Era il 2006 quando uscì il fantastico Dragon Quest VIII: L’odissea del Re maledetto, ultimo capitolo dalla saga principale ad arrivare su PlayStation 2. L’ottavo episodio fu un turbinio di colori, emozioni e sensazioni difficili da replicare, tutto condito con un’avventura in grado di tenere incollato l’utente grazie alla qualità narrativa e una trama profonda e ben scritta, ricca di colpi di scena e approfondimenti sul mondo che vi circonda. Proprio per questo motivo i fan chiedevano a gran voce, ormai da anni, un ritorno in grande stile, soprattutto dopo il rilascio di giochi come Dragon Quest Heroes o Builders. Finalmente siamo stati accontentati, anche se con un anno di ritardo rispetto al Giappone. Il videogame è già disponibile nella terra del sol levante, ma questo non ha impedito alla casa di sviluppo di premiare la pazienza di noi occidentali, mettendo piccole aggiunte che rendono sicuramente più ricca l’esperienza. Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta, si preannuncia il classico gioco del franchise, rimanendo ben fedele allo stile che ha reso famosa la saga in tutto il mondo. Ovviamente però, a causa anche dei tempi che corrono, la software house ha dovuto reinventare alcuni elementi ludici, rendendoli al passo con i tempi e fruibili dalle attuale generazioni. Con questo non vogliamo dire che i fan di vecchia data sono stati esclusi dai pensieri di Square Enix, anzi, molto probabilmente troveranno l’esperienza ancora più appagante e immersiva rispetto al solito.
Una nuova avventura!
Come i fan più accaniti sono perfettamente a conoscenza, Dragon Quest XI è l’ennesimo capitolo stand alone della saga, con una nuova storia e personaggi inediti. L’avventura non si discosta dalle trame più classiche, anche se sarà sempre ricca di colpi di scena e approfondimenti sui protagonisti e i vari luoghi visitati. Il tutto inizia con il personaggio principale (senza nome poiché sarà a discrezione del giocatore) che festeggia il compimento dei suoi 16 anni. Il ragazzo vive nel villaggio di Ishi, un posto molto cordiale e dove c’è gran supporto e spalleggiamento tra i vari abitanti. Questo lieto evento per le usanze del luogo significa un rito di passaggio davvero importante, poiché rappresenta il cambiamento da bambino ad adulto. Durante la cerimonia di questo personaggio succederà però l’inevitabile: sulla mano sinistra del protagonista appare un misterioso simbolo, segno che dichiara inequivocabilmente che il ragazzo è la reincarnazione dell’eroe che, in passato, riuscì a salvare il mondo. Adesso per lui inizierà una nuova avventura, ricca di pericoli e misteri svelati. La prima visita sarà all’Albero del Mondo, tappa imprescindibile per scoprire cosa stia succedendo.
Già per arrivare in questo luogo lontano capirete la vastità della mappa di gioco. Il sentiero sarà tortuoso o pieno di insidie, così da farvi avere la sensazioni di star attraversando una vera e propria impresa. Ovviamente, come nei più classici giochi di ruolo, nel corso dell’esperienza conoscerete altri personaggi, ognuno con abilità e capacità uniche, alcuni dei quali si uniranno a voi nel compiere la vostra missione, così da avere un party sempre ben organizzato per ogni evenienza. Purtroppo sulla maggior parte di questi non sappiamo ancora nulla, ma per quanto concerne il ladro Camus e l’amica d’infanzia Ema abbiamo sicuramente qualche dettaglio in più. Il primo è sicuramente un character più camaleontico, qualità fondamentale per uno che di mestiere si aggira di nascosto, nell’ombra. La seconda invece è legata al protagonista fin da bambina, e ha deciso di accompagnarlo nel suo viaggio per vegliare su di lui.
Come detto in apertura di paragrafo la trama non si discosta dai più classici cliché, sia della serie che dei giochi di ruolo in generale. Tuttavia moltissimi dettagli non sono stati rivelati per scelta della società, poiché da quanto emerso sembra che Dragon Quest XI abbia una narrazione più sfaccettata e diramata rispetto al passato. In tal senso, dunque, il titolo prende le distanze dai capitoli precedenti, tutti con una story line sempre interessante ma piuttosto piatta e fin troppo lineare in alcuni frangenti. Tutto questo ovviamente deve essere visto anche nel contesto open world del videogame, implementazione che necessita inevitabilmente più impegno creativo da parte degli sviluppatori. Ogni città si prepara ad essere caratterizzata da qualcosa in particolare, che sia per il gioco d’azzardo o per le corse dei cavalli. Sarà importante anche vedere come la software house abbia lavorato su tutti i membri del party, così da dare a ognuno di essi una caratterizzazione che colpisca il giocatore. In sostanza, ci aspettiamo dei veri comprimari e non solo compagni di supporto.
Alle armi
Inutile dirvi che, a causa della grandezza della mappa, avere un cavallo sarà fondamentale per spostarvi velocemente. Per non farvi perdere tempo, inoltre, la casa di sviluppo ha pensato alla possibilità di galoppare ad alta velocità senza limiti, e soprattutto senza che i mostri vi diano fastidio. Quando sarete sopra il vostro corsiero sarete immuni agli scontri contro i nemici, cosa che rende molto più libera anche l’esplorazione delle aree. Per la prima volta nella serie i mostri non compariranno all’improvviso, saranno infatti ben visibili sul terreno di gioco, rendendo l’ambientazione più viva rispetto al passato. Piccolo dettaglio davvero divertente: la casa di sviluppo ha deciso di non relegare il giocatore ad avere una sola cavalcatura, infatti sarà possibile rubare agli avversari il loro “passaggio”, così vi ritroverete in un attimo a cavalcare mostri con varie specialità; alcuni potranno volare, altri nuotare, scalare e così via. Le possibilità sono davvero numerose.
Nonostante una struttura open world, la casa di sviluppo non ha voluto rinunciare ai combattimenti a turni, connubio un po’ particolare non in linea con lo stile delle attuali produzioni. Ovviamente non avrete una staticità eccessiva, il compromesso è quello di girare liberamente nella zona dello scontro, come nei giochi della serie Tales of, per intenderci. Ogni personaggio apparterrà a una classe specifica, con determinate specialità e poteri. Ci saranno quelli più predisposti a un confronto fisico, chi fruirà delle potenti arti arcane e chi, invece, prediligerà il supporto ai compagni di squadra affliggendo bonus e malus a seconda del bersaglio. Tuttavia non ci saranno unicamente queste tre tipologie, il party è stato studiato per risultare vario e aperto a qualunque tipo di giocatore e stile.
Anche il level design di ambienti come città e dungeon sembra molto più approfondito, meno lineare e più stratificato rispetto a quanto visto precedentemente. La missione principale tuttavia non sarà il vostro unico scopo, avrete a disposizione una valanga di side quest che vi daranno modo di scoprire scorci incredibili, ottenere oggetti speciali, punti esperienza aggiuntivi e così via. Speriamo di vedere un sistema di missioni secondarie ben escogitato, che non si limiti ai soliti cliché del genere, così da non risultare troppo ripetitivo e privo di significato oltre alla classica ricompensa. Per ottenere determinati incarichi vi basterà parlare con l’NPC di riferimento, ben in vista grazie a un punto esclamativo posizione sopra la testa. Un’altra piccola aggiunta è stata fatta per quel che concerne i punti di salvataggio: adesso, oltre alle varie chiese, durante gli spostamenti sono stati situati dei piccoli falò con a fianco una statua della Dea. Per memorizzare la partita non dovrete far altro che avvicinarvi e interagire con la struttura.
In conclusione possiamo dire con certezza che Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta è il grande ritorno della saga su console. Per vedere la qualità generale del prodotto dovremo ancora aspettare settembre, ma i voti della stampa nipponica non hanno fatto altro che innalzare le aspettative ancora di più. Per ripagarci dell’attesa inoltre la casa di sviluppo ha applicato delle migliorie non di poco conto, come l’intera localizzazione dei dialoghi e il doppiaggio in inglese. Sono stati inseriti inoltre alcuni effetti sonori che aiutano ulteriormente l’utente a immergersi nell’esperienza. Anche il gameplay ha subito delle piccole modifiche, come la possibilità di correre anche a piedi, così da potersi spostare velocemente anche dentro le città o i dungeon. L’utente adesso avrà anche l’opportunità di passare a una visuale in prima persona, in modo da poter sfruttare anche la modalità foto. Le premesse per un gran titolo ci sono tutte, speriamo alla fine di non rimanere delusi.