfruttate a nostro vantaggio.
I campi di battaglia sono ben modellati, colorati, esteticamente curati, e in generale farciti con animazioni lasciate al minimo indispensabile. Tuttavia, piccola nota di demerito va al fatto di non poter spostare o zoomare la telecamera statica: una seccante mancanza, questa, soprattutto nei casi in cui sia i nostri eroi che gli stessi nemici risultano oscurati dagli elementi di sfondo, rendendo così più invalidati dei combattimenti che, già di per sé, risultano a volte un pochino legnosi e abbastanza lenti.
Sempre sulla scia degli altri RPG, Fell Seal offre ai giocatori più classi di personaggi, ognuna con le proprie armi e abilità uniche. Un’apprezzatissima funzionalità regalataci dal titolo, però, è sicuramente quella che permette di costruire e customizzare il proprio gruppo di eroi attraverso il reclutamento di mercenari che avviene nella gilda. I combattenti arruolati, inoltre, potranno essere personalizzati non solo per la loro classe (che sottolineiamo può essere sempre cambiata in seguito), ma anche per tutto ciò che riguarda il loro aspetto estetico, le loro abilità, le armi e la grandissima varietà di accessori. Ciò è sicuramente un’utile aggiunta al gameplay, poiché man mano che la squadra si fa più numerosa e ricca, la gestione delle classi e delle abilità diventa sempre più importante se si vuole affrontare i combattimenti nel migliore dei mondi.
Ma la personalizzazione non finisce qui: tutto è customizzabile in Fell Seal, anche l’esperienza stessa di gioco. Fin dal primissimo avvio del titolo, infatti, si viene avvisati che è possibile mettere mano sulla difficoltà e su tutta una serie di impostazioni che, sia per i novizi che per i più esperti del genere, riescono a rendere il gameplay divertente e accessibile a tutti. Un menù di stampo tradizionale veramente ampio e ricco di funzioni, quindi, quello incluso nel figlio di 6 Eyes Studio, e il cui unico appunto negativo può essere rintracciato nell’uso di un font che, a mio avviso, è troppo piccolo se giocato su Switch in modalità portatile e, in generale, se confrontato con quello più sapientemente sfruttato dai dialoghi.
Come si comporta su Nintendo Switch
A differenza di molti suoi “colleghi”, il porting di Fell Seal su Nintendo Switch mostra un risultato estremamente buono: leggero e veloce, non lascia mai percepire alcun tipo rallentamento o intoppo, nemmeno durante i salvataggi automatici, e questo sia in modalità docked che nella più comoda modalità portatile. Le ottime prestazioni del gioco si notano anche nel suo impatto generale con la console: non ho mai riscontrato un surriscaldamento né si sono mai attivate, di conseguenza, le ventole di raffreddamento, e anche la batteria è sempre riuscita a durare a lungo, superando tranquillamente le tre ore in portatile.
È vero che mancano HD Rumble, giroscopio e sensori di movimento, ma tenendo conto del genere al quale Fell Seal appartiene, tali implementazioni sarebbero risultate comunque abbastanza fuori luogo e non avrebbero arricchito l’esperienza di gioco su Switch.