DolceRoma – Recensione del nuovo film di Fabio Resinaro
Oscar alla romana
Altrettanto deludente è il poliziotto interpretato dall’ottimo Francesco Montanari, caratterizzato esteticamente in maniera troppo caricaturale e parodistica: vestito fuori moda, con un accenno di pancetta (abbastanza finta) indossa occhiali retrò perennemente calati sul naso. Più interessante la caratterizzazione psicologica, con quel suo sguardo apparentemente sornione ma svelto e motivato nel comprendere le situazioni con cui si trova a interagire. Sottotono la Gerini, nel ruolo della solita moglie ricca e prorompente ma, ciononostante, inerme difronte all’istrioneria del marito. Degno di nota è Libero De Rienzo, caricaturale e giganteggiante anch’esso, come un po tutti i personaggi della storia. Divertente nell’interpretazione di questo ennesimo malavitoso camorrista dal taglio improbabile che, insieme ai suoi scagnozzi, cerca di creare scompiglio nella storia. Dopo il personaggio di Barbareschi ha lui le battute migliori.
Resinaro, dal canto suo, non lesina in idee visive ardite e movimenti di macchina barocchi: efficace la scena di sesso ripresa con quell’effetto roteante. Ottima anche la sequenza dell’esplosione con il personaggio chiave che viene catapultato fuori dalla vetrata direttamente nella piscina. Ai posteri la conturbante scena di nudo dalle tinte angeliche con la Gerini nella vasca colma di miele, che rimanda alla mente una scena simile ma meno “incisiva” in John Wick 2, sempre con la Gerini protagonista. Si vede che c’è una cura da parte di Resinaro nel costruire un quadro visivo accattivante a livello delle produzioni d’oltreoceano; purtroppo le scene d’azione risultano poco convincenti, nonostante una certa perizia tecnica nel metterle in scena con l’utilizzo di maestri d’armi impiegati sul set. Le colluttazioni, o quelle poche che ci sono, risultano legnose e rese confuse da un montaggio troppo frammentario.
DolceRoma
DolceRoma non si inventa nulla, anzi, cavalca questa corrente alternativa del cinema italiano fatta di storie caratterizzate con l'approccio fumettistico tanto in voga. Spesso però si crogiola troppo nell'essere caricaturale, sopra le righe, e nel voler divertire a tutti i costi infarcendo i dialoghi di parolacce per conferire ancora di più quel senso dissacrante e irriverente, risultando ancor più forzato. Se avesse corretto il tiro in più momenti avrebbe certamente giovato all'armonia complessiva del prodotto. Da premiare sicuramente lo sforzo produttivo e tecnico di voler fare sempre di più dell'intrattenimento mischiando insieme diversi generi, ma stando attenti in futuro a misurare bene ogni tono nella giusta misura, senza straripare o partorire un prodotto prevedibilmente discontinuo.