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Dead Rising 4 – Recensione

A distanza ormai di quasi dieci anni dal primo fantastico capitolo della serie, ritorna nuovamente in auge la serie ideata da Keijii Inafune: Dead Rising. Dopo il mirabolante annuncio durante la conferenza Microsoft all’E3 2016 di Los Angeles, e soprattutto dopo averlo potuto provare in occasione della Milan Games Week 2016, con l’arrivo delle festività natalizie ecco sotto l’albero l’atteso Dead Rising 4; nuovo capitolo arrivato in esclusiva temporale su Xbox One e su PC. Tra film, Serie TV e molto altro ormai gli Zombie non fanno più paura, riuscirà nuovamente Capcom Vancovuer a farci provare anche solo un brivido misto tra ansia e spaesamento? Mettetevi comodi e scopritelo attraverso la nostra recensione!

Willamette, casa “dolce” casa!

Dead Rising 4 segna il gradito ritorno, soprattutto per i fan del primo capitolo, del celebre Frank West: fotoreporter che, a cinquant’anni suonati, cerca ancora lo scoop del secolo per ottenere il tanto sognato premio Pulitzer. Come accaduto per quasi tutti i capitoli della serie, fatta eccezione per l’ottimo plot narrativo del secondo capitolo, la trama del gioco è alquanto marginale e, forse, rasenta ormai uno dei più grandi limiti del brand. Senza parlarne in maniera approfondita, onde evitare spiacevoli spoiler, sappiate solamente che la trama di Dead Rising 4 si svilupperà attraverso dei “Casi” (Capitoli per intenderci), dove il protagonista principale assieme a dei suoi fidati allievi e dunque reporter in erba, proveranno nuovamente a far luce su una vera e propria convinzione che da sedici anni non fa dormire serenamente il buon vecchio Frank: dimostrare che sotto all’esplosione dell’epidemia zombie ci sia il governo americano.

Dead Rising 4Ritornando dunque a Willamette, storica ambientazione presente nel primo capitolo, Frank dovrà farsi largo tra orde di zombie, pazzi scatenati ed una misteriosa organizzazione chiamata Obscuris, intenzionata a recuperare un qualcosa di assai prezioso all’interno della cittadina vestita di gioiose luminarie natalizie. Nel complesso, come detto precedentemente, la linea narrativa risulta alquanto trascurata, ed onestamente non si riesce a comprenderne il motivo: perché in un periodo così creativo e fiorente per la categoria dei “Non-Morti”, non si osa cercando una struttura più accattivante, e sopratutto coinvolgente, della narrazione? Considerando inoltre anche quanto il protagonista possa risultare perfetto per un’eventuale storia tragicomica. Altra nota negativa, pesantemente condannata dal sottoscritto, è l’eliminazione della possibilità di giocare in cooperativa la storia del titolo, che nei passati capitoli era una delle feature più coinvolgenti.

Fantasia Assassina

Se l’intenzione, come precedentemente annunciato dal team di Vancouver, era quella di ridisegnare nettamente il gameplay del gioco, nell’atto pratico il tutto viene serenamente smentito. Dead Rising 4 può essere definitivo un vero e proprio “sequel” del terzo capitolo, uscito come titolo di lancio per Xbox One, con a livello di gameplay delle ottime idee riproposte, ma anche delle scelte “innovative” decisamente discutibili (e forse criticabili duramente). Frank avrà in dono, come al solito, una miriade di possibilità per smembrare tutti i vari nemici che gli si porranno davanti, usufruendo di decine di armi da mischia, armi da lancio ed armi da fuoco. Se come accaduto in passato il divertirsi a creare nuove armi (unendo tra loro ad esempio un martello ed una motosega, o una balestra e dei petardi) potesse rendere appagante l’esperienza di gioco, in Dead Rising 4 non basta.

Dopo solamente pochissime ore di gioco e, mi rincresce molto affermarlo, la noia prenderà il sopravvento. Il più grande errore commesso da Capcom Vancouver è l’aver eliminato il timer di gioco, componente che nei precedenti capitoli rendeva costantemente l’esperienza di gioco assai stimolante e sopratutto difficile. Avendo la possibilità di andare avanti nel gioco senza nessun tipo di difficoltà aggiuntiva, renderà alla lunga Dead Rising 4 un “mosou” all’Occidentale, proponendo delle fastidiose e ripetitive uccisioni di zombie che, assieme ad una I.A di gioco alquanto obsoleta, faranno perdere l’entusiasmo anche al più incallito dei sostenitori della serie. Non basta l’introduzione delle EXO Suits, anche se gradite. Queste sono vere e proprie armature che grazie alla loro struttura permetteranno a Frank di smembrare in un colpo solo gli zombie, e posseggono anche una serie di divertenti feature. Purtroppo però il tutto è limitato da una batteria che si esaurirà in breve tempo, e che dunque renderà fugace una delle poche componenti divertenti, che inoltre funzionerebbe in modo eccellente come variazione dell’ormai saturo gameplay.

Il combat system della serie vi proporrà semplicemente l’alternanza tra un attacco leggero, un attacco pesante e una mossa speciale esclusiva dell’arma che utilizzerete. Riguardo le armi, promuovendo la consueta disponibilità e la varietà di esse, risulta evidente come in Dead Rising 4 si sia voluto rendere il tutto molto più facile per i giocatori, complice in primis l’estrema durabilità delle armi: in questo nuovo capitolo prima di rompere la vostra mazza da baseball potrete uccidere oltre 100 nemici, nel passato tutto ciò era solo che una mera utopia videoludica. Ultima osservazione, positiva questa volta, è l’introduzione dei “selfie” di Frank; per riprendere infatti la moda degli ultimi anni, il protagonista attraverso la propria fotocamera potrà immortalarsi assieme agli zombie e, fidatevi, il risultato finale vi strapperà non pochi sorrisi. Potrete servirvi inoltre della fotocamera al fine del gameplay attraverso l’utilizzo di due filtri: uno per la visione notturna e un altro con analizzatore di spettro, ottimo per scovare gli indizi nascosti.

Comparto tecnico altalenante

Non è facile portare alla luce un prodotto come Dead Rising 4, sopratutto a livello grafico. Ormai tutti pretendono il massimo, ed è anche giusto dato il costo dei videogiochi, e forse tentare il compromesso non porta a volte al risultato sperato. La grafica del gioco è altalenante, come del resto tutto il comparto tecnico, se da una parte, data l’estrema mole di figure in movimento, non riscontriamo evidenti cali di frame rate e dunque l’esperienza di gioco risulta essere molto fluida a 30 FPS costanti, dall’altra troviamo in alcune fasi un livello grafico pari ai primi titoli per Xbox One o, per assurdo, a dei titoli usciti su Xbox 360.

Tralasciando qualche piccolo problema derivante dalle hit-box delle armi e da qualche bug/interazione con l’ambiente, il titolo a livello tecnico complessivamente è più che accettabile. La sountrack di gioco è un mix costante di canzoni natalizie e vecchi slogan pubblicitari, purtroppo non riesce ad incidere al punto giusto dato anche il genere musicale. Da sottolineare anche lo scarso livello del doppiaggio in italiano, soprattutto dei personaggi secondari.

Multiplayer anonimo

Eliminando la possibilità di poter giocare in cooperativa la modalità single player, Capcom Vancouver ha proposto agli utenti un comparto multiplayer,  ma che purtroppo si è rivelato alquanto discutibile. Qui, per un massimo di quattro giocatori, attraverso degli stage casuali si dovranno completare degli obiettivi e ad accumulare punti al fine di sconfiggere gli altri partecipanti. Protagonisti di questa modalità saranno dei superstiti che incontreremo nella modalità single player di Dead Rising 4, i quali come il protagonista, man mano che accumuleranno esperienza potenzieranno il loro set di abilità specifico.

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione Xbox One del titolo, dopo aver completato la trama principale, ed aver passato diverse ore in modalità multigiocatore.

Dead Rising 4

6.8

Dead Rising 4 risulta essere un titolo, nel complesso, non all'altezza dei capitoli precedenti. Capcom Vancouver senza volerlo, con determinate innovazioni, ha rovinato l'essenza del brand e soprattutto reso il gioco troppo facile. L'assenza inoltre della possibilità di giocare in cooperativa la Storia, compensata da un multiplayer alquanto anonimo, rendono difficile il poter consigliare vivamente l'acquisto del gioco... Se non ai fan più affezionati. Peccato, si poteva e doveva osare e fare molto di più!;s

Emanuele "Nucky" D'Ascanio
Nucky, un esemplare in via di estinzione. Potremmo definirlo unico (e menomale) ed inimitabile! Entra nel progetto Game Legends a mani basse e con molti propositi, moltissimi, troppi, e non ne mantiene uno. Nasce, cresce, corre, sbatte e riparte. Le sue esperienze videoludiche sono innumerevoli e poliedriche: parte da pargolo con le console della grande N nuove di pacca, proseguendo poi con approcci più aggressivi senza saltare una generazione. Ovviamente con tutta questa carne al fuoco è arrivato a non apprezzare più nulla: "Ë un bel gioco, ma non fa per me". Il nostro Ditto personale si accoppia con qualsiasi partner, divenendo uno dei punti focali delle collaborazioni del sito. Predilige il genere FPS, TPS e Platform d'avventura di ogni genere!

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