Dying Light: Bad Blood – Provato il survival online più frenetico del 2018

Marco Pulicanò
Di Marco Pulicanò Impressioni Lettura da 8 minuti

Abbiamo visto come in quest’ultimo anno i battle royale abbiano dominato la scena dei giochi online più in voga tra giocatori, casual o appassionati che siano. Essi però restavano quasi tutti centrati sullo stile del Multiplayer di Massa, con mappe con 90 giocatori che si fanno la guerra tra loro fino ad arrivare a un unico superstite: oggi invece Techland ha deciso che quell’unico superstite non deve obbligatoriamente fare strage degli altri giocatori, ma semplicemente portare la pelle a casa: questa è la base su cui poggia la nostra esperienza in anteprima con Dying Light: Bad Blood.Dying Light: Bad Blood

Partiamo dunque con l’analizzare il genere: Dying Light: Bad Blood va identificato come un survival battle royale, dove gli sviluppatori hanno deciso di muoversi in un modo diverso: abbandonate le mappe da MMO, il gioco adotta mappe grandi, ma con un gruppo di persone ristretto, formato da 12 superstiti che si daranno battaglia per guadagnarsi il diritto di rimanere in vita. Come i dogmi del genere vogliono, “armi ed equipaggiamento PSP” direbbe Solid Snake, ovvero Procurati sul Posto; spezzo una lancia sicuramente a favore della differenziazione degli oggetti che possono essere usati per far danno, poiché ognuno di essi si differenzia bene, cambiando totalmente anche lo stile di gioco e le meccaniche del combattimento. Durante quest’ultimo sarà importante tenere sott’occhio la barra della stamina, oltre che quella della salute; parlando personalmente ho apprezzato molto quest’aggiunta meccanica alla Souls, poiché impedisce agli scontri di diventare il solito spam di attacchi.Dying Light: Bad Blood

E’ arrivato dunque il momento di parlare di qual è il nostro scopo in Dying Light: Bad Blood dopo averne analizzato il funzionamento e le meccaniche. Dopo esser stati sganciati nella mappa, il nostro compito sarà quello di recuperare dei geni infetti da delle “pozze” di germi, adeguatamente sorvegliate da zombie più o meno grossi e pericolosi, ma tutti accomunati dalla voglia di averci sulla loro tavola per cena. Non appena un giocatore raggiunge i cinque campioni raccolti, gli verrà comunicato un punto d’estrazione dove dovrà recarsi e attendere l’elicottero dei soccorsi. A questo punto il gioco subisce una svolta radicale: se fino a poco prima i vari giocatori si erano affrontati in una specie di tutti contro tutti, ora letteralmente parte una caccia all’uomo con alleanze e tregue temporanee. Questo continuo variare del “punto di vista” della partita trasmette sicuramente un senso di frenesia e attività decisamente rara da trovare nella moltitudine di giochi online più in voga del momento. Dying Light: Bad Blood

Un’aggiunta interessante al sistema di partite arcade tipico dei battle royale è l’aggiunta del livello del giocatore, che tende ad aumentare con i Punti Esperienza guadagnati in partita: il sistema di esperienza può essere paragonato a Counter Strike: Global Offensive, poiché non basta giocare una partita per salire di livello, ma saranno necessarie uccisioni e obbiettivi per ottenere punti a sufficienza. Il semplice completamento della partita porterà pochissima esperienza al profilo del giocatore, mentre uccisioni e soprattutto vittorie saranno ampiamente ricompensate. L’aumentare di livello influenzerà anche le statistiche in partita, andando a incrementare Stamina e Salute e contribuendo a modificare lo stile di gioco mano a mano che si aumenta con l’esperienza, potendosi basare su scontri prolungati e più violenti. Veramente una bella pensata che approvo totalmente.Dying Light: Bad Blood

Continuando a spezzare lance, vorrei parlare della cura che gli sviluppatori hanno adottato nei confronti sia degli equipaggiamenti che della mappa stessa. Partendo dalla seconda, essa è perfettamente curata, con salite e discese, salti tra case, stanze aperte o chiuse e tanto altro ancora, che rendono l’esplorazione davvero spettacolare. I movimenti e i salti devono essere ben calibrati, ma per come è strutturato l’ambiente circostante offre la possibilità di proseguire in una corsa inarrestabile che resta fedelissima al primo titolo della serie, con un parkour divertente e coinvolgente. Dal punto di vista invece degli oggetti, Dying Light: Bad Blood differenzia gli uni dagli altri, dando la possibilità ai giocatori di trovare il proprio stile e di giocare in modo confortevole: potendo portare con noi fino a quattro armi avremo modo di coprire varie tipologie di combattimento, prediligendo una più rapida o una più pesante in base alla situazione. Sfortunatamente i movimenti delle armi risultano ancora abbastanza macchinosi, sia dal punto di vista delle animazioni che nell’attivazione delle hitbox, facendo sembrare il combattimento tratto da Skyrim, poiché le mosse e le velocità si somigliano col titolo di Bethesda. Siamo però sicuri che queste verranno migliorate e maggiormente curate con i successivi aggiornamenti.Dying Light: Bad Blood

Anche dal punto di vista dei suoni, Dying Light: Bad Blood rimane fedele a un insieme di contenuti audio che tendono a calare il giocatore nella parte, creando atmosfera e trasmettendo tutta la frenesia del gameplay. Inoltre, l’audio sarà necessario per sentire i nemici avvicinarsi e capire da dove essi possano provenire, permettendo all’utente di agire di conseguenza. Sicuramente il comparto artistico riprende a piene mani dal primo gioco, con delle migliorie grafiche, ma senza stravolgimenti o cambi di direzione: Si dice infatti squadra che vince non si cambia e Dying Light venne apprezzato soprattutto per il suo comparto estetico e l’atmosfera che riuscì a creare.

Sicuramente quest’esperienza online è fruibile da quasi tutti i tipi di giocatori, ma si indirizza prevalentemente verso coloro che sono disposti a dedicarci tempo e concentrazione: i ritmi di gioco e le APM richieste non sono da sottovalutarsi e possono tranquillamente essere paragonate a giochi come il già nominato CS:GO o Evolve, poiché sarà necessario agire fin dal primo secondo di partita, mantenendo alle stelle i ritmi della partita per tutta la sua durata. L’esperienza con quest’anteprima è stata sicuramente soddisfacente e appagante. Il gioco coinvolgere fin da subito, sia per il suo aspetto estetico per il gameplay ben studiato anche se non esente da opportunità di miglioramento. Dying Light: Bad Blood ha tutte le carte in regola per diventare un titolo online tra i più competitivi per il suo concept e le possibilità che offre ai giocatori. Speriamo proprio che il gioco venga continuamente supportato a dovere con l’aggiunta di contenuti, poiché il lavoro di Techland al momento sembra essere veramente di qualità.

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