Fine dei giorni di un cinema scollegato dalle serie TV: Doctor Strange nel Multiverso della Follia è la manifestazione pratica di come, per uno spettatore ignaro dei fatti avvenuti nella serie WandaVision (vi siete persi la nostra recensione della serie? Niente paura la trovate qui!), il film sia pretestuale e poco comprensibile. Con questo non vogliamo dire che sia un brutto film o che non intrattenga nel corso delle sue due ore, ma che obbiettivamente, oggi più che mai, è richiesto allo spettatore di andare in sala “preparato”, con un background non più inconsapevole ma conscio di quello che c’è stato prima della pellicola MCU di riferimento.
Dr. Strange alle prese con il multiverso
Il Dr. Stephen Strange è rimasto “morto” per cinque anni dopo lo schiocco delle dita di Thanos, così come molti amici e colleghi, ma come sappiamo (e come il mondo sa) è tornato grazie agli Avengers e ha salvato l’intero universo con la realizzazione del suo piano. Ad oggi l’ex dottore in chirurgia vive la sua vita come protettore del Sancta Sanctorum di New York, fin quando la città non viene attaccata da un mostro simile ad una piovra ciclopica che cerca inspiegabilmente di catturare una ragazza.
Dopo svariate peripezie il dottore riesce a salvare la ragazza e ad ottenere delle risposte da quest’ultima. Senza andare oltre i risvolti della trama, vi diciamo che questa volta il Doctor Strange non potrà risolvere da solo la situazione, e per poter fronteggiare una minaccia di livello Avengers, serve un collega: quale occasione migliore per chiedere aiuto alla strega più potente della nostra epoca, Scarlet Witch?
Non più un solo Universo
Gli eventi intercorsi in Spider-Man: No Way Home hanno lasciato il nostro Dr. Strange segnato nel profondo: il mistico maestro dell’occulto ha imparato a sue spese come può essere pericoloso interagire con il multiverso; d’altra parte è anche vero che per una sequenza di eventi, il multiverso chiama – e potremmo dire “brama” – la presenza di Strange nei viaggi tra un mondo e l’altro: arriva dunque una nuova alleata, una ragazza di nome America Chavez (Xochitl Gomez) che pare possieda dei poteri che le consentano il viaggio tra un universo e l’altro. La presenza della ragazza rende il viaggio del nostro eroe meno faticoso, ma diverso in un certo senso: l’uomo dapprima egoista e pieno di sé, si rivela profondamente cambiato e meno incline a lasciare i compagni al loro destino anzi, fa letteralmente di tutto per salvaguardare la vita della ragazza.
Nel corso di questo viaggio ci confronteremo non solo con nemici conosciuti, ma anche con personaggi che abbiamo visto ed amato in altre “versioni” (si, non possiamo dirvi nulla circa chi o come, ma siamo certi che vi piaceranno, alcuni di loro sono i vostri beniamini di sempre). In quest’occasione ritroviamo anche Wanda (Elizabeth Olsen) che nei panni di Scarlet Witch rivelerà tutti i suoi poteri, e fidatevi, fino ad oggi non lo avete ancora mai visto tutto il suo potenziale. Quello che si evince dalla pellicola è che non potremmo più prescindere dal multiverso, e che sebbene le cose potrebbero in futuro assestarsi, da oggi in poi ognuno di noi deve essere conscio che esistono diverse versioni sia dell’eroe che abbiamo davanti, sia dai modi e degli usi che esistono nei diversi universi.
Dr. Strange: paura e delirio
Doctor Strange nel Multiverso della Follia non è tutto rose e fiori, ovviamente: il film è lento, melenso e sebbene tenta di partire con il botto, si stoppa quasi immediatamente (come azione generale) in favore di diversi dialoghi, che sì, spiegano intenzioni e situazioni, ma nel complesso lo fanno apparire come un film d’altri tempi. Questo molto probabilmente è dovuto alla regia a cura di Sam Raimi, che sembra rimasto ancorato alla metrica dei suoi Spider-man con lo spartito che suona come “azione, dialogo, dialogo, azione, azione, azione e dialogo!”.
Insomma non è il miglior film Marvel di sempre, sebbene si faccia guardare (per mancanza di altro al momento? Chi può dirlo? ndr). Nel complesso, la sofferenza più grande della pellicola è, come dicevamo all’inizio di questa recensione, la mancanza di una trama originale e personale, dove il tutto sembra piuttosto una grande puntata di un finale di stagione della serie TV WandaVision.
Sottotono la presenza del dottore nel film rispetto a tutte le sue apparizioni precedenti, qui il nostro Stregone sembra in balia degli eventi, inerme per la maggior parte del tempo, e dove solo nel finale rivela il suo vero potenziale, cosa che invece era carismaticamente più presente ovunque lo abbiamo incontrato. È di sicuro un film “di mezzo”, un rito di passaggio che dobbiamo vedere, ma che certamente non ricorderemo come il migliore.