Siete stanchi di salvare l’ennesimo villaggio dai non morti senza ricevere alcuna ricompensa meritevole di essere ricordata? Non ne potete più del rigore del Legale Buono di turno e dei paladini bacchettoni che non offrono alcuna possibilità di svago? Allora non disperate, poiché Dungeons 3 è qui per riportare equilibrio nella Forza, portandovi ancora una volta dal divertente lato del Male-Malefico, anche in cooperativa. Preparate le vostre grotte, armate i vostri eserciti, resuscitate i vostri non-morti: si va a conquistare i regni Occidentali con la Complete Edition di quella creatura che ai tempi ha saputo stregare innumerevoli videogiocatori e che ora punta a farsi amare da una fetta ancor più vasta di pubblico attraverso un’edizione completa di tutti i DLC usciti fino ad oggi.
Un Dungeon per domarli
Ogni signore del Male che si rispetti ha un’oscura e profonda grotta in cui progettare piani malefici e ammassare le proprie orde di mostri. Noi non faremo eccezione: il dungeon sarà la nostra base, che andrà progettata e sviluppata in quasi tutte le missioni della campagna. Partendo da una stanza centrale, il Cuore del Dungeon, dovremo costruire di volta in volta tutte le strutture che serviranno ad assicurarci la vittoria. Sarà infatti nostro compito costruire aree per far riposare le nostre creature, così come per nutrirle e soddisfare le loro necessità una volta che queste avranno raggiunto un certo livello. L’Orda chiede birre? Noi costruiremo un birrificio. I demoni vogliono un bagno di mana? Noi gli metteremo anche l’idromassaggio! La gestione del sottosuolo è decisamente ben strutturata, con tre rami (Orda, Non-morti e Demoni) da sviluppare, ognuno con una certa indipendenza e delle caratteristiche peculiari. Queste fazioni e le relative ricerche servono infatti ad approcciarsi in modo diverso alle missioni e alla difesa della propria base, completandosi a vicenda e interagendo sempre più tra loro man mano che l’albero tecnologico si dirama. Potremo anche costruire un labirintico percorso d’ingresso per gli Eroi che avranno la malsana idea di attaccarci, riempiendolo poi di trappole così da renderci inespugnabili.
Un attento sviluppo del proprio esercito è quindi fondamentale, soprattutto per le diverse caratteristiche che hanno non solo le singole unità ma le diverse fazioni. L’Orda, ad esempio, tende a fare affidamento su unità con diversi ruoli e dalla morte piuttosto facile, bilanciate però da un veloce aumento di livello. Non è infatti raro perdere un orco rimasto senza le caritatevoli cure della sua naga. Demoni e non-morti, invece, sono fatti per durare dopo la morte e per essere sacrificati senza troppa pena. In caso di dipartite premature, torneranno infatti al proprio luogo di riposo per riprendere le forze o farsi nuovamente evocare consumando un po’ del nostro prezioso mana. Nulla vieta di sfruttare più fazioni contemporaneamente e anzi, è proprio questa la chiave per un esercito equilibrato che ci permetterà di assediare le città della superficie. Le unità sono abbastanza numerose da poter trovare diversi approcci e strategie e a questi potremo aggiungere anche gli Eroi convertiti, una volta sbloccate le apposite tecnologie, ampliando ulteriormente le nostre opzioni.
La guerra in superficie
Se il tempo speso nel nostro dungeon rigorosamente diviso in quadretti ha dinamiche prevalentemente gestionali, dove la priorità rimarrà sempre la difesa della stanza centrale, in superficie il gioco cambia notevolmente. Passeremo infatti dagli spostamenti istantanei delle nostre truppe nel sottosuolo a dei ben più classici comandi da strategico in tempo reale. Via la gigantesca mano del male, quindi, e dentro il familiare puntatore per dare ordini alle proprie unità. Le sezioni all’esterno non brillano particolarmente per varietà, dato che dovremo semplicemente girare per la mappa in modo da distruggere o conquistare punti chiave per la sopravvivenza o l’espansione del rifugio.
D’altra parte, rappresentano un ottimo modo per variare il ritmo passivo della fase gestionale a quello attivo dell’azione strategica, mantenendo così ogni partita di Dungeons 3 interessante; il tutto senza perdere di vista o lasciare eccessivamente sguarnito la nostra grotta, a meno di voler far vincere i buoni. Se gestire contemporaneamente il dungeon e gli assalti in superficie vi risulta troppo impegnativo, o volete semplicemente condividere la divertente esperienza di gioco con qualcuno, la modalità cooperativa può essere un ottimo modo di approcciarsi alla produzione, ma attenti… le risorse sono in comune e servirà una buona coordinazione per non calpestarsi i piedi l’un l’altro.
Se giocarlo è divertente, sul versante narrativo Dungeons 3 è semplicemente spassoso. Tra riferimenti e citazioni sparse in ogni linea di dialogo ed in ogni descrizione, le risate sono assicurate. Star Wars, Warcraft, Buffy, Supernatural, Good Omens e tanti altri trovano spazi piccoli e grandi in tutta la campagna, espansioni comprese. Non che il passato videoludico sia privo di narrazioni del genere, ma se avete apprezzato Overlord e le sue atmosfere sarete senz’altro felici di ritrovarne una così simile e familiare anche nel titolo di Realmforge Studios. E quando avrete la sensazione che la situazione si stia facendo un po’ troppo prolissa, il narratore non perderà l’occasione per rivolgersi direttamente al pubblico, scusandosi per le intromissioni nella sua storia.
“Per favore signore, ne voglio ancora”
Se la vostra sete di malvagità non si dovesse essere estinta dopo i venti livelli (e le decine di ore) della trama principale, potrete fare ricorso a diverse espansioni di Dungeons 3, ben sette per la precisione. Di queste, la maggior parte si limita ad introdurre una breve storia lunga tre missioni in cui riproporre i vecchi, ma solidi, elementi di gioco, mentre le novità più importanti sono contenute in Clash of Gods. Qui, oltre ad avere otto missioni aggiuntive, gli Eroi saranno in grado di costruire e difendere le proprie strutture nel sottosuolo invece di limitarsi ad attaccarci. Anche noi avremo dei nuovi assi nella manica: nuove trappole ed incantesimi e la possibilità di conquistare degli avamposti in superficie. Questi ci permetteranno di edificare statue e torri, garantendoci così bonus o facilitandoci la difesa dell’area, il tutto al fine ultimo di variare i normali ritmi del titolo tentandoci con nuovi approcci. Anche la difficoltà è stata leggermente rivisitata e, già al livello normale, saremo davanti a sfide più impegnative. Come detto poco sopra, guai a lasciare il dungeon sguarnito!
Per quanto divertente e vario, Dungeons 3 non è ovviamente privo di difetti o angolini da smussare, che avrebbero potuto rendere il gioco più godibile. La criticità principale del titolo sta nella fase iniziale delle partite, tendenzialmente ripetitiva, e nel bilanciamento delle risorse di gioco. Capiterà infatti che, avviata la missione, ci ritroveremo a dover costruire le stesse strutture fondamentali, passando diverso tempo a ridisegnare dungeon e stanze in un meccanismo poco appagante una volta imparate le basi. Espandere il dungeon è in genere divertente, ma le risorse necessarie alla ricerca sono spesso centellinate nella campagna base, costringendoci così a lunghe attese volte semplicemente all’accumulo e allo sblocco di ricerche. In Clash of Gods, al contrario, è più facile raccogliere risorse e avanzare, grazie ai bonus offerti dalle statue degli avamposti, rendendo così la partita decisamente più veloce e più adatta al gioco cooperativo. Un migliore bilanciamento avrebbe potuto rendere l’esperienza più equilibrata, nonostante rimanga comunque divertente e godibile.