EPOS H6 Pro – Recensione delle cuffie da gaming plug and play

Scopriamo i dettagli relative alle nuove EPOS H6 Pro Aperte all'interno di questa recensione dedicata al prodotto Plug and Play targato EPOS.

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane Recensioni Lettura da 6 minuti
9
EPOS H6 Pro

EPOS si dimostra da anni leader nel settore dell’audio, e per fortuna continua da tempo a offrire sul mercato prodotti a dir poco interessanti, i quali – anche se non certo economici – risultano a dir poco ottimi per moltissimi utilizzi, che si tratti di gaming, ascolto di musica, o moltissime ulteriori funzionalità, visto che il look elegante che permette tra l’altro ulteriore versatilità legata agli utilizzi. Recentemente, la compagnia ha rilasciato le nuove EPOS H6 Pro, presenti sia nella versione aperta che chiusa, le quali rispecchiano moltissime peculiarità della compagnia, e offrono a un prezzo relativamente alto una qualità davvero interessante, come vogliamo approfondire all’interno di questa recensione.

Eleganza e solidità 

Come accennato in apertura di questa recensione delle EPOS H6 Pro, le cuffie si presentano con un packaging e un look eleganti, che sin da subito evidenzia come si tratti di un prodotto tutt’altro che poco economico, il quale mette infatti solidità e qualità al primo posto. Il dispositivo si presenta nella confezione con un attacco proprietario, il quale in caso di rottura può essere acquistato però separatamente, visto che offre la possibilità di utilizzare sia un cavo più corto, dedicato in genere alle console, sia uno più lungo per i PC, con uscite jack da 3,5 mm. Parliamo infatti di un dispositivo analogico del tutto plug and play, che purtroppo (o per fortuna) non vede alcun tipo di aiuto lato software, e si affida solamente alle sue potenzialità fuori dalla scatola per quel che riguarda l’offerta agli utenti.

Le cuffie si presentano come davvero leggere (pesano poco più di 300 grammi), e sono davvero un piacere da indossare, visto che risultano particolarmente comode anche quando è necessario sostenere sessioni di gioco piuttosto lunghe. Il microfono incorporato, in realtà removibile nel caso in cui non risulti utile e sostituibile con un “tappo” fornito appositamente dalla compagnia, è già presente nel setup. A chiudere il cerchio di funzionalità presenti assieme a quest’ultimo, che può essere disattivato manualmente semplicemente venendo alzato (nonostante l’assenza di qualsivoglia LED), troviamo una rotellina utile per modificare il volume.

EPOS H6 Pro Aperte

Prima di passare ai dettagli relativi alla qualità audio in uscita e in entrata, è bene precisare che il dispositivo si presenta attualmente in due diverse versioni, una aperta (qui il link per l’acquisto), e una chiusa (acquistabile da questo link), che presentano ovviamente delle differenze importanti. Mentre il modello chiuso tende infatti a isolare gli utenti nel corso delle sessioni, bloccando l’audio esterno ed evitando che eventuali rumori possano disturbare più del previsto, quelle aperte si occupano invece di riuscire a offrire un audio più naturale.

Qualità prima di tutto

Il dispositivo in questione offre come detto in questa recensione delle EPOS H6 Pro una qualità audio davvero indiscutibile, sia per quel che riguarda le cuffie, sia per il microfono. Il fantastico ascolto, migliorato dalla comodità dei padiglioni e dal loro peso bassissimo che non si fa sentire nel corso delle ore di gioco, è garantito dalla presenza di driver da 42 mm, i quali permettono un’esperienza d’ascolto cristallina per tutti gli ambiti. Che si usi una scheda audio esterna e si abbia modo di sfruttare al massimo la direzionalità dell’audio o meno, in-game è facile sentirsi davvero al centro dell’azione, con una qualità impressionante per ogni tipo di suono, e un’enfasi dei bassi che non intacca in negativo l’esperienza generale. Come detto, il punto “debole” del prodotto può risultare il fatto che alcuni appassionati, pronti a personalizzare la propria esperienza, non hanno modo di farlo grazie a un software dedicato.

EPOS H6 Pro Aperte

Tuttavia, le ottime impostazioni di base garantiscono una versatilità di utilizzo su console o telefoni davvero incredibile, visto che la qualità di ascolto non tende in nessun caso a diminuire. Va specificato che l’esperienza può risultare migliore o peggiore in base al tipo di apparecchio che si decide di acquistare, e che in base ad alcune specifiche situazioni degli utenti potrebbero preferire la versione chiusa, anche se in realtà quella aperta permette una migliore distribuzione dell’audio, e in generale una resa migliore quando questo giunge nelle orecchie. Piccolo dettaglio relativamente negativo, va specificato che il volume massimo potrebbe non soddisfare tutti i gusti, dato che le EPOS H6 Pro non permettono una potenza estrema, ma offrono comunque un risultato più che adatto per quasi tutte le occasioni.

Parlando invece del microfono, abbiamo a che fare con un dispositivo che funge quasi da eccezione che conferma la regola, dato che in genere le uscite delle cuffie vengono spesso surclassate a livello di qualità da dispositivi esterni dedicati, e in questo caso la differenza potrebbe addirittura non farsi notare. Le comunicazioni risultano a dir poco cristalline, e l’esperienza di registrazione può comunque risultare più che ottima, dettaglio che rende l’headset per quanto costoso in fin dei conti completo, e proprio per questo un prodotto da prendere in considerazione per utenti di ogni genere anche se offerto a un prezzo non molto accessibile.

EPOS H6 Pro
9
Voto 9
Condividi l'articolo
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.